Si è da poco concluso il nostro blog tour alla scoperta dei borghi più belli d’Italia delle Marche in Italia: un viaggio romantico tra borghi medievali immersi in oasi di verde, tra i versi di Dante, storia e tanta bellezza.
Fiorenzuola di Focara, Gradara e Montefabbri sono tre destinazioni perfette per coppie in fuga per il week end, amanti dell’enogastronomia, appassionati di castelli e viaggiatori in cerca di turismo lento, natura e relax.
Vieni insieme a noi e scopri cosa fare in un week end tra borghi e scorci da cartolina: il medioevo ti aspetta nelle Marche!
Cosa troverai in questo articolo
Gradara in un giorno – borghi più belli delle Marche
La Storia di Gradara è legata alla Roccaforte su cui si erge. La costruzione ebbe inizio intorno nel XII secolo per volontà di Pietro e Ridolfo De Grifo. Nella prima metà del XIII secolo, Malatesta da Verucchio detto il Centenario, si impossessò con l’aiuto del papato della torre dei De Grifo e ne fece il mastio dell’attuale castello.
Da notare la doppia cinta muraria e i tre ponti levatoi che resero inespugnabile la Rocca malatestiana. ll borgo di Gradara si è sviluppato fra la prima e la seconda cinta di mura. Dopo i Malatesta e la tragedia di Paolo e Francesca avvenuta nel 1289, fu il momento degli Sforza.
Nel 1494 arriva Lucrezia Borgia, seconda moglie di Giovanni Sforza. La giovane Lucrezia era una dolce fanciulla dai capelli biondi, che subì la terribile influenza di suo padre: Papa Alessandro VI Borgia, che la obbligava a lasciare un marito e sposarne un altro per i suoi loschi scopi.
Nel 1497, per volere del Papa, fu sciolto il matrimonio con Giovanni Sforza che si salvò la vita accettando di firmare un documento in cui ammetteva di essere impotente. Nel frattempo Giulio II era diventato Papa e questi mise il nipote, Francesco Maria II della Rovere a governare Gradara.
Dopo la morte di Livia Farnese, la Rocca, amministrata dal papato, fu concessa in enfiteusi a diverse famiglie fino ad arrivare nelle mani del marchese Mosca di Pesaro. Dopo altri passaggi di proprietà, nel 1920 l’Ingegnere Umberto Zanvettori di Belluno, acquistò la Rocca per tre milioni di lire e la riportò agli antichi splendori.
L’ingresso al borgo
Gradara è la capitale del Medioevo. E’ un borgo dove il tempo sembra essersi fermato: circondata da un’ampia cinta muraria, intervallata da torri quadrate che parlano ancora di dame e cortigiane. La bellezza di Gradara ti catturerà al primo sguardo.
L’accesso più antico del paese è porta Firau, che ospita la torre dell’orologio. Un tempo c’era un ponte levatoio che si alzava all’alba e si chiudeve al calar della sera. Sul fronte esterno della porta spicca l’emblema araldico e le imprese della famiglia Sforza. Sopra lo stemma lo scudo araldico dei Della Rovere, inquadrato con quello dei Farnese.
Varcata la porta, una ripida salita accompagna dolcemente verso la Rocca. Lungo la strada affacciano vari edifici interessanti come la Chiesa del Santissimo Sacramento, la casa del mercante e Palazzo Rubini Vesin, che ospita il teatro Comunale.
Continuando a salire e varcata una seconda porta, ci troveremo nei pressi della Chiesa di San Giovanni Battista, un edificio di origini antichissime che forse un tempo era la Chiesa della Rocca.
Al suo interno attirerà la tua attenzione il Crocefisso ligneo di Fra’ Innocenzo da Petralia che ha una peculiarità unica: a seconda di dove lo si guarda, il volto di Cristo cambia espressione. Posizionati sulle X che trovi sul pavimento e poi dimmi che cosa vedi.
La Rocca di Gradara
Finalmente, dopo una lunga attesa arriva il simbolo di Gradara: la Rocca che fa da sfondo al borgo. Le sale interne ricordano gli splendori delle potenti famiglie che qui hanno governato: i Malatesta, gli Sforza e i Della Rovere.
La suggestiva Rocca di Gradara, è celebrata anche dal sommo poeta Dante nel V canto dell’Inferno, quando parla dell’amore viscerale tra Paolo e Francesca, consumatosi all’interno del castello. Non ci sono documenti storici certi che il fatto sia accaduto proprio qui, ma la tradizione letteraria colloca il tragico evento in questo castello.
In origine esisteva una sola torre costruita dai “de Grifo”. Fu la famiglia Malatesta a potenziare la sua struttura difensiva che racchiude borgo e Rocca. Una volta arrivati il colpo d’occhio è impressionante e dopo aver varcato l’antico ponte lavatoio, lo stupore non diminuisce, anzi si accresce sempre più.
Arriviamo nel cortile dove si può ammirare l’alta Torre del Mastio. Entrando nella Rocca possiamo ammirare il grande lavoro di restauro fatto da Umberto Zanvettori, che acquistò la Rocca dagli eredi e la restaurò, ricreando così un’atmosfera che spazia dal Medioevo al Rinascimento.
Prima di salire troviamo la sala delle Torture che ospita anche la cisterna d’acqua, fonte di vita inestimabile per il castello, specie durante gli assedi. Si trova proprio ai piedi del Mastio ed è l’ambiente meglio conservato della struttura originale. Unico accesso alla sala era una botola, che tramite una scala in legno la collegava alla stanza superiore.
Inizialmente era un magazzino ma in seguito divenne una prigione. Sulla pietra esterna si legge ancora l’iscrizione “improbitatis antidotum” ovvero “rimedio alla malvagità. Si dice che non sia mai realmente stata una stanza delle torture, ma che il Signore la usasse per fare degli scherzi macabri ai suoi ospiti.
Salendo si raggiunge la Sala del Mastio, caratterizzata da un particolare camino angolare di gusto gotico. Le decorazioni di questa sala rappresentano alcuni emblemi malatestiani come la “rosa quadriperlata”.
Prima di proseguire fermati ad ammirare uno dei capolavori che custodisce il castello: la Pala di Gradara opera di Giovanni Santi, padre di Raffaello. Probabilmente la più antica raffigurazione della Rocca di Gradara si trova in questo dipinto.
Sala di Sigismondo e Isotta
La nostra visita guidata prosegue verso la Sala di Sigismondo e Isotta, che è una delle più belle della Rocca per quanto mi riguarda.
Due splendidi camini, mobili pregiati, vari dipinti appesi alle pareti e un soffitto a cassettoni dipinto che fa restare a lungo con lo sguardo rivolto all’insù. Al centro della sala una pala del Cinquecento che raffigura la Madonna del Rosario.
Il nome della sala deriva dalla presenza dei profili di Sigismondo Pandolfo Malatesta e Isotta degli Atti, nella fascia dipinta al di sotto del soffitto. Nella fascina spiccano vari motivi decorativi ispirati all’araldica della famiglia Malatesta: la rosa a quattro petali, la scacchiera, le tre teste, la M dei Malatesta e le lettere intrecciate “SI” per Sigismondo.
Sala Malatestiana, Camerino di Lucrezia e altre meraviglie
Proseguiamo verso la Sala Malatestiana, che presenta un fregio di archetti tangente al soffitto, in cui si possono ammirare i motivi araldici della famiglia Malatesta. Qui è riportato il motto: “tempus loquendi tempus tacendi” l’iscrizione voluta da Sigismondo sul sepolcro della moglie Isotta degli Atti.
Si giunge poi al Camerino di Lucrezia Borgia, una piccola stanza con interessanti dipinti murali. Infine la Sala del Cardinale, caratterizzata da un prezioso letto dorato, così chiamata perchè avrebbe dovuto ospitare una personalità ecclesiastica.
La Sala dei Putti, invece, è una camera da letto che prende il nome dalle decorazioni che vi sono alle pareti. Ogni più piccolo angolo di questo castello ha qualcosa da raccontare, per questo ti invito a prenotare una visita guidata che ti permetterà di scorprire tanti segreti e curiosità, che non sono sempre facili da reperire.
Sala Rossa e sala del Leone Sforzesco
La Sala Rossa è caratterizzata dal colore rosso: pareti color rubino, letto a baldacchino, mobilio di pregio, ma essenziale. L’ambiente è molto ricercato e la luce che filtra soave dalle finestre appena socchiuse, dona a questa stanza un’atmosfera unica, che riesce a riportarti indietro nel tempo.
La sala del Leone Sforzesco è un’altra delle stanze che ho amato di più. Prende il nome dalle decorazioni delle pareti in cui sono raffigurati il leone rampante e le ali di drago, emblemi degli Sforza da Cotignola. Gli emblemi della famiglia sono rappresentati anche nelle decorazioni del soffitto.
Passerai poi attraverso la Sala del Consiglio, per giungere alla Camera di Francesca, probabilmente la stanza più evocativa di tutta la Rocca.
Poco prima dell’uscita puoi visitare la cappella e il corpo di guarda, che mostra la scala, che dalla camera di Francesca, avrebbe permesso al suo amato di scappare. Non fu mai usata in verità, perchè lo sventurato amante, morì prima di poterla raggiungere.
La Camera di Francesca
Luce soffusa, tendaggi pregiati, letto a baldacchino: tutto è pensato per ricreare lo spazio che dovrebbe aver ospitato i due sfortunati amanti. Paolo Malatesta e Francesca da Polenta, citati da Dante nel V canto dell’Inferno. C’è persino una botola nel pavimento, dalla quale Paolo avrebbe dovuto scappare per non essere scoperto.
La ricostruzione di questa stanza è stata influenzata dalla Francesca da Rimini di Gabriele D’Annunzio, interpretata dalla divina Eleonara Duse. L’abito in mostra al suo interno è la riproduzione di quello indossato dalla Duse, opera della stilista Alberta Ferretti.
Queste sono solo alcune delle splendide Sale che puoi vedere visitando la Rocca di Gradara, c’è così tanto da scoprire in questo luogo perso nel tempo e ricco di fascino, che ho deciso di dedicarle un altro articolo, nel quale ti racconterò tutta la sua bellezza nel dettaglio.
Paolo e Francesca sono due personaggi realmente esistiti. Guido da Polenta decise di dare la mano di sua figlia Francesca a Giovanni Malatesta, detto lo zoppo. Per evitare che la giovane si rifiutasse di sposarlo, la ingannarono facendole conoscere Paolo il bello, fratello di Giangiotto.
La giovane accettò di buon grado di sposarlo, non sapendo che Paolo la stava sposando per procura al fratello Giangiotto.
Paolo di tanto in tanto, addolorato per averla ingannata, la andava a trovare alla Rocca. Uno dei fratelli Malatesta si accorse dei loro incontri segreti e mentre i due si stavano scambiando un casto bacio, vennero colti sul fatto da Giangiotto che accecato dalla gelosia li uccise entrambi.
Ecco la fine dei due sventurati amanti di cui Dante racconta nella Divina Commedia.
Passeggia lungo i camminamenti di Ronda
Fai una passeggiata tra le mura che abbracciano Gradara per ben 700 metri: sono interamente percorribili e oltre che regalare paesaggi da cartolina, ti faranno capire l’importanza strategica del borgo, che estende il suo sguardo dal mare alle colline dell’entroterra.
Da quassù tutto assume una prospettiva differente e il colpo d’occhio su Gradara è unico. Che ne pensi delle viste, non sono forse meravigliose?
Ascolta il vento, senti l’eco dei tuoi passi e immagina quanta vita, battaglie e anime si sono susseguite in questi luoghi prima di te. Emozioni come queste non hanno prezzo, perchè trasportano il nostro animo altrove.
Una volta sceso dai camminamenti, segui i cuori che vedrai scolpiti lungo la strada, fino a raggiungere il bosco del Medioevo. La passeggiata degli innamorati ti porterà a scoprire una gemma nascosta nel cuore del borgo di Gradara, attorno al castello infatti, si sviluppa un suggestivo bosco!
Sempre da queste parti, non perdere l’occasione di assistere ad uno spettacolo di falconeria! Non è forse magica questa atmosfera medievale?
Visita il museo storico e le grotte medievali
Nel cuore di Gradara, proprio ai piedi della Rocca Malatestiana, si trova il piccolo e suggestivo Museo storico che espone interessanti collezioni di oggetti antichi e documenti storici legati alle tradizioni militari, popolari e letterarie di Gradara.
Tante le riproduzioni esposte di armi di epoche diverse, strumenti della civiltà contadina, cinture di castità maschili, riproduzioni in miniatura delle stanze più suggestive della Rocca e curiose macchine di tortura.
Tra le opere esposte anche una collezione di macchine da lancio romane e medioevali, unica in Italia.
Il Museo Storico di Gradara da accesso alle grotte medioevali del castello del IV – V secolo dopo Cristo. Una serie di cunicoli scavati nel sottosuolo che ripercorrono il reticolato di Gradara e che portavano fino al mare.
Un tempo queste grotte tufacee erano usate per scappare durante gli assedi, come rifugio o come neviere e ogni casa ne aveva una. Oggi gli accessi sono quasi tutti chiusi e quelle del Museo Storico sono le uniche visitabili.
Gusta una pausa relax
Prima di proseguire il nostro blog tour abbiamo fatto una sosta al giardino segreto, un localino incatevole proprio sotto la biglietteria dalla Rocca, gustando qualche prodotto tipico marchigiano e godendoci un panorama magnifico su Gradara.
L’ambiente è a dir poco delizioso: ampi spazi immersi nel verde, silenzio e tutto intorno a te una magica atmosfera medievale, proprio sotto la rocca.
Ti suggerisco di assaggiare “le pizzottelle”, deliziose palline di pane che sembrano fritte, ma non lo sono. Una curiosità su questo cibo? Sono fatte con le alghe e una tira l’altra! Ovviamente altro imperdibile da assaggiare è la crescia sfogliata, oppure la piadina ripiena con le foglie di campo!
Il tempo sembra essersi fermato qui: circondato dai camminamenti di ronda e le torri, con la Rocca in lontananza. E’ il luogo ideale per riposare, leggere un libro, aspettare che passino le ore più calde e poi riprendere ad esplorare il borgo di Gradara.
Acquista qualche prodotto del territorio
Prima di riprendere il blog tour, ci siamo fermati a curiosare tra i negozietti che vendono prodotti tipici del luogo come “La bottega degli amanti”. Qui la ceramica regna indiscussa e molti dei pezzi in vendita sono prodotti artigianalmente: non ne troverai due uguali!
Tra lampade luminose, che da spente sembrano vasi, a decorazioni che renderanno la tua casa più colorata: non avrai che l’imbarazzo della scelta. Mi sono innamorata delle creazioni di ceramica in esposizione, in particolare dei palloncini che sembrano volare per davvero o dei set per decorare la tavola!
La titolare è molto preparata sui processi di lavorazione della ceramica e saprà suggerirti il pezzo più adatto alle tue esigenze. Dai uno sguardo alle nostre storie su Ig, ti abbiamo mostrato un sacco di pezzi interessanti.
Infine ti suggeriamo di regalarti qualche golosità del territorio da portare a casa, come: il vino di visciola di Pergola, le marmellate Lombardi, miele, tartufo bianco, pasta, olio di Cartoceto con cui condire i tuoi piatti, la crescia sfogliata, da mangiare ripiena con le foglie di campo, o il salume che preferisci.
La Signora Stefania, proprietaria del locale, ce ne ha fatto omaggio e ce la siamo portati a casa per gustarla quanto prima.
The magic castle Gradara e Assedio al Castello:
Gradara è un borgo vivace, attivo e frizzante e offre eventi diversi in differenti periodi dell’anno, dandoti sempre un motivo per tornare a visitarla. Tra gli eventi più conosciuti te ne segnalo due, che a mio avviso sono imperdibili:
The magic castle Gradara: che quest’anno si terrà dal 6 al 9 agosto. Il borgo si riempirà di artisti provenienti da diverse parti del mondo e si trasformerà in qualcosa di davvero magico! Quest’anno si celebra la decima edizione e se ne vedranno davvero delle belle.
Abbiamo avuto il piacere di essere invitati qualche anno fa per assistere ed è stata un’esperienza davvero divertente e suggestiva. Giocolieri, angolini di magia, artisti in maschera, trampolieri, il mago di Oz e spettacoli in ogni angolo del borgo. Il modo perfetto per tornare bambini per qualche ora e tuffarsi in un mondo magico.
Assedio al castello: una rievocazione storica che trasformerà il borgo di Gradara in un cinema a cielo aperto. Segnati le date del 25 luglio, 6 e 13 agosto 2023. Quest’anno si celebra il decimo anniversario di questo evento e ci saranno più di 200 figuranti a rendere il tutto ancora più unico.
Fuochi di artificio e mille atmosfere evocative ti aspettano nel borgo del Medioevo!
Altri eventi da non perdere a Gradara:
- Wine Passion: degustazione di vini artigianali di sera
- Gradara Ludens: tornei e divertimento nella città del gioco
- La Vie en Rose: percorso romantico e vintage con mercatini, musica e percorsi legati al gusto
- Halloween al Castello: animazione e itinerari per grandi e piccini
- Castello di Natale: spettacoli di fiabe per Natale
- I giovedì al castello: rievocazioni storiche con accoglienza medievale
- tra Rocca e stelle: aperture serali del castello di Gradara
- Cenarte: bellezza, cultura e percorsi di degustazione
Hai gia partecipato ad uno di questo eventi? Quale ti ispira di più? Commenta e se ti va, facci sapere la tua opinione.
Se stai facendo un viaggio in camper nelle Marche, Gradara è uno di quei borghi da non perdere assolutamente.
Cosa vedere a Fiorenzuola di Focara – uno borghi più belli d’Italia nelle Marche
Fiorenzuola di Focara è uno dei quattro castelli delle antiche terre di Focara, così chiamate perchè durante la notte si accendevano dei fuochi che servivano per custodire il lido e aiutare le imbarcazioni. Altri sostengono invece, che il nome derivi dell’antica presenza nel territorio di fornaci (fuchér, ovvero focare) che si usavano per la cottura di contenitori in terracotta e laterizi.
Fiorenzuola di Focara è un borgo a picco sul mare che si è guadagnato di recente il titolo di borgo più bello d’Italia e una volta arrivato, ti sarà subito chiaro il perchè. E’ un borgo medievale a forma di pentacolo, circondato per quattro lati da un’antica cinta muraria e arroccato sul mare dal quinto lato. Unico nel suo genere.
Immerso nella bellezza del Parco Naturale del Monte San Bartolo, regala viste panoramiche che tolgono il fiato. Hai già visto le nostre storie su Instagram? Ti aspettiamo anche lì se ti va.
Dante nel XXVIII canto dell’Inferno celebra questo piccolo borgo a picco sul mare dai temuti venti e una targa lo ricorda nella porta di accesso al paese.
… Quel traditor che vede pur con l’uno,
Dante, Divina Commedia, Inferno canto XVIII
e tien la terra che tale qui meco
vorrebbe di vedere esser digiuno,
farà venirli a parlamento seco;
poi farà sì, ch’al vento di Focara
non sarà lor mestier voto né preco”.
Dante probabilmente fa riferimento ai venti di levante, che rendono molto difficoltoso l’approdo a causa della costa alta, ma i vecchi marinai temevano anche i venti di ponente – di saviata – che ingrossavano bruscamente il mare.
Vivi la spiaggia e scopri le tradizioni
A Fiorenzuola il monte si tuffa nel mare e lungo i pendii delle rocce si susseguono colorati cespugli di ginestre in fiore che creano un dipinto profumato e bellissimo.
La spiaggia di Fiorenzuola di Focara è selvaggia e incantevole in questo periodo dell’anno. Se te la senti, ti suggerisco di percorrere il sentiero degli innamorati: una stradina di 1,7 Km che conduce alla spiaggia, percorribile solo a piedi.
In questo modo potrai viverti tutta la magia di questo luogo, che è stato immortalato come sfondo per le sue collezioni moda, anche dalla famosa stilista Alberta Ferretti.
Il percorso noto come strada della marina, si snoda all’interno di un parco e offre terrazze panoramiche molto suggestive.
Questo pittoresco borgo ha un’antica storia legata ai mezzadri, ai selcini e ai pozzari. La vita dei pescatori era faticosa: si pescavano cozze e vongole, qui chiamate “pozzare”, scendendo fino al mare all’alba e risalendo a fatica il ripido sentiero al tramonto, portando sulle spalle tutto il pescato del giorno.
Anche la vita dei selcini non era semplice: raccoglievano le pietre franate dalle falesie, modellandole in “cogoli” usati per lastricare strade, piazze e ferrovie. Un lavoro duro e senza sosta che veniva fatto anche per 16 ore al giorno.
Puoi ancora vedere i selcini mentre percorri le piccole stradine di Focara, fino a raggiungere antiche dimore e giardini segreti, che ormai sono per la delizia solo di pochi occhi fortunati.
Ammira l’antica chiesa di Sant’Andrea e affacciati dalla terrazza sul mare
Tra i resti della storia millenaria di Fiorenzuola di Focara spicca la Chiesa di Sant’Andrea già nota nel 1144, di cui oggi sopravvive solo il campanile con l’orologio, che rintocca il passar delle ore. Sorretta da possenti mura, pare che in passato fosse adibita a sala d’armi e fortino.
Venne ricostruita nel 1825 sulle fondamenta dell’antica fortezza del castello e ospitava cinque altari, pregevoli opere e un bellissimo organo. Fino al 1867 nel pavimento erano sepolti sacerdoti, i membri delle due confraternite e i fanciulli, poi con l’editto di Napoleone e la costruzione del cimitero, tutto cambiò.
La canonica è stata costruita con antiche pietre poste una per una da mani affaticate. Su di essa svetta il campanile, che insieme alla canonica è tutto ciò che resta dell’antica chiesa di Sant’Andrea, crollata in mare con il terremoto del 1916.
Se ti avvicini puoi ancora vedere il punto esatto del muro, che separa ciò che resta,da ciò che fu inghiottito dal mare. Davanti alla chiesa si apre una splendida terrazza panoramica, dove lo sguardo spazia tra falesie e litorale selvaggio.
Passeggia per il borgo e visita il museo paleontologico
Dedicato a Lorenzo Sobrini, il museo paleontologico offre visite guidate e laboratori didattici. Oltre ad occuparsi di ricerca scientifica, organizza anche geoeventi di livello nazionale come la “Settimana del pianeta terra”. Molto interessante la collezione di fossibili esposta, in particolare la splendida libellula.
Cammina per il borgo, perditi tra le viuzze, osserva la pavimentazione, molta della quale è opera degli antichi selcini, segui l’antica cinta muraria fino a scorgere spettacolari paesaggi che si affacciano sul mare.
Sapevi che la scena del film Amarcord di Fellini, in cui Alberto Sordi ha fatto una pernacchia agli operai, è nata proprio qui a Fiorenzuola di Focara? Fellini e Busi fecero realmente una pernacchia agli operai proprio qui a Fiorenzuola e poi la stessa scena finì nel film. All’interno della porta d’ingresso c’è un trafiletto di un articolo di giornale che lo ricorda.
La bellezza di Fiorenzuola di Focara la scopri lentamente, camminando e tenendo accessa la luce della curiosità, per scoprire un passato che da queste parti vibra ancora. Hai raggiunto la vecchia casa dei pescatori? Ti suggerisco di dare un’occhiata sopra la porta: vedi quell’oblò che ricorda proprio una nave?
Fai una cena romantica con vista mare
Per concludere la giornata siamo stati ospiti de La Rupe, un locale che si trova in pieno centro storico a Fiorenzuola di Focara con una splendida terrazza vista mare.
Ti suggerisco di arrivare prima del tramonto per godere di tutta la magia, il tutto mentre stai comodamente seduto al tavolo, sorseggiando un bel bicchiere di vino del territorio.
La mia scelta è andata subito sul pesce: un bell’antipasto freddo completo e degli spiedini di gamberi arrosto che erano una delizia. Il tutto accompagnato da crescia calda, verdure gratinate e le immancabili patatine fritte.
Ivan invece ha finalmente assaggiato la famosa pizza Rossini, che da queste parti è un pò un’istituizione. E’ un’omaggio al famoso compositore Gioacchino Rossini, che nacque a Pesaro a cavallo degli anni ’60. Si tratta di una margherita condita con fette di uovo sodo e una generosa pioggia di maionese! Strano a dirsi ma è così.
Dormi immerso nel parco
Abbiamo trascorso la notte immersi nel verde e nella quiete del Parco Regionale di San Bartolo, al Camping Panorama. Un bungalow con posto auto riservato, piscina che da sulle colline e il canto degli uccellini che ci ha fatto compagnia la mattina. Una piccola oasi di pace!
Se ami stare a contatto con la natura e viaggiare in modo sostenibile, probabilmente questo luogo fa per te! L’accoglienza è molto calorosa e il campeggio è fornito di tutto: bar, ristorantino, lavanderia e persino un’angolino lettura.
C’è una splendida quiete e si sente il canto delle cicale. Puoi raggiungere Fiorenzuola di Focara in meno di 5 minuti d’auto.
Visita la nostra sezione Marche se stai organizzando un viaggio da queste parti. Trovi itinerari, borghi, curiosità, luoghi sacri e tanti spunti per arricchire la tua avventura
Cosa vedere a Montefabbri: il borgo dei sogni
Montefabbri è conosciuto come il borgo dei sogni, un luogo dove il tempo si è fermato e dove si gode di un suggestivo panorama sulle campagne circostanti. Regna la pace e il silenzio da queste parti e perdersi tra le sue minuscole viuzze è molto suggestivo.
Il castello di Montefabbri svetta solitario, protetto della sue alte mura che gli hanno permesso di mantenere nel tempo il suo antico carattere, un ritmo di vita lento, scandito dalle stagioni e dai battiti del cuore. E’ un borgo piccolino, tutto raccolto ed arroccato, come una piccola oasi.
Il borgo è contenuto ma nasconde tanta ricchezza a partire dalla porta Urbica dove svetta la formella con la Madonna del latte, in pietra arenaria del XV secolo. Sulla facciata interna spicca ancora lo stemma dei Paciotti, primi conti di Montefabbri.
Anticamente l’arco della porta d’ingresso sosteneva un ponte levatoio e si vedono ancora le nicchie dove rientravano i bracci.
Montefabbri è uno dei borghi più belli delle Marche: un dedalo di stradine acciottolate, case strette e una splendida Pieve. E’ uno scrigno di pace racchiuso da un’antica cinta muraria del XII secolo. Poco distante, a Colbordolo, nacque Giovanni Santi, il padre di Raffaello Sanzio che portò questi paesaggi nel suo cuore per sempre.
Il borgo ha un impianto medievale con un’unica porta di accesso da cui si diramano le vie a raggiera che conducono alla Pieve di San Gaudenzio, il fulcro storico attorno al quale si è sviluppato Montefabbri.
Accenni alla storia di Montefabbri – borghi più belli delle Marche
Sono incerte le origine del nome, ma probabilmente deriva da Monte Fabrorum, ovvero castello della famiglia dei Fabbri.
Le prime notizie su questo castello risalgono al 1216 e si sviluppò probabilmente nel XIII secolo intorno alla Pieve per volere degli abitanti di un vicino castello di cui non è nota l’ubicazione. Le sorti di Montefabbri si intrecciarono con quelle di Rimini e i Malatesta e con quelle di Urbino e i Montefeltro che usarano il borgo come presidio strategico.
Nel 1578 Montefabbri fu concesso in feudo dal Ducato di Urbino, all’architetto Pietro Francesco Tagliapietra, detto Paciotti, che progettò il fortino di Senigallia e la rete idrica della città di Pesaro. Sotto i Paciotti si sviluppò una fabbrica di ceramiche, venne migliorata la Pieve, si ampliò il palazzo del Signore, si acquistò un mulino e l’economia locale crebbe.
Estinta la famiglia Paciotti nel 1744, Montefabbri fu riunito alla città di Urbino per circa cinquant’anni. La riforma del Regno d’Italia, la caduta di Napoleone e gli eventi storici successivi, videro Montefabbri seguire le stesse sorti di Urbino. I suoi abitanti vissero in miseria tra privazioni ed epidemie di peste e colera.
Per un periodo l’unica attività che restò era quella della Fornace e furono molti gli atti di banditismo e delittuosi. Solo dopo l’Unità d’Italia venne istituita la prima caserma dei Carabinieri, che mise fine alle scorribande dei briganti, come quelle di Terenzio Grossi.
Montefabbri perse la sua autonomia nel 1868 e fu annesso al Comune di Corbordolo, oggi Vallefoglia
Visita la Pieve di San Gaudenzio
Il cuore di Montefabbri è la Pieve di San Gaudenzio, che conserva al suo interno le più antiche opere decorative in stucco delle Marche. Si tratta di scagliole in bianco e nero: paliotti, pannelli e lapidi che risalgono al XVII secolo. Sono incredibilmente belle da ammirare.
Intitolata a San Gaudenzio, secondo la tradizione è una delle prima quattro pievi dell’arcidiocesi urbinate.
Tra le opere più interessanti in scagliola: la cappella del sacramento, l’altare maggiore e i paliotti della cantoria che sono di particolare interesse. La balaustra è decorata da cinque pannelli in scagliola, sempre in bianco e nero di Silvestro di Bologna.
Al centro del pannello più grande si narra il “Ritrovamento della croce di Cristo“, in quelli laterali sono rappresentati gli angioletti che recano nelle mani gli strumenti della passione del Singore. Ai lati estremi due stemmi nobiliari.
La chiesa è ricca di marmi ed ha una cripta del XII secolo che conserva le spoglie di Santa Marcellina, vergine e martire del III secolo, patrona del borgo. Ogni anno, l’ultima domenica di luglio, l’urna con i resti della Santa è portata in processione per le vie del paese.
Esternamente spicca una torre campanaria del quattrocento, che si sviluppa tutto intorno alla pieve e la cui altezza è di 25 metri, ed è il punto di riferimento di tutto il borgo.
Beato Sante Brancorsini
Montefabbri è legato a un altro Santo molto amato nella zona, il Beato Sante Brancorsini, che nacque qui nel 1343. Appena ventenne per difendersi dall’assalto di un parente, lo uccise. Scosso dal fatto rinunciò alla carriera militare e si ritirò nel convento dei Frati minori di Mombaroccio.
Morì nel 1394 con la fama di santità, corroborata dai prodigi avvenuti dopo la sua morte. Nel 1770, papa Clemente IV ne approvò il culto. Il suo corpo riposa nella chiesa del convento di Scotaneto e la sua festa ricorre il 14 agosto.
Si racconta che sia stato battezzato sul catino del battistero di questa Pieve.
La panchina gigante
Poco distante dal centro storico puoi vedere un antico lavatoio del ‘900 restaurato di recente con dei fossili incastonati al suo interno e, continuando a camminare troverai una meravigliosa panchina gigante che da su un panorama spettacolare.
Questa delizia per gli occhi è parte del progetto Big Bench originario delle Alte Langhe: se sei un appassionato delle panchine panoramiche certamente non puoi perderla!
Siediti, assapora il ritmo lento del tempo, ascolta il canto degli uccelli i profumi che sono nell’aria e regalati un pizzico di pace. Da qui si vede anche il tetto del mondo, che in questo periodo dell’anno brulica di ginestre in fiore!
Sei già stato nelle Marche, conoscevi già questi borghi? Facci sapere quale ti ispira di più e vorresti visitare.
Borghi più belli d’Italia nelle Marche
Tra i borghi più belli d’Italia da visitare nelle Marche, oltre a Gradara, Fiorenzuola di Focara e Montefabbri di cui ti abbiamo raccontato oggi, ti segnaliamo anche:
Arcevia e i suoi splendidi castelli, l’ideale per una gita di un giorno
Cingoli, il balcone delle Marche
Corinaldo, il paese dei matti e dei polentari
Grottammare e la magia del vecchio incasato
Mondolfo tra mare e tradizioni
Montacassiano, un borgo medievale immerso nelle colline
Montelupone, il borgo che sorprende
Moresco e i suoi paesaggi collinari
Offida il borgo dei pizzi e dei merletti
Ringraziamenti
Questo articolo è stato scritto in collaborazione con: Fondazione Marche Cultura e Borghi più beli d’Italia nelle Marche.
Ci teniamo a ringraziare tutti i referenti che ci hanno sostenuti durante il blog tour, le guide e le amministrazioni Comunali che ci hanno accolti e accompagnati.
L’assessore Mirco Calzolari, la referente Giovanelli Linda e la nostra guida Mindoli Alessandra per Montefabbri. Marco Scriboni referente e Massimo d’Angeli nostra guida per il borgo di Fiorenzuola di Focara.
Il Sindaco Ricci, la referente e guida al Museo Storico Mariangela Albertini, Fabio Fraternali guida per la Rocca di Gradara, Francesca Volpini e Alexia Bianchi per The Magic Castle Gradara e l’assedio al castello. L’assessore Angela Bulzenetti e il Presidente del Consiglio Federico Mammarella – Borgo di Gradara.
Ringraziamo i ristoranti che ci hanno coccolati: La Rupe a Fiorenziola di Focara, al Giardino Segreto di Gradara e Ristorante pizzeria Oasi a Vallefoglia. Grazie al Camping Panorama e Paolo Massarenti per averci ospitati e fatti sentire come a casa.
Un grazie anche a Marche Tourism, Gradara, Fiorenzuola di Focara e Montefabbri.
Tutto quello che abbiamo raccontato in questo articolo è frutto della nostra personale esperienza, senza alcun condizionamento.
2 comments
Grazie a te, per il bellissimo post ❤️
Felice che ti sia piaciuto Alessandra 🙂 spero ci saranno nuove occasioni per incontrarci