Cosa vedere a Cingoli, il balcone delle Marche e uno dei borghi più belli d’Italia. Cingoli se ne sta distesa sulla cima del Monte Circe a 630 metri sul livello del mare e offre viste meravigliose sulle vallate circostanti: dagli Appennini Umbro-Marchigiani fino ai Monti Sibillini e al Gran Sasso. Se cerchi pace, silenzio e un pizzico suggestione è il posto giusto per te.
Il nome del borgo deriva dalla sua posizione strategica e ha anche un che di romantico: dal latino “cingulum” che significa “qualcosa che cinge”. Cingoli è il luogo ideale da visitare per gli appassionati di borghi, coppie amanti dell’arte, famiglie con bambini, appassionati di trekking e passeggiate in mezzo al natura.
Il borgo di Cingoli è ricco di chiese e non manca qualche interessante itinerario religioso da scoprire. Per gli amanti dell’arte e della cultura ci sono diversi musei e, infine, ti anticipo che il turismo enogastronomico fa da padrone da queste parti, perchè sono tante le delizie del territorio da assaggiare e i piatti tipici marchigiani da gustare.


Cosa vedere a Cingoli
Ci sono due leggende sull’origine di CIngoli: la prima sostiene che sia stata fondata dalla Maga Circe, che si fermò qui a riposare, incantata dalla bellezza del luogo; la seconda afferma che qui si fermò il picchio piceno, simbolo delle Marche.
Scopriamo cosa vedere a Cingoli in un giorno e tutto quello che c’è da fare e visitare nei dintorni. Se vuoi vedere tutto e prenderti del tempo per assaporare i luoghi, camminare e sederti ad ammirare la natura che ti circonda, ti suggerisco di fermarti per un week end, perchè non macheranno le cose da fare.
Visitato il centro storico di Cingoli, potrai dirigerti verso il lago per scoprire tutte le sue bellezze e magari, approfittare del tempo che ti resta per esplorare qualche altro bel borgo Marchigiano.
Alta sul monte come in trono assisa
vedi ai tuoi pie’ un popolo di colli
che, chini innanzi a te, si stendon molli
insino al mare del Tronto e della Misa.E dietro a te s’estende il bosco ombroso
che, con i suoi sentieri e l’aria pura,
dona, a chi apprezzi intatta la natura,
pace, serenità, vero risposo.Sul tuo “Balcone” l’animo è rapito
nell’ammirar stupendo un panorama,
che pare aprirsi verso l’infinito;Sicchè irretito della tua malia,
Ananstasio Angelucci
chiunque arrivi qui t’ammira ed ama,
nè puù ti può scarodar, cingoli mia.



Il Balcone delle Marche e il Centro storico
Lungo le mura cittadine celebrate come “mura della veduta”, all’ombra dell’antico monastero di San Francesco, trovi uno dei più bei punti panoramici di Cingoli. Affacciati dal balcone delle Marche, per perderti tra le bellezze circostanti. La prima volta che siamo arrivati qui non siamo stati molto fortunati, perchè si è alzata una grande nebbia e non si scorgeva quasi nulla all’orizzonte, ma qualche mese dopo, siamo stati decisamente più fortunati!
Il balcone delle Marche, punto panoramico imperdibile, ospita la scultura di Tito Labieno, realizzata dall’artista Nazzareno Rocchetti. Cingoli, abitato sin dal neolitico, divenne un municipium romano grazie a Tito Labieno, luogotenente di Giulio Cesare, che lo fortificò a proprie spese, diventando il fondatore della città.
Parlando della sua avanzata nel Piceno quest’ultimo menziona Cingulum “quod oppidum Labienus constituerat quaque pecunia exaedificaverat” e ricorda il contributo degli uomini dato al suo partito nella guerra civile.
Fatto il pieno di bellezza inizia la visita del centro storico da piazza Vittorio Emanuele, dove si affacciano alcuni degli edifici storici più belli di Cingoli come il Palazzo Comunale, la Pinacoteca e l’antico Duomo.
Incamminati per i vicoli del centro storico di Cingoli, infilati in qualche viuzza stretta e lasciati trasportare in un tempo passato. Cosa c’è di bello a Cingoli? Architetture rinascimentali, antiche mura medievali che lo abbracciano, parchi, casette in pietra: ogni angolino di questo borgo pittoresco saprà sorprenderti se gliene darai occasione.


Palazzo Comunale
Il Palazzo comunale di Cingoli risale al XII secolo ed è caratterizzato dalla splendida Torre l’orologio, aggiunta il secolo successivo. La storia del palazzo è movimentata negli anni, tanto che XVI secolo costruirono al suo interno persino un piccolo teatro condominiale, che rimase attivo fino al 1936 quando venne dichiarato inagibile e lo smantellarono.
La sala degli stemmi si trova al secondo piano del Palazzo Comunale, è detta degli stemmi per l’impianto iconografico dedicato alla rappresentazione dell’araldica cittadina. Al centro della volta, dove oggi compare un ludus di angioletti, un tempo c’era l’antico stemma del Comune di Cingoli: un albero sulla cima di un monte, sostenuto da due cervi su sfondo rosso.
A ridosso dei quattro angoli della volta, altrettanti medaglioni sono dedicati all’origine romana della città. Lungo tutta la fascia inferiore ci sono gli stemmi delle famiglie nobili cingolanee e l’anno in cui sono entrate nel ceto nobiliare.
La sala degli stemmi ospita un frammento degli affreschi di Jacopo Salimbeni, che un tempo ornavano la chiesa di San Domenico. Altro affresco pregevole la “scena della Pietà con Santi” di Bellinzoni, che ornava la chiesa di Santa Lucia degli Agostiniani.
Altra opera di interesse è una cornice della bottega degli Scoccianti di Cupramontana, una stirpe di scultori ed ebanisti tra i migliori interpreti del barocco romano. La cornice racchiude un dipinto di autore ingoto di San Giacinto.



La Madonna del Rosario di Lorenzo Lotto
La sala degli Stemmi del Palazzo comunale ospita diverse opere d’arte, tra cui il famoso dipinto di Lorenzo Lotto “La Madonna del Rosario” che risale al 1539. Lotto cercò di raffigurare in quest’opera il Mistero del Rosario in quindici medaglioni disposti su tre file intorno al capo della Vergine.
Su un cielo velato si trovano collocati in forma piramidale e posizionati su tre ordini, quindici medaglioni contenenti i temi dei quindici misteri del culto mariano del Rosario. Minuziosi capolavori all’interno di uno dei capolavori indiscussi di Lorenzo Lotto.
La composizione va letta dall’alto in basso e da sinistra a destra, dove trovano luogo:
- i Misteri gaudiosi: Annunciazione, Visitazione, Natività, presentazione al tempio, cristo bambino che insegna ai dottori
- i cinque Misteri dolorosi: Cristo nell’orto degli ulivi, Flagellazione, Incoronazione di spine, Ascesa al Calvario, Crocifissione)
- i Misteri gloriosi: Resurrezione, Ascensione, Pentecoste, Assunzione della Vergine, Incoronazione della Vergine
L’ambientazione è ricca di dettagli molto belli da ammirare. La Madonna col bambino in mano, consegna il rosario a San Domenico di Guzman, mentre il Bambino si slancia verso il modellino offerto da Sant’Esuperanzio. Nella tela sono presenti anche Maria Maddalena, Caterina da Siena e i santi Vincenzo Ferrer e Pietro da Verona.




Museo archeologico
Il Palazzo Comunale custodisce anche il Museo Archeologico, che ospita un’interessante raccolta di reperti ritrovati nelle zone circostanti. E’ suddiviso in diverse sezioni e l’accesso è consentito anche ai nostri amici a 4 zampe.
La sezione preistorica espone i materiali del paleolitico inferiore, medio e superiore, le industrie litiche neolitiche ed eneolitiche e un’interessante campionatura dell’età del bronzo.
La sezione dell’età del ferro espone reperti del periodo, tra cui spiccano quelli provenienti dall’insediamento di San Vittore di Cingoli. Particolarmente interessante la sezione romana, che illustra le fasi della romanizzazione del territorio e definisce la forma di organizzazione dell’ager cingulanus attraverso una serie di ville rurali.



La fontana del Maltempo
Caratteristica del borgo di Cingoli è la fontana del maltempo di origine rinascimentale. La fontana raffigura un albero sulla cima di un monte, sostenuto da due cervi, simbolo della città. La vena che alimenta la fontana era esile e non riusciva a garantire il giusto afflusso di acqua al borgo. Solo dopo le giornate piovose sgorgava copiosa: ecco probabilmente l’orgine del suo nome.
Sapevi che molti visitatori bevono dalla fontana del maltempo, perché la sua acqua è considerata un elisir di giovinezza? Alla sua acqua è legato anche un vecchio detto: “Chi beve dalla fontana del maltempo torna a Cingoli ogni tanto tempo” .
Hai già dato un’occhiata alle nostre storie in evidenza su instagram? Ti aspettiamo!


Le antiche porte – cosa vedere a Cingoli
Porta Piana è considerata l’accesso principale al borgo medievale di Cingoli. E’ costituita da un grande arco, con stemmi e fregi della città, ristrutturato di recente. La porta è inserita nella cinta muraria che circonda tutto il borgo.
La portella o Porta del Tasso, è uno degli accessi più antichi al centro storico di Cingoli. Appena l’avrai attraversata ti aspetta un paesaggio meraviglioso da cui si scorgere anche la sagoma del complesso Monastico di Santa Caterina e del Convento di San Giacomo.
Siediti sulla panchina e goditi la magia del tramonto sulla macchia di Tassinete, immerso in questa cornice da cartolina! I colori, la pace e il silenzio che si respiara da questo scorcio sulla vallata sottostante è davvero unico!
Da questo belvedere in circa 10 minuti di camminata puoi raggiungere il Parco delle Pietre Vive, passando davanti al Carosello dell’Ultimo Sole, un orologio che tutti i giorni volteggia sulle note de “Il Pescatore” di Fabrizio de André. Per vederlo devi trovarti qui circa 40 minuti prima del tramonto.
Non avevamo abbastnza tempo per vedere tutto, quindi abbiamo preferito continuare a scoprire i vicoli del borgo, ma torneremo presto.

Palazzo Castiglioni
Cingoli è ricca di antichi palazzi dalle storie interessanti come Palazzo Conti, Palazzo Puccetti, Mucciolanti, Raffaelli e Palazzo Silvestri.
Palazzo Castiglioni è la casa di Francesco Saverio Castiglioni, meglio conosciuto come Papa Pio XIII. E’ ancora usato dalla famiglia Castiglioni quando si reca a Cingoli, infatti non tutte le stanze sono visitabili. Fu eretto alla fine del 1600 fondendo due precedenti dimore nobiliari: quella di Luzio Bernardi e quella di Bonifazio Giulioni.
Fra queste due case un tempo sorgeva la chiesa di San Giuliano, spostata dal Giulioni nel 1500 per ampliare il suo palazzo. Tali vicende hanno dato origine a un palazzo particolare: le due strutture originali, anche se unite, restano distinte formando due unità abitative con portoni gemelli.
Il decoro interno è costituito dai resti delle vecchie strutture, arricchite da pitture murali dell’ottocento. Molto interesse il camino rinascimentale, con inciso il motto e lo stemma della famiglia Maria.



Tra le stanze visitabili: la piccola Cappella privata, lo studio, l’Archivio, dove si trova il registro degli ecclesiastici arrestati e la Biblioteca. La Sala della Musica, in assoluto una delle mie preferite, è l’unico esempio di soffitto costituito da nove cupole ottagonali visibile nelle Marche.
Suntuosi salotti, soffitti dipinti, grandi caminetti, modeste camere da letto, oggetti d’antiquariato, quadri e tante storie ti aspettano addentrandoti all’interno di queste antiche mura. Sotto al Palazzo si trova una cantina che a causa di una falda è diventata una cisterna d’acqua naturale e potabile, ma che non ci hanno permesso di visitare quel giorno.
Se vuoi approfondire, te ne parlo nel dettaglio in questo articolo interamente dedicato a Palazzo Castiglioni, aperto eccezionalmente durante le giornate del FAI o su prenotazione anticipata. La visita è solamente guidata e il costo è di appena 3€ a persona.



Prato dell’Osservatorio e Palazzo Puccetti
Lasciata la Portella, percorrendo Via Castiglioni si arriva a Palazzo Puccetti, uno splendido edificio con finestre e portone azzurri. Ai lati del corridoio d’ingresso si aprono quattro porte, sormontate dai alcuni stemmi di alleanza matrimoniale.
Il suo portone è uno dei più complessi e monumentali tra tutti quelli che potri vedere a Cingoli negli edifici civili. I telamoni, presenti sulla porta sono usati anche nel mobilio. L’interno è arricchito da bei soffitti a cassettoni con personificazioni di varie scienze, forse un tempo ospitanti una biblioteca.
Proseguendo lungo Via Pietro Leoni, assaporerai l’aspetto più autentico di Cingoli e quasi ti sembrerà di tornare indietro nel tempo. Ad un certo punto arriverai al Prato dell’Osservatorio e al Giardino dei Leoni: un altro punto panoramico assolutamente da non perdere quando sarai qui!
C’è un grazioso parco con dei bei tavoli di legno e delle panchine. Puoi prendere una bella cresca calda da asporto, qualcosa da bere e sederti qui ad aspettare il tramonto.

Palazzo Raffaelli
L’ingresso monumentale del palazzo che si trova in via Cavour, è un androne che da sul cortile, arricchito da delle colonne. Probabilmente un tempo era il palazzo più grande di Cingoli!
La famiglia Raffaelli arrivò a Cingoli nei primi anni del XVII secolo e fu ascritta alla nobiltà del 1535. A questa famiglia appartennero uomini che si sono distinti in ambito storico e culturale come Francesco Maria Raffaelli e Filippo Raffaelli, bibliotecario alla biblioteca comunale di Fermo, la più’ importante delle Marche.
Francesco Maria Raffaelli, uno dei più importanti studiosi di Sant’Esuperanzio, costruì una biblioteca familiare che arrivò ad ospitare 45.000 volumi, venduta per debiti di gioco. Nei primi anno del ‘900 il palazzo fu venduto e diviso tra più proprietari, che hanno avuto poco rispetto delle opere originali.
Solo pochi ambienti conservano intatte le decorazioni pittoriche originali e la parte nobilitata da stemmi dipinti. Dopo la costruzione della nuova facciata della chiesa di San Francesco, i Raffaelli costruirono il prospetto lungo via Cavour, dopo che una schiera di modeste case furono demolite, per consentirne per intero la veduta anche dal corso.



Il Cassero – Fortezza comunale
Fortezza comunale, eretta a difesa della libertà comunale nella lotta delle fazioni, incendiata nel 1304 e ricostruita pochi anni dopo. Venne smantellata nella metà del XV secolo e adibita a casa del Podestà Pierdomenico Leopardi di Osimo r Giuseppe Rovelli di Camerino.
Nel 1820 il cassero fu adibito a carcere mandamentale e in seguito a sede distaccata del Tribunale di Macerata. Solo recenti restauri hanno riportato alla luce affreschi e frammenti di vasellame di epoca medievale e rinascimentale.
Visita la nostra sezione Marche se stai organizzando un viaggio da queste parti. Trovi itinerari, borghi, curiosità, luoghi sacri e tanti spunti per arricchire la tua avventura
Le Chiese – cosa vedere a Cingoli
Cattedrale di Santa Maria Assunta (Duomo di Cingoli)
Nella piazza principale, proprio davanti al Palazzo Comunale si erge solitario il Duomo di Cingoli. Già a metà del 1500 l’antica cattedrale di Cingoli, che sorgeva dove oggi si trova la Chiesa di San FIlippo Neri, fu ritenuta troppo piccola per contenere i fedeli del centro, che crebbero di anno in anno.
Nel 1615 demolirono la piccola chiesa di San Salvatore e le vicine case, per costruitre una nuova chiesa. I lavori si basarono sul progetto dell’architetto Ascanio Passari e furono pieni di difficoltà, tanto che si conclusero con un crollo appena coperto il tetto e ultimata la cupola. Questo disatroso epilogo obbligò l’architetto a trovare soluzioni più adatte all’epoca, tenendo conto anche dell’esposizione al vento dell’edificio.
Consacrata nel 1654, ospita al suo interno vari monumenti sepolcrali, tra cui spicca quello dedicato a Papa Pio VIII, nato a Cingoli. Purtroppo ad oggi il Duomo di Cingoli non è visitabile, perchè ha subito dei danni durante l’ultimo sisma e nessuno è ancora venuto a valutare lo stato di stabilità dell’edificio.
Siamo rimasti malissimo quando il gestorie di un bar ci ha raccontato che ancora, dopo tanti anni, l’edificio è interdetto e nessuno sa quando potrà riaprire al pubblico. Cingoli è stata duramnte ferita dagli ultimi terremoti e sono tanti i lavori da intraprendere per farla tornare al suo splendore.

Chiesa di San Filippo Neri
La Chiesa di San Filippo Neri ha un bellissimo portale romanico e l’interno è in stile barocco con stucchi e affreschi che rappresentano scene bibliche e figure allegoriche.
Elevata a collegiata nel 1530 da papa Clemente VII, era la chiesa più importante di Cingoli, ma divenne troppo piccola per la crescente comunità, così si costruì un altro edificio sulla piazza centrale: l’attuale Duomo.
La magnifica decorazione della volta è stata realizzata dall’artista Pier Simone Fanelli, in collaborazione con Paolo Marini, chei ha decorato anche tutto il presbiterio! La chiesa è un vero gioiellino da ammirare, ma l’abbiamo trovata chiusa purtroppo!
Sul catino absidale spicca l’affresco “Caduta della manna“, il “Sacrificio di Isacco” e le figure femminili delle allegorie delle Virtù Cardinali: Giustizia, Temperanza, Fortezza e Prudenza.



Santuario di Santa Sperandia
Il Santuario di Santa Sperandia è certamente è uno dei luoghi religiosi più suggestivi di CIngoli, che mi ha molto emozionata. Si trova poco fuori dal centro storico e si raggiunge in 5 minuti di camminata a piedi da porta Piana.
Eretto sulle vestigia dell’antico tempio cristiano-longobardo, dedicato all’Arcangelo Michele, questa chiesa conserva il corpo dell’omonima Santa. Sperandia, monaca benedettina nata a Gubbio, che visse e morì a Cingoli nel 1276.
Santa Sperandia, insieme a Sant’Esuperanzio e San Bonifilio è copatrona della città di Cingoli.
All’interno del Santuario davvero ben curato e molto grazioso, spicca “la Madonna con bambino” di Antonio da Faenza, l’elegante cantoria e due gelosie lignee del XVII secolo, attribuibili alla bottega degli Scoccianti. Predomina il bianco, intervallato da pregevoli dipinti colorati che adornano le pareti e c’è anche un grande organo a canne.
L’alatare scolpito in pregiati marmi di Verona è dedicato allo Santa. Sull’altare maggiore il dipinto di Pier Simone Fanelli, raffigurante “il Miracolo delle Ciliege” una delle più celebri vicende legate all’agiografia della Santa.
Ma in cosa consiste questo miracolo? Durante il mese di gennaio, Sperandia affidò a dei muratori la ristrutturazione del monastero. Dopo aver dato loro da mangiare, chiede se avessero bisogno di qualcos’altro e questi gli chieso delle ciliegie fresche. La Santa si mise in preghiera e un angelo le portò un cesto di ciliegie che Sperandia offrì agli scalpellini che, sbalorditi chiesero perdono per l’assurda richiesta.




L’eremo di Santa Sperandia
Ai confini dei territori di Cingoli e San Severino, si trova l’Eremo di Santa Sperandia, scavato nella roccia. Queste grotte completamente immerse nel bosco sono il luogo dove visse la Santa in preghiera e penitenza, elargendo miracoli. Per raggiungere l’eremo dovrete percorrere ben 430 scalini!
La sua posizione isolata mi ricorda un pò il tempio del Valadier, che abbiamo visitato vicino Genga, raggiunto percorrendo una ripidissa salita. Non abbiamo ancora avuto occasine di avventurarci per visitarlo, ma è nella nostra wish list già da un pò!

Collegiata di Sant’Esuperanzio
Uno dei più importati luoghi di culto di Cingoli, si trova fuori dal centro storico e si raggiunge più comodamente in auto. Non siamo stati molto fortunati nel visitarla perchè la prima volta l’abbiamo trovata chiusa e la seconda volta c’erano delle comunioni.
Non abbiamo avuto modo di visitarla con calma e scattare delle foto dettagliate del suo interno, che invece è molto bello e particolare.
Una bolla di Papa Innocenzo II menziona il tempio tra i beni dell’Abbazia di Fonte Avellana già nel 1139. Alcuni frammenti di muro, testimoniano che sorge in un luogo un tempo occupato da un tempio pagano circondato dal boschetto sacro, luogo di culto dell’antico centro abitato di Cingulum.
Gli affreschi ancora visibili sulle pareti sono di scuola umbro-marchigiana dei secoli XV e XVI e sono sbiaditi perchè nel corso dei secoli usarono la chiesa anche come lazzaretto per le vittime della peste.
Il monastero di Sant’Esuperanzio fu chiuso dopo la bolla di papa Pio V del 1569 che soppresse la congregazione avellanitae e i beni vennero ceduti. Nel 1764 fu eletto a Collegiata Insigne dal papa Clemente XIII, espropriato da Napoleone Bonaparte nel 1810 e poi dal governo italiano.


La cripta di Sant’Esuperanzio
La chiesa è in stile romanico-gotiche. La facciata è costruita con conci di arenaria: è sobria ma allo stesso tempo molto elegante. Vicino alla parete esterna costruirono nel XVI secolo un loggiato, che immette nella casa parrocchiale.
Il portale è costituito da un fascio di cornici e di ghiere, bellissimo e molto ricercato. Sull’architrave è scolpito il mistico agnello e i simboli degli evangelisti: l’uomo simbolo di San Matteo e l’aquila di San Giovanni; il leone e il toro simboli di San Marco e San Luca.
Nella lunetta è raffigurato Sant’Esuperanzio in abiti pontificali affiancato da due angeli. Sotto il rosone, in una nicchia, c’è un’immagine di Sant’Esuperanzio raffigurato con gli abiti vescovili che regge con la mano il gonfalone.
Il presbiterio rialzato, poggia su delle colonne che sorreggono la tribuna. La cripta custodisce il corpo del Santo Protettore di Cingoli, rinvenuto durante dei lavori di pavimentazione della chiesa nel 1495.


Chiesa di San Nicolò
Questo antico edificio venne eretto dopo il 1218, come sede cittadina della chiesa extra moenia di Sant Esuperanzio, scomoda da raggiungere specie nei mesi invernali. Per volere della famiglia Venanzi, originaria di Spello, rimodellarono la facciata nel XVI secolo, scolpendo il loro stemma su uno scudo in pietra, affisso sulla facciata.
Sempre nello stesso periodo è stata ampliata piazza XX settembre, un tempo nota come piazza delle erbe e l’elegante loggia rinascimentale. La chiesa conserva al suo interno un antico altare in pietra e il portale scolpito è del Maestro Giacomo, autore anche del portale della chiesa di Sant’Esuperanzio.
Purtroppo oggi è chiusa al pubblico, a causa dei danni del recente sisma. Cingoli ha tanti altri luoghi sacri, molti purtroppo inagibili e chiusi proprio per questo motivo.

Chiesa di San Domenico
Le prime notizie della chiesa risalgono al 1325. Della struttura originaria in stile romanico, non restano che scarse tracce. Nella XVI secolo la chiesa subì importanti cambiamenti e prioprio durante questa ristrutturazione, collocarono sull’altare maggiore la Madonna del Rosario e Santi di Lorenzo Lotto. Oggi quest’opera è esposta nella sala degli stemmi del Comune di Cingoli.
Il presbiterio, leggermente sopraelevato è separato dalla navata da una balaustra mistilinea. Nelle pareti laterali ci sono due coretti dai balconcini lignei con decorazioni dorate. Sopra il portale c’è il dipinto San Vincenzo Ferrer consegna la divina assoluzione a una giovane morente, opera di Pasquale Ciaramponi.
Lo spazio centrale della chiesa è costituito da un’area ellittica in cui si aprono quattro cappelle con quattro altari e altrettanti dipinti.



Chiesa di San Francesco
Prima che venisse chiusa a causa dei danni del sisma era uno degli edifici sacri più grandi di Cingoli. Eretta già nel 1225 fu spesso sede di Capitoli provinciali dei Frati conventuali nel 1500.
Alla fine del 1700 fu interamente ricostruita e rimase aperta al culto anche dopo la secolarizzazione del convento. Dell’originario impianto medievale non restano che le fiancate e il portale romanico, inserito nella parete destra, attribuito al maestro Giacomo, autore anche del portale della chiesa di Sant’Esuperanzio e San Nicolò.
Attualmente purtroppo non è più visitabile. C’è davvero un gran lavoro da fare per far tornare a splendere i nostri borghi e restituirgli tutta la bellezza e la gloria di un tempo.

Lago di Cingoli
Cosa vedere vicino Cingoli? Senza ombra di dubbio, il lago artificiale di Castriccioni, conosciuto per lo più come il lago di Cingoli, uno dei più grandi del centro Italia. Si raggiunge facilmente in auto dal centro di Cingoli, ammesso che la strada chiusa per dissesto fino all’anno scorso, sia stata nuovamente aperta.
Questo bel lago è il luogo perfetto per fare delle passeggiate e portare con te il tuo amico a 4 zampe! Se vuoi fare qualche foto panoramica, non perdere i ruderi del castello di Castriccioni con il suo cuore in ferro battuto che incornicia il lago.
Vicino alla baia di Popeye, ti aspetta il Baden Am Stausse: 6 statue mitologiche istallate dall’Asd Monsub di Jesi e immerse nella profondità del lago nel 2014, che creavano un percorso subaqueo sul fondale per ipovedenti. Orami semi riemerse, sono davvero uno spettacolo.
Nei pressi del lago di Cingoli puoi visitare il Museo del lago diviso in tre aree tematiche:
- Museo dell’acqua, storia della diga di CIngoli
- il museo dalla civiltà contadina, che espone utensili e oggetti del mondo agro-pastorale del luogo
- il grazioso Museo del sidecard che ospita tanti mezzi utilizzati in vari film, che riconoscerai a colpo d’occhio. La collezione privata è visitabile su prenotazione chiamando lo 0733.602651. Si trova in località Valcarecce, 13.
Nelle valli sotto Cingoli scorre il fiume Musone, che riserva delle sorprese per gli appassionati di trekking e percorsi nel verde. Da non perdere il Ponte dell’Intagliata, un ponte romano medievale diroccato che sorge tra la fitta vegetazione, che puoi facilmente raggiungere dal parcheggio gratuito chesi trova poco distante.
Per concludere ti aspetta lo storico Mulino Bravi, uno degli ultimi mulini ad acqua ancora funzionanti nelle Marche. Le prime notizie del mulino risalgono al 1565 e produce farina biologica ancora oggi, che puoi acquistare. Il Mulino Bravi comprendente un frantoio, una polveriera e anche una segheria.
Le cascatelle di Cingoli e il Cristo delle Marche
Tappa immancabile nei dintorni sono le Cascatelle di Cingoli. Il fiume Musone si tuffa in alcuni salti di pochi metri dando origine a queste graziose cascatelle, molto frequenate in estate da chi cerca pace e refrigerio dalla calura estiva. Purtroppo ci è sembrato di capire che i nostri amici a 4 zampe non siano tanto i benvenuti! Le cose sono cambiate molto negli anni, rispetto a quando venivo qui da adolescente.
Ormai molto è privatizzato, chiuso e con accessi vietati. L’afflusso di persone è nettamente aumentato negli anni e l’atmosfera è cambiata, anche se la bellezza è rimasta sempre la stessa!
Le cascatelle si trovano a metà strada tra il borgo di Cingoli e Apiro. Per raggiungerle ti devi dirigere verso la Località Pozzo e svoltare seguendo le indicazioni “Ristorante Pizzeria la Crescia”. Tieni gli occhi aperti perchè il cartello si trova all’inizio di una strada che si addentra tra la vegetazione ed è sbagliare strada.
Un luogo insolito che ti suggerisco di scoprire se hai ancora del tempo è il Cristo delle Marche, una scultura in granito nero africano alta 2,7 metri e appoggiata su una pietra bianca. Rappresenta un abbraccio del Cristo a tutti i marchigiani.
Si trova in località Internone di Avenale, a 7 km dal centro di Cingoli. Una volta arrivato qui, il Cristo delle Marche si raggiunge in circa 20 minuti. Una parte del tragitto si può fare in auto, l’altra a piedi.

Percorsi naturalistici Cingoli e dintorni
Cingoli è famosa per “l’aria bona” ed è perfetta per amanti delle passeggiata all’aria aperta dato che tutto intorno ci sono diversi boschi che regalano profumi e colori diversi in ogni stagione dell’anno. Tra i veri percorsi naturalistici ti segnalo:
- il bosco delle Tassinete
- trekking a San Bonfilio che conduce all’antico eremo Silvestrino
- Il percorso del Fosso della Scalette
- Il sentiero che della Valle del Rio sale fino al Monte Acuto. Questo luogo è legato ad una delle leggende più affascinanti di Cingoli: il serpente e la Tessitrice.
La leggenda narra che all’interno di una grotta, che si apre sulle pendici di Monte Acuto ai confini di Cingoli, Treia e San Severino, una Signora tesse dalla notte dei tempi con un telaio d’oro. Per impossessarsi del telaio si deve salire sul monte a mezzanotte, spogliarsi e sostenere un bicchiere pieno d’acqua.
Occorre restare in attesa fino a che un grosso serpente non beva dal bicchiere, dopo averci avvolto nelle sue spire. Soltanto in quel caso potremmo finalmente accedere ai gradini scavati nella roccia, che conducono alla grotta e al telaio d’oro.
Nessun è mai riuscito a raggiungere la Signora, perchè piegati dalla paura del serpente e rotto il silenzio, tutti si ritrovano a chilometri di distanza, trasportati da un vento improvviso, privi di sensi e abbandonati tra i cespugli di rovo.



Cosa vedere vicino Cingoli: borghi e boschi
Una volta esplorato il centro storico, il lago di Cingoli e tutte le bellezze naturalistiche nei dintorni, puoi proseguire la tua gita fuori porta, visitano uno di questi luoghi, facilmente raggiungibili da Cingoli:
- Abbazia di Sant’Urbano, famosa per il fenomeno dell’occhio luminoso
- Elcito, il Tibet delle Marche per stare immersi nel silenzio e nella natura
- La faggetta secolare di Canfaito, meravigliosa durante l’autunno
- Gli splendidi sentieri di Pian dell’Elmo, ideale per una gita fuori porta con tutta la famiglia
- Braccano, il borgo dei murales delle Marche



Seguici sui nostri canali social: Instagram, Facebook, Pinterest e Trip Advisor – ti aspettiamo! Se i nostri contenuti ti sono stati utili, puoi offrirci un caffè su Ko-fi e sostenere il nostro blog
Cosa mangiare a Cingoli
Scoverai tanti negozietti di artigiani lungo il centro storico e graziosi locali dove gustare piatti tipici della cucina marchigiana. Tra i piatti tipici del borgo la crescia arricchita con grasselli, il ragù di tartifo, la parmigiana di gobbi (che altro non sono che i cardi) e le tagliatelle al sugo di cinghiale.
Per secondo puoi provare il maiale in porchetta o il baccalà alla salsa verde, magari accompagnato da un bicchiere del verdicchio o del “vino” verdicchio alla canapa. Tra i piatti tipici di Cingoli spicca anche la pizza di formaggio, la ricotta salta, le ciambelle e la salvia fritta.
I frascarelli, un piatto di origine contadina fatto con farina e riso, la classica polenta, il ragù di tartufo o i frittelli, un dolce tipico di carnevale. I cavallucci, sono un dolce di origine contadina che risale al medioevo, fatto con noci, nocciole, sapa, cannella e frutta canditi
La serpe è un altro dolce tipico del periodo natalizio a forma di serpente. La ricetta ha origini antichissime e si tramanda di generazione in generazione. Un tempo veniva preparato nei giorni di festa dalle Monache Clarisse nel monastero del paese. E’ un dolce sostanzioso da abbinare con vino cotto o vino di visciola.
Come raggiungere Cingoli
Cingoli si trova nell’entroterra marchigiano, in provincia di Macerata, a 631 metri sul livello del mare, anche per questo le viste dalla sua terrazza panoramica sono incantevoli.
Da Loreto si raggiunge in meno di un’ora. Noi solitamente passiamo per Recanati, Montefano, Osteria Nuova, fino a Cingoli. Da nord o sud Italia, prendi la A14 ed esci al casello di Loreto – Porto Recanati e poi procedi lungo la Strada Statale.
Nella Mappa trovi segnati i luoghi di cui abbiamo parlato in questo articolo: il centro storico di Cingoli e tutto quello che c’è da fare e vedere nei dintorni: lago, cascatelle, musei e percorsi nel verde.
N.B. Tutte le foto sono di proprietà di Ale Carini e di Ivan Balducci ©2017-2023. Vietato ogni uso.