Cosa vedere a Corinaldo in un giorno: scopri uno dei borghi più belli d’Italia nelle Marche. Questo borgo autentico ha una storia millenaria che riecheggia ancora oggi per le sue viuzze strette. Regala meravigliosi scorci da cartolina e per le sue stardine regna un’insolita quiete e un pizzico di poesia.
Corinaldo è immerso nelle dolci colline marchigiane e se ne sta arroccato su una collinetta, protetto da una lunga cinta muraria lunga quasi un chilometro: una delle più lunghe di tutte le Marche. Quest’opera fu realizzata dall’architetto militare Francesco Di Giorgio Martini nel XIV secolo ed è ancora intatta, come se il tempo non fosse passato.
Il borgo di Corinaldo, venne edificato nei pressi dell’antica città romana di Suasa Senonum. Sembra che il suo nome derivi dalla frase “curre in altum” che veniva usata spesso da chi era sopravvissuto alle aggressioni barbariche. Più recentemente si è fatta strada l’ipotesi che Corinaldo deriverebbe da Curia di Rinaldo, il nome del primo insediamento registrato.
Oggi ti racconto cosa vedere a Corinaldo in un giorno, con calma e senza fretta, per gustare l’atmosfera incantevole di questo borgo marchigiano.



Perchè Corinaldo è conosciuto come il paese dei matti?
Sapevi che a Corinaldo ogni anno nel mese di aprile si svolge la Festa dei Folli? Partecipando avai l’occasione per ricevere il tuo passaporto del matto. Ti basterà correre lungo la Piaggia e appena arrivato al Pozzo della Polenta fare il tuo urlo migliore! A questo punto avrai il tuo Passaporto da Matto e il tuo nome sarà scritto per sempre nel registro dei Matti di Corinaldo.
Ma perchè Corinaldo è conosciuto come il paese dei matti? Sono le città vicine ad aver attributo quest’appellativo a Corinaldo, ma al contrario di quanto potresti pensare, i suoi abitanti non sono noti solo per la loro follia, ma per il loro spirito scherzoso, che orami è parte della tradizione di questo luogo e anche delle rievocazioni storiche.
I matti di Corinaldo sono così famosi che se ne parla in diversi libri come in quello di Marco Carafoli, che si basa sulle memorie del Cavalier Nicola Bolognini Bordi. Questo libro racconta le storie degli “strani” personaggi vissuti a Corinaldo nel tempo come il Signor Atavico, grande amante della caccia. Atavico si alzava all’una del mattino per osservare il cielo e girava per le vie della città bussando di porta in porta per informare i cacciatori sul tempo.
Un altro dei matti di Corinaldo è il signor Gnecco, l’ubriacone, che si buttò nudo nella fontana e che per questo gesto folle restò in prigione per 2 giorni.
Pietrino del Mosciuto scrisse una lettera a Francesco Crispi, il presidente del consiglio, per informalo che era indignato perché aveva dichiarato guerra senza prima chiedere la sua opinione. Paolo Colombaroni, detto Farinello, scappò per arruolarsi con Garibaldi. Una volta tornato a casa, continuò a comportarsi come un soldato, girando per le vie di Corinaldo con la camicia rossa!
Sei mai stato da questi parti? Conoscevi già una di queste storie?



Cosa vedere a Corinaldo in un giorno
Le antiche porte
tre sono le porte che danno accesso al borgo di Corinaldo: Porta Nova, Porta San Giovanni e la magnifica Porta di Santa Maria del Mercato, che conduce alla scalinata (la Piaggia) che porta al famoso pozzo della polenta.
Questa porta è un capolavoro di architettura militare ed è la più antica del paese. A questa primitiva porta, nel 1400 hanno addossato un baluardo poligonale con un’altra porta, dove sono ancora visibili alcune vestigia del ponte levatoio.
Il baluardo, costruito per difendere la porta più antica dai colpi di arma da fuoco, ha un cortile interno atto che serviva a consentire la difesa piombante, verso chiunque fosse riuscito a superare il primo arco. Sulla sommità dell’arco una nicchia custodisce un’immagine di S. Anna, la patrona di Corinaldo.
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Porta Nova è l’ultimo accesso costruito al Castello di Corinaldo alla fine del 1400. La via a cui si accede è un corridoio porticato detto “androne” molto suggestivo da percorrere.
Porta San Giovanni è un imponente complesso costituito da un arco di accesso e da edifici che ospitavano l’abitazione del Bargello, il capitano del popolo e il corpo di guardia.
Questa porta conserva ancora molti elementi di difesa tra cui la “bianchetta”, una piccola porta a sinistra dell’arco che permetteva l’accesso al centro durante la notte o nei periodi di assedio. Puoi ancora vedere gli alloggiamenti delle travi che facevano parte del ponte levatoio, i cardini dei portoni ed i fori per inserite le travi che sbarravano il portone.
Su una nicchia c’è ancora un’immagine della Madonna in cartapesta del ‘700, che gode di una particolare venerazione popolare. Persino re Carlo III, allora principe del Galles, sostò lungo la terrazza che si trova qui vicino; era il 1987.



Le antiche torri e i torrioni
Tra le cose da vedere a Corinaldo ci sono indubbiamente la sue vecchie ed imponenti torri. La fortezza di Corinaldo venne costruita per volere di Papa Urbano V ed è ricca di elementi difensivi.
Quando Federico Ubaldo poco più che dodicenne venne trovato morto nel proprio letto, il padre Francesco Maria II della Rovere, capì che con lui il ducato di Urbino era destinato a scomparire. Di fatti, il 28 aprile 1631 dopo un secolo e mezzo, il Ducato tornò a far parte dello Stato della Chiesa.
Corinaldo perse la sua condizione di terra di confine e le sue mura persero la loro funzione militare. Fu così che torri, guardiole e torrioni si trasformano in abitazioni e botteghe, mentre altre vennero assegnate a persone disagiate. In una di queste risiedeva lo scorticatore di pecore, da cui prese il nome.



La torre dello Scorticatore è ciò che resta di un grande torrione del ‘300, che aveva la funzione di difendere con tiri a raso porta San Giovanni e porta Santa Maria del mercato. Dalla sua cima si vede è possibile vedere il campo per il gioco del pallone con il bracciale, molto in voga a Corinaldo nel 1800.
La Torre dello sperone costruita nel XV secolo a difesa del Cassero è il simbolo delle mura di Corinaldo: si presenta come una poderosa torre pentagonale, alta circa 18 metri.
Nel 1816 il torrione delle Vecchie Carceri viene adibito a laboratorio di ceramica e terracotta, mentre il vicino torrione della Rotonda “dove si fa casino” ospiterà il mattatoio pubblico fino al 1844 quando sarà spostato in quello dello Scorticatore.
Lungo la cinta muraria vedrai anche la casa della Liseppetta, l’ultima a vivere qui ed occupare questo piccolo spazio. C’è ancora il camino per cucinare, un tavolo e un piccolo giaciglio per dormire, con annessa latrina per i bisongi. E’ incredibile che qualcuno abbia vissuto in uno spazio così piccolo.



Il camminamento di ronda
Vuoi camminare sulle mura? Allora questo è uno dei borghi che fa per te! Una cosa imperdibile da fare a Corinaldo è propria una passeggiata sulla sua cinta nuraria. Le possenti mura di questo borgo lo circondano come in un forte abbraccio protettivo e salendo fin quassù la suggestione è assicura!
Percorrendo una ripida stradina si arriva senza troppa fatica al camminamento di ronda, dove si può salire per vedere le mura di Corinaldo dall’alto. Percorrere il camminamento è molto suggestivo e anche un pò romantico: le viste sulle campagne circostanti sono incredibili e si percepisce ancora oggi la potenza e maestosità di questa cinta muraria, che in alcuni punti arriva ad un’altezza di 15 metri.
Non a caso, un tempo avevano una funzione difensiva, che man mano negli anni è venuta a cadere ma che si percepisce ancora oggi. Noi ci siamo saliti sopra insieme a Papaya ed è stato ancora più divertente percorrerlo!



Il pozzo della polenta e la piaggia
Oltrepassata la porta di Santa Maria del Mercato, salendo gli oltre cento gradini della Piaggia, si arriva al leggendario Pozzo della Polenta, costruito intorno alla metà del 1400 da Antonello Accattabriga di Corinaldo.
Fu coperto e interrato all’inizio del Novecento quando costruirono la famosa scalinata e ricostruito nel 1980 per la nascita della “Contesa del Pozzo della Polenta”.
La Contesa del pozzo della polenta è la più antica rievocazione storica della Provincia di Ancona. Rievoca la vittoria dei corinaldesi contro l’esercito del Duca di Urbino, Francesco Maria I della Rovere, che per venti giorni aveva assediato la fortificazione di Corinaldo. La manifestazione celebra il pozzo che garantì le riserve di acqua durante l’assedio del 1517.




Questo famoso pozzo nasconde anche una leggenda. Si narra infatti che mentre un uomo saliva la lunga scalinata della piaggia, con un pesante sacco di farina sulle spalle, si fermò esausto per riposare, appoggiando il sacco sul bordo del pozzo. Inavvertitamente lo fece cadere e per recuperarlo decise di scendere nel pozzo.
Le donne del paese non vedendolo più tornare iniziarono a dire che l’uomo stava mangiando la polenta, data dal mais mescolatosi all’acqua del pozzo. Pare che gli abitanti chiesero all’uomo di non mangiarsi tutto e dare qualche piatto di polenta anche agli altri.
Questa storia divenne famosa e fu il motivo per cui affibbiarono agli abitanti di Corinaldo l’appellativo di “polentari”.



La casa di Scuretto
A metà della Piaggia vedrai un piccolo vicolo che ti porterà a casa di Scuretto. Questa è una cosa da vedere a Corinaldo che nasconde anche una storia interessante.
Chi è Scuretto? Gaetano, detto Scuretto, era il ciabattino di Corinaldo con il vizio del vino per cui spendeva tutti i suoi risparmi. Spese anche i soldi che il figlio gli mandava dall’America, convinto che fossero usati per costruirsi una bella casa da usare al suo rientro.
Insospettito dalla reticenza del padre, chiese una foto della casa e a quel punto messo alle strette Scuretto fece costruire solamente una facciata. Si fece ritrarre affacciato alla finestra e la mandò al figlio che però non cadde nel tranello e smise di inviare soldi.
Il povero Scuretto lasciò la sua casa incompiuta, oggi invece è uno dei simboli della città di Corinaldo.




Ex convento degli Agostiniani
Costruito verso la fine del 1700 oggi è un albergo.
Oltrepassato il portone dei Frati, che riporta il monogramma M.A. – Monastero Agostiniano, si raggiunge uno splendido cortile. A sud si vede l’abside della chiesa di San Nicola, che risale al duecento. Dalla sala principale si accede ad una lunga grotta che scende dentro il centro storico attraverso stretti cunicoli e nicchie.
Visita anche la nostra categoria Marche, se cerchi ispirazione e idee per organizzare il tuo viaggio.
Via del corso e i Palazzi Nobiliari
passeggiare lungo via del corso è sempre molto suggestivo perchè è ricca di stretti vicoli, landroni, alti campanili e dimore signorili del 1400. Le famiglie nobili di Corinaldo costruirono sontuose dimore, che sono uno scrigno di bellezza e capolavori di architettura.
Il palazzo Amati in via del Corso, Palazzo Orlandi e la loggia cinquecentesca di Palazzo Cesarini Romaldi ne sono uno splendido esempio. E poi ancora palazzo Fata Ottaviani, Palazzo Palma Marangoni e per finire quello Sandreani.




Teatro Carlo Goldoni
Questo teatro venne costruito tra il 1800 e il 1861 e sostituì il vecchio Teatro del Sole nascente.
Fino a prima del restauro, avventuo nel 2006, era dotato di un particolare meccanismo che rendeva la platea mobile: veniva abbassata durante le rappresentazioni teatrali e azata in modo da creare un unico palco per particolari occasioni come feste da ballo e veglioni in maschera.
Questo teatro a ferro di cavallo ha 44 palchi, un loggione balconato e un soffitto decorato di azzurro con putti e fiori. Peccato averlo trovato chiuso e non averlo visito dentro! Come sai siamo pazzi per i teatri marchigiani e approfittiamo ogni volta che possiamo per visitarne uno diverso, come il bellissimo teatro del serpente aureo ad Offida.
La sala del Costume e delle Tradizioni Popolari
E’ un piccolo museo che si trova nelle stanze dell’ex carcere del Palazzo Municipale. Il museo epone alcuni abiti ducali realizzati; de pali dipinti per la Festa del Pozzo della Polenta; alcune ricostruzioni di armi e armature del ‘500 e diversi attrezzi utilizzati per la lavorazione delle stoffe.



Le chiese di Corinaldo
Vale la pena passare un pò di tempo a scoprire la bellezza delle varie chiese disseminte per il borgo di Corinaldo, che sono ricche di storia e conservano diverse opere interessanti. Ce ne sono davvero molte disseminate per il centro storico e non solo.
Il campanile dell’ex Chiesa di San Pietro e il cedro dell’Himalaya
da Porta Nova, proseguendo verso Piazza San Pietro, vedrai il bellissimo cedro dell’Himalaya alto ben 43 metri, piantato al posto della pericolante chiesa San Pietro.
Ciò che resta dell’edificio religioso di un tempo è solo il suo alto e pittoresco campanile ed un’antica epigrafe, appesa al muro, proprio sotto al campanile.




Chiesa dell’Addolorata
La chiesa della Madonna Addolorata e il vicino ex convento delle suore benedettine risalgono alla seconda metà del XVI secolo.
l vecchio edificio venne demolito intorno al 1730 perché troppo umido e qualche decennio dopo fu costruita l’attuale chiesa dedicata a Sant’Anna. Solo agli inizi del ‘900 prese il nome attuale.
La chiesa dell’Addolorata, a pianta centrale, ha una cupola e lanterna ornata in stile rococò con tre altari e quattro porte lignee abbellite da tele con santi benedettini.
Nell’altare maggiore sono conservate la statua del Cristo morto e della Madonna Addolorata, che vengono portate in processione per le vie della città la sera del Venerdì Santo.
Splendido il suo organo che risale al 1766.



La Chiesa del Suffragio
La chiesa del Suffragio, fondata dall’omonima confraternita, venne eretta nel ‘600 per volontà di Pier Agostino Orlandi che a tale scopo, donò parte di una sua casa demolita.
Sull’altare maggiore era stato collocato un dipinto raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Giuseppe, Francesco, Tommaso Apostolo, Nicola e Andrea Apostolo, opera del pittore Claudio Ridolfi.
In seguito demolita, fu ricostruita e riaperta al culto nel 1779. L’elegante facciata scandita da colonne, capitelli e lesene è in cotto e termina con un timpano. L’interno ellissoidale, con volta a cupola con lacunari, conserva un interessante pavimento in cotto che riproduce il cassettonato del soffitto.
Quando l’abbiamo visitata, in realtà era piena di pannelli che raccontano la vita di Santa Maria Goretti.




Collegiata San Francesco
L’antica chiesa di San Francesco risale al 1265, ma oggi ne restano ben poche tracce. Nel 1528 costruirono un nuovo chiostro nel convento vicino e pochi anni dopo la vecchia chiesa, verrà ampliata. Saranno molte le modifiche che questa Chiesa subirà nel corso degli anni, anche in seguito ad alcuni terremoti.
I lavori per un nuova chiesa iniziano verso la metà del 1700 e per molto tempo fu considerata la miglior chiesa del Corinaldo: vasta, salubre e in situata in un’ottima posizione. La Collegiata di San Francesco è a croce latina a navata unica, arricchita da graziose cappelle laterali.
Al suo interno conserva tre splendidi dipinti di Claudio Ridolfi, un prezioso Crocefisso ligneo del 1575 opera dello scultore Donnino da Urbino e la tomba di Don Giacomo Luzietti.

Il Santario di Santa Maria Goretti
Corinaldo è il paese natale di Santa Maria Goretti e molti luoghi sono legati alla sua vita o dedicati alla sue memoria. Da queste parti la sua presenza è ancora viva e il suo esempio molto sentito e un monito per tutto.
Il Santuario di Santa Maria Goretti ospita le reliquie di Santa Maria Goretti. Una volta entrato l’attenzione è subito catturata dall’altare e da ciò che si scorge dietro di esso: un’urna contenente l’osso del braccio della Santa. Maria morì a soli 11 anni, perdonando il suo aggressore.
Poco distante dal centro di Corinaldo ti suggerisco di andare a visitare la Casa Natale di Santa Maria Goretti, una delle case museo imperdibili quando si visitano le Marche. Scoprirai tanto della vita di questa bimba, diventa Santa e ammirata da tanti devoti in tutto il mondo.
Se ti interessa approfondire, clicca il link qui sopra, gli abbiamo dedicato un articolo completo.




Dove mangiare a Corinaldo
Alla fine delle scale della Piaggia, trovi l’osteria da Scuretto che in estate ha anche un bello spazio allestito esternamente da cui ammirare il panorama.
Noi abbiamo preso un bel tagliere di salumi tipici marchigiani, tra cui ovviamente non poteva mancare il ciaiuscolo, il famoso salame spalmabile tipico della nostra Regione. Abbaimo accompagnato il tutto con un crescia calda, due bei calici di vino bianco della zona e un strepitosa mozzarella di bufala.
La zona è molto tranquilla e la vista sulla scalinata, il borgo e il paesaggio circostante sono davvero una splendida cornice per una pausa relax.
Come raggiungere Corinaldo
Corinaldo si trova nell’entroterra Marchigiano nei pressi di Senigallia, a circa 50 Km da Ancona. Il modo più semplice e comodo per rggiungerlo è in macchina percorrendo la A 14 in direzione Senigallia. Una volta arrivato prosegui lungo la Strada Provinciale Corinaldese per 18 Km e sarai arrivato a destinazione.
Se viaggi con i mezzi pubblici puoi raggiungere Corinaldo anche in treno. Una volta raggiunta la stazione di Senigallia, dovrai prendere un autobus interno che ti porti fino al borgo. Le corse non sono molto frequenti e si diradano ulteriormente durante il fine settimana.
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