Cosa vedere ad Arcevia in un giorno: scopriamo la perla dei monti marchigiani e tutta la bellezza che nasconde. Arcevia, conosciuta come Rocca Contrada fino al 1817, era un “luogo fortificato” proprio come dice il suo nome e il suo territorio comprende ben nove castelli medievali.
Arcevia è immersa nelle campagne, offre cibo davvero ottimo ed è il luogo perfetto per chi è appassionato di turismo religioso e turismo lento. Il paese è protetto da un’imponente cinta muraria di cui rimangono alcuni torrioni e le antiche porte d’accesso.
Questo borgo è chiamato “la perla dei monti” per la bellezza del centro storico e i paesaggi che la circondano come lo spettacolare Parco Naturale Regionale della Gola Rossa e di Frasassi, dove si trova anche il meraviglioso Tempio del Valadier
Cosa vedere ad Arcevia in un giorno
La maggior parte dei luoghi di interesse si trovano racchiusi attorno al centro storico e quindi potrai visitarla anche in mezza giornata e dedicare poi il resto del tempo alla scoperta dei suoi nove castelli, uno più caratteristico dell’altro e tutti da scoprire.



Palazzo dei Priori e Teatro Misa
Appena arrivato ad Arcevia, ti aspetta la graziosa piazzetta Garibaldi dove si affacciano alcuni graziosi palazzi e dei bar dove assaggiare qualche prodotto tipico del luogo.
Lungo corso Giuseppe Mazzini, sorge il grazioso Palazzo dei Priori, che risale al XIV secolo e che ospita al suo interno il Teatro Misa, un piccolo gioiello architettonico ricostruito nella prima metà del 1800. Progettato da Giuseppe Ferroni, è costituito da una bella sala a ferro di cavallo a tre ordini di palchi.
Colpisce lo sguardo il grande palcoscenico, lo spettacolare lampadario di Murano e il soffitto affrescato in stile neoclassico, decorato con motivi geometrici e floreali. Al centro un rosone, racchiuso da una stella ad otto punte con ai lati muse e poeti, opera di Luigi Mancini, autore del sipario del Teatro “Pergolesi” di Jesi.
Degni di nota anche gli ornamenti delle balaustre opera dello scenografo anconetano Cesare Recanatini. Purtroppo era chiuso il giorno della nostra visita e ho solamente un foto scattata da mia mamma diversi anni fa, quando visitò il borgo con dei suoi amici.
Arcevia ospita anche diverse case antiche e palazzi storici come Palazzo Mannelli Pianetti, con la sua imponente facciata intonacata. Costruito per volere del Conte Flaminio Mannelli alla fine del 1500.






Giardino Giacomo Leopardi
Alla destra dell’antico convento dei Padri Cappuccini, si estende il giardino di Giacomo Leopardi: un’oasi di verde, pace e silenzio. E’ l’ideale per una bella passeggiata romantica, che ti farà ammirare un panorama splendido che spazia dal monte Catria fino al mare.
All’interno del Giardino Botanico troverai più di 60 specie di alberi e fiori, tra cui 29 esemplari esotici, ognuna con la sua targa esplicativa. Immersi tra i viali ombrosi del parco, si trovano anche i resti dell’antica Rocca.
Se vuoi concederti un momento di relax, mangiare qualcosa seduto su un tavolinetto di legno, mentre ammiri il panorama delle campagne marchigiane, questo è il luogo perfetto per te. In estate è il posto giusto anche per rinfrescarsi un pochino sotto all’ombra degli alberi.
Poco prima di entrare nel giardino, non mancare di ammirare il Monumento al Partigiano, risalente alla seconda guerra mondiale. Se ti interessa saperne di più, alla fine dell’articolo trovi un’accenno alla storia di Arcevia.
Visita la nostra sezione Marche se stai organizzando un viaggio da queste parti. Trovi itinerari, borghi, curiosità, luoghi sacri e tanti spunti per arricchire la tua avventura



Chiesa collegiata di San Medardo
Cosa vedere ad Arcevia? Ci siamo fermati di proposito un’ora in più, per aspettare che aprisse la Chiesa di San Medardo, che volevamo visitare assolutamente e devo dire, che è valsa davvero la pena.
Questa chiesa è un tesoro di arte sacra e secondo una leggenda, la sua intitolazione risale addirittura a Carlo Magno, che avrebbe donato alla città un dito del santo.
La struttura è a navata unica, su cui si aprono otto cappelle e la pianta è a croce latina. L’interno della chiesa è decorato dagli arredi lignei di Leonardo Scaglia ed è incredibilmente bella da ammirare, nonostante l’aspetto esteriore molto austero.
Nel presbiterio oltre al Giudizio Universale di Ercole Ramazzani e allo splendido altare del tardo ottocento, c’è il Polittico di Arcevia di Luca Signorelli che risale al 1507. Rappresenta il Padre eterno, Madonna col Bambino e santi e fu commissionato da Marco Vigerio I Della Rovere, vescovo di Senigallia.
E’ un polittico a due ordini composto da dieci pannelli principali posti su una cornice lignea, intagliata in forme gotiche e dorata da Corrado Teutonico, autore anche del coro della chiesa. Si trova sopra l’altare maggiore e vi sono raffigurati tutti i protettori della cittadina.
Il Giudizio Unversale di Ramazzani è ispirato a quello di Michelangelo. Al centro della scena Gesù scende dall’alto dei cieli attraverso un varco illuminato con una mano alzata ed è avvolto da un mantello rosso. Gesù si trova tra la giustizia, simbolizzata dalla bilancia e la spada poste nelle mani dall’arcangelo Michele e la misericordia, simboleggiata dal ramo di ulivo di Maria e Giovanni Battista.
Sono presenti i molti dei simboli della passione di Cristo e al centro del dipinto c’è un grande angelo che suona la tromba. L’arte, il misticismo, la bellezza ti accompagnerà ad ogni passo e le opere che conserva al suo interno sono veramente magnifiche da ammirare.



Cappella del Santissimo Sacramento
Questa cappella ospita un Crocefisso in terracotta di fra’ Mattia della Robbia, che probabilmente faceva parte di una composizione più articolata di cui non restano tracce. L’opera è composta di otto pezzi, la croce è decorata per imitare il legno e sopra si trova una mattonella con la scritta INRI.
Poco più avanti c’è un meraviglioso dossale in terracotta che rappresenta la Vergine dei miracoli di Giovanni della Robbia. Sul lato destro della cappella spicca una Pietà di Giuseppe Gigli.
L’opera del della Robbia fu realizzata per l’Eremo di San Girolamo nei pressi di Arcevia ed è stata ricomposta in un insieme ibrido, dopo numerosi smontaggi subiti negli anni. Con la soppressione di tutti gli ordini religiosi, il Consiglio Communale decise di trasferire l’alatare nella collegiata di San Medardo nel 1870.
L’opera testimonia una grande perizia tecnica: il tripudio di fiori e frutta, la forte caratterizzazione delle figure e gli ornamenti danno vita ad un’opera straordinaria. La nicchia centrale ospita l statua della Madonna col bambino che ha sul corpo una corona stellata d’argento. Ai suoi lati San Giovanni Battista e San Girolamo.
Sopra le nicchie laterali, due medaglioni compongono la scena dell’Annunciazione. Nella predella compaiono antichi santi eremiti come Santa Maria Maddalena e scene del deserto come la divisione del pane tra San Paolo e Sant Antonio.



La cappellina battesimale
questa cappella accoglie la splendida tavola rappresentante il Battesimo di Cristo di Luca Signorelli. Fu la Confraternita del Crocefisso a dare l’incarico di completare la pala a Signorelli ed osservare quest’opera meravigliosa, toglie il fiato.
Nella Cappella del Rosario invece potrai ammirare la pala d’altare, una tela di Simone Cantarini il Pesarese che rappresenta la Madonna del Rosario con i Santi Domenico e Caterina da Siena.
A sinistra del presbiterio il bellissimo, Giudizio Universale di Ramazzani mentre a destra spicca, la Trinità, della bottega del Guercino. Nell’abside un’altra opera di Luca Signorelli: l’imponente polittico della Vergine con Bambino, Padre Eterno e Santi.



Cappella di San Medardo
ospita un grande baldacchino ligneo con colonne tortili decorate da tralci d’uva, ornato da quattro statue raffiguranti le Virtù teologali. Al centro della struttura c’è la Statua di San Medardo, con ai sui piedi un putto che sorregge una rocca, simbolo di Arcevia.
Accanto alla chiesa vi è la Raccolta Museale di San Medardo, dove sono conservate numerose opere di Ercole Ramazzani, Claudio Ridolfi e altri autori.
Nella cappella di San Giuseppe c’è anche un bel presepe opera di un plastificatore marchigiano.







La Chiesa di Santa Agata
Piccolina ma veramente graziosa molto suggestiva! La chiesa di Sant’agata, a pianta ottagonale, fu progettata nella seconda metà del ‘700 dall’architetto Andrea Vici. Sull’altare maggiore c’è una splendida pala d’altare “Incoronazione della Vergine e Santi” di Claudio Ridolfi.
La chiesa affaccia sul corso principale di Arcevia e vedendola da fuori, non verrebbe voglia di entrare perchè sembra davvero molto anonima; invece l’interno ha saputo stupirmi. La facciata è parte dell’edificio in cui sorgeva il monastero delle Benedettine è tutta bianca e sembra quasi una casetta per quanto è piccolina.
L’interno della chiesa è in stile barocco, che personalmente apprezzo molto. La pianta a croce greca presenta angoli smussati dove si aprono porte con timpani curvi. Le decorazioni sono in stucco dorato o bianco.
Sopra l’ingresso c’è una cantoria in legno dorato con un organo in legno dipinto davvero molto bello. Si può salire al piano di sopra attraverso un piccola scala, per ammirare la chiesa dall’alto. Ti inviato a salire, ma fai attenzione a non sbattere la testa perchè l’ingresso è molto basso.
Si visita in pochissimo tempo, ma vale la pena apprezzare la sua incantevole bellezza. Hai visto le nostre storie in evidenza su Instagram? Ti abbiamo portato all’interno insieme a noi.



Centro culturale di San Francesco
Attraversato l’antico portale romanico del XIII secolo, che si trova in corso Mazzini, si arriva nell’antico complesso conventuale francescano, che conserva un chiostro rinascimentale affrescato e una splendida chiesa, decorata con stucchi in stile barocchetto.
Al primo piano c’è la biblioteca dedicata ad Angelo Rocca e uno dei più importanti Archivi Storici della regione. Contiene circa 1800 documenti in pergamena del XIII e XVI secolo e una raccolta di pergamene dedicata ad Edgardo Mannucci e al suo maestro Quirino Ruggeri.
Completa l’esposizione una quadreria con opere di Bruno d’Arcevia e di Giuseppe Gigli.
Museo Archeologico Statale
Il piano terra ospita il Museo Archeologico Statale, che documenta i siti archeologici del territorio, tra cui manufatti risalenti al Paleolitico e materiali del famoso fossato difensivo di Conelle.
Tra i prodotti ceramici esposti dolii e olle con decorazioni plastiche applicate e tipiche brocche ad orlo obliquo. C’è anche una sezione dedicata all’età del Bronzo e all’abitato di Monte Croce Guardia, posto su un’altura che domina il centro storico.
L’ultima parte del museo è dedicata al sepolcreto gallico e al santuario di Montefortino. Purtroppo era chiuso, non siamo stati molto fortunati quella domenica, quindi non abbiamo potuto visitarlo.

Il Chiostro e la Chiesa di San Francesco
La chiesa di San Francesco è una delle più antiche chiese di Arcevia, risale al 1275 circa e venne restaurata più volte nel corso degli anni. Fu di proprietà dell’Ordine dei Francescani fino al 1517, quando passò ai Conventuali. Nel 1750 fu rifatta in stile barocchetto nel 1750 sotto la supervisione di Lorenzo Bossi, autore delle otto statue poste lungo le pareti.
La chiesa, a navata unica, conta sei altari e un altare maggiore di pregevole bellezza. Ai due lati del coro si trovano due tele di Ramazzani: il Battesimo di Cristo e l’Ascensione di Cristo in Cielo. La cappella con l’altare di San Bonaventura, conteneva un quadro commissionato a Signorelli, trafugato nel periodo napoleonico e ora esposto all Pinacoteca di Brera.
A sinistra dell’ingresso alcuni resti degli affreschi che rivestivano le pareti interne della chiesa, tra cui una “Madonna con Bambino e Angeli” di scuola umbro-marchigiana. Questa Madonna è conosciuta ad Arcevia come la Vergine del Parto perchè dava protezione alle partorienti.
Qui fu traslato il corpo del martire Sant’Aurelio Florenzi, giunto ad Arcevia nel 1757 e eletto insieme a San Medardo come protettore della città.
Il chiostro è confinante con la chiesa primitiva; armonioso nella sua austerità e davvero molto grazioso da ammirare. Se alzi gli occhi al cielo, vedrai anche qui tracce di antichi affreschi raffiguranti le vite dei Santi che decoravano le pareti intene della chiesa.

Le antiche porte e la cinta muraria
La cinta muraria di Arcevia è molto estesa e quasi completamente conservata. La sua forma attuale si deve a Francesco Sforza, che la fece fortificare con un efficiente sistema di torrioni e camminamenti. Quattro gli antichi ingressi fortificati ancora oggi visibili: porta Sant’Agostino, porta Santa Lucia, porta San Pietro (o del Forno) e porta del Sasso.
Porta di Santa Lucia, prende il nome dall’omonimo monastero delle clarisse dove abitarono le monache dal XIII secolo fino agli inizi del 1900. E’ la più antica porta di Arcevia ed anche una delle più belle secondo noi, perchè le viste sulle campagne circostanti sono veramente spettacolari.
La seconda porta ad essere costruita verso la fine del 1200 fu quella di Sant’Agostino, che si apre in un massiccio torrione di difesa. La sua forma attuale risale alle ricostruzioni avvenute tra la fine del 1400 e gli inizi del 1500.
Porta San Pietro, detta anche port del Forno si riconosce per il bellissimo affresco di Bruno d’Arcevia realizzato nella nicchia laterale.
Infine troviamo la Porta del Sasso, ricostruita più volte nei secoli e di cui oggi rimane solo l’arco di accesso e alcuni muri perimetrali.



I castelli di Arcevia
Il territorio di Arcevia comprende ben nove castelli medievali, uno più pittoresco dell’altro e bellissimi da scoprire. Se hai un giorno interno da trascorrere da queste parti ti suggerisco di non perderli e andare alla scoperta di queste gemme nascoste del territorio merchigiano.
I nove castelli di Arcevia, collegati da un circuito ad anello sono:
- Avacelli – il castello dei templari: un piccolo borgo incantato che sembra fermo nel tempo, incorniciato da un paesaggio da cartolina
- Castiglioni – il castello del pane: dove ti aspettano bellezza, medioevo e campagne incantevoli tutte intorno a te
- Montale
- Piticchio: uno dei nostri castelli preferiti di Arcevia
- Caudino
- Palazzo, il castello che è poesia
- Loretello, il castello dell’amore la cui bellezza lascia senza fiato! Piccolo, bellissimo e con un castello davvero ben conservato.
- Nidastore
- San Pietro in Musio
Se vuoi saperne di più sui nove castelli di Arcevia, te ne parlo approfonditamente in questo articolo!





Santuario di Santa Maria delle Grazie
Poco distante dal centro storico di Arcevia si trova il Santuario di Santa Maria delle Grazie, ormai in stato di semi abbandono. Si trova in una posizione molto suggestiva, circondato dal verde e dal silenzio e se pur desolato, conserva quel fascino degli vecchi edifici, che a noi piace sempre molto.
Il Santuario di Santa Maria sorge ai piedi del monte Sant’Angelo, di fronte al colle di Arcevia. L’ingresso alla chiesa è stato ricavato sulla parete laterale sinistra, per cui la chiesa è sprovvista di vera e propria facciata. Il portale è costituito da una semplice apertura, che dà su una piccola scalinata che porta al livello della chiesa.
A sinistra dell’ingresso si sviluppa il corpo principale che un tempo ospitava un convento domenicano. A destra dell’ingresso c’è la chiesa, che termina con un bel campanile a pianta rettangolare.
Non abbiamo potuto vedere l’interno della chiesa perchè era chiusa e dall’aspetto degli edifici circostanti, direi che forse ormai è pericolante. Conteneva una statua della Madonna e una cappella dedicata a San Domenico.
Vicino ad Arcevia puoi visitare anche il borgo di Corinaldo, il paese dei matti e la casa natale di Santa Maria Goretti.


Cosa mangiare ad Arcevia
Il piatto tipico di Arcevia è il calcione, un prodotto tipico adatto da servire sia come dolce che come contorno insieme a salumi, formaggi e vino locale. Se vuoi saperne di più te ne parlo nel dettaglio in questo video su Pinterest.
Classificarlo come dolce o salato non è affatto semplice perché contiene zucchero, ma anche una miscela segreta di pecorino. Ne esistono diverse varianti, sono cotti al forno e direi che sono davvero deliziosi da assaggiare.
Un’altro prodotto tipico della zona è la polenta, fatta con il Mais di RoccaContrada. Durante la feste di febbraio non sarà difficile assaggiarne un bel piatto in uno dei tanti ristoranti del centro storico!
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Arcevia eventi
Tutte le domeniche di febbraio Arcevia organizza “Una domenica andando a Polenta” in onore della farina ricavata dal “Mais otto file di Roccacontrada”.
Tra luglio e agosto puoi assistere all’Arcevia Jazz Feast, con concerti all’aperto per le vie della città
Nei mesi di agosto e settembre il festival AR[t]CEVIA anima il paese. Ogni settimana numerosi eventi ti aspettano: concerti, video proiezioni, teatro sperimentale, laboratori e tanto altro ancora. Sempre ad Agosto “Lavori in corso de sotto” una tavolata per gustare i sapori di Arcevia.
L’ultimo fine settimana di settembre c’è la “Festa dell’Uva” e Arcevia si accende con balli, cabaret, prodotti locali e fuochi d’artificio.
Ad ottobre ti aspetta “una domenica andando per primi”: i ristoranti servono piatti con ingredienti della tradizionale popolare per trasmettere i sapori e i profumi di una volta.


Arcevia: accenni storici
Arcevia è conosciuta come “la perla dei monti” sia per la bellezza dei suoi monumenti, che per la sua posizione nell’alta valle del fiume Misa, a 535 metri sul livello del mare.
Il suo territorio è molto esteso e comprende ben 9 castelli medievali molto suggestivi e pittoreschi.
Si trova a ridosso del Parco Naturale Regionale della Gola Rossa e di Frasassi, il luogo ideale per chi ama fare delle escursioni o stare a contatto con la natura. Questo parco è anche uno dei luoghi migliori per vedere il foliage nelle Marche.
Arcevia inizia a popolarsi già nella preistoria e le tracce ritrovate arrivano sino ai romani, come testimoniano i resti del fossato difensivo di Conelle, l’abitato di Monte Croce-Guardia, la necropoli celtica e il santuario di Montefortino.
L’abitato di quella che un tempo era nota come Rocca Contrada, nasce alla fine del XII secolo con la fusione dei due nuclei fortificati di Rocka de Contrado e Turris Rupta. Erettasi a libero Comune, comincia anche la sua espansione assoggettando militarmente i castelli e le ville circostanti.



Alla fine del 1200 la città si schiera con i guelfi. La sua fedeltà al Papa viene messa alla prova in alcune battaglie e nel 1449, papa Niccolò V la ricompenserà conferendogli il titolo di Propugnaculum Ecclesiae.
Il 1500 è il secolo del suo massimo splendore a cui segue una progressiva perdita d’importanza strategica che però non le impedisce di continuare a prosperare. Nel 1817 papa Pio VII le attribuisce il titolo di “città” e ne cambia il nome da Rocca Contrada ad Arcevia.
Gli arceviesi pagano car l’adesione alla resistenza partigiana durante la Seconda Guerra Mondiale. Ll’eccidio di Monte Sant’Angelo è commemorato dal Monumento al Partigiano che si trova all’ingresso della città.
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