Il villaggio di Giverny è stata una tappa imperdibile del nostro viaggio di 20 giorni in Normandia. E’ un paesino minuscolo dove vivono poco più di 500 anime, ma attrae centinaia di visitatori ogni anno, che si riversano lungo le sue stradine per scoprire la casa e il giardino di Monet.
Tuffati dentro un quadro dell’impressionismo e goditi quest’atmosfera rustica, prima di porgere un ultimo saluto al poeta nel cimitero della piccola chiesa di Santa Radegonda, dove è sepolto.
Visitare il villaggio di Giverny è come fare un balzo indietro nel tempo: regna pace, silenzio e una pittoresca bellezza. Giverny si trova sulla riva destra della Senna ed è famosa grazie ai dipinti di Claude Monet, che si trasferì qui nel 1883 e vi restò fino alla sua morte, avvenuta nel 1926.
Passeggia per il villaggio e fermati all’81 di Rue Claude Monet, per vedere l’antico Hotel Baudy frequentato dal pittore e da altri artisti o ammira l’antica casa storica di Hamean, che un tempo brulicava di artisti. Immergiti in quest’atmosfera di campagna e assaporane ogni aspetto.
In questo articolo ti raccontiamo tutto su come visitare i luoghi di Monet in autonomia, ma se invece sei alla ricerca di un’escursione organizzata, clicca qui per scoprire i migliori tour per visitare il villaggio di Giverny e la casa di Monet.




Cosa troverai in questo articolo
Cosa vedere nel villaggio di Giverny
Certamente se sei arrivato fino a qui, vorrai visitare la casa di famiglia di Monet, tutta rosa e con simpatiche imposte verdi che la rendono da subito interessante. Quando aveva 43 anni, Claude Monet, decise di trasferirsi nel villaggio di Giverny con la sua numerosa famiglia allargata: la compagna Alice, i sei figli di lei e i figli che Monet ebbe con la sua prima moglie.
Maison Monet non è solo una casa, ma è un’opera d’arte vera e propria! Si respira la vita del pittore tra gioie e tormenti, momenti bui e spensieratezza.
Gli interni della casa di Monet sono quelli originali appartenuti al pittore e ogni stanza è caratterizzata da un colore predominante, che la rende unica: la sala da pranzo gialla, la cucina rivestita di piastrelle azzurre, lo studio sui toni del marrone, la stanza rosa e tante altre meraviglie.
Il giardino di Monet è senza ombra di dubbio il pezzo forte di una visita al villaggio di Givenry, che è bellissimo in tutte le stagione: in autunno quando si accende di mille colori, in primavera e estate quando strabocca di fiori profumati!
Claude Monet fece deviare il corso del fiume Epte per alimentare il suo giardino in stile giapponese ricco di ponticelli e di canali. Il pittore trascorreva molte ore del giorno in questo angolo di paradiso, spostandosi con la sua barchetta e dipingendo la serie di quadri che lo rese celebre: le Ninfee.







Il museo degli impressionisti
Un’altra cosa da fare quando ti trovi nel villaggio di Giverny è visitare il Musée des impressionnismes, che esplora la vita del villaggio quando diversi impressionisti e pittori americani si trasferirono qui, formando una vera e propria comunità di artisti.
In esposizione ci sono splendide opere di Maurice Denis, Maximilien Luce, Wendel, un’opera della figliastra di Monet, Blanche Hoschede Monet. Il costo del biglietto è di 10 euro a persona.
Poco distante dal villaggio la piccola chiesa di Santa Radegonda, dove riposano le spoglie di Monet, ma andiamo per ordine e scopriamo tutto quello c’è da vedere a Giverny.

La casa di Claude Monet a Giverny
La casa di famiglia di Monet è un piccolo gioiello immerso tra il verde della vite rampicante e tante aiuole colorate. Una volta varcata la porta d’ingresso ti sembrerà di tornare indietro nel tempo, come se Monet dovesse apparire da un momento all’altro alle tue spalle.
Camminerai tra i suoi oggetti più cari e i mobili che l’hanno circondato per anni e che hanno mille storie da raccontare. E’ tutto come Monet l’ha lasciato! In casa sono raggruppati dipinti, scritti, fotografie e una magnifica collezione di stampe giapponesi.
Entrando nella casa di Monet, si riesce facilmente ad immaginare una casa rumorosa piena di bambini, Claude passare il tempo tra lo studio e il giardino, l’atmosfera frenetica della cucina la mattina e il silenzio nella quiete della notte quando tutto ormai tace.




Il piccolo salotto blu e la collezione di stampe giapponesi
Monet dipinse il pianterreno con i colori che più amava: il blu e il giallo dando vita ad una residenza meravigliosa e molto diversa dal gusto in voga in quell’epoca. Nella stanza spicca un grande orologio a pendolo, mobili tradizionali e la luce che filtra dalle finestre inonda ogni cosa.
Nella sala blu, così come in altre stanze, spiccano le opere di grandi maestri giapponesi come: Hiroshige, Utamaro e Hokusai. La collezione di Monet è composta da 46 stampe di Kitagawa Utamaro, 23 di Katsushika Hokusai e 48 di Utagawa Hiroshige, sono esposte circa 117 stampe delle 211 che possedeva e ve ne sono molte altre di riserva.
Il bel divano al centro della stanza, perfetto per la lettura, permette di ammirare le stampe in tutto il loro splendore. In pratica Monet viveva in Giappone, stando in Normandia e anche se non visitò mai questa nazione che amava tanto, ricevette spesso acquirenti e collezionisti giapponesi qui a Giverny.
Le opere in mostra oggi sono delle fedeli riproduzioni degli originali, troppi pregiati e fragili per essere tenuti qui, ma fanno ugualmente capire la grandiosità di questa collezione.
Monet fu un grande collezionista di opere giapponesi e possedeva dei veri e propri capolavori. Il pittore seppe scegliere stampe meravgliose di artisti eccellenti e si costruì pian piano una collezione incredibile.


L’Atelier di Monet – il salatto
Una delle stanze più belle e che mi ha colpito di più è indubbiamente l’Atelier di Monet, che ha una luce e un’energia davvero unica e difficile da descrivere. In questa stanza l’artista ha conservato tante opere che ripercorrono vari momenti della sua vita.
Anche se gli originali oggi sono esposti al museo d’Orsay, al Marmottan e al museo Orangerie, guardare le riproduzioni esposte, proprio come le vedeva Monet, è come trovarsi nella stanza insieme a lui.
In questa stanza Claude mostrava le sue nuove opere ad amici e mercanti d’arte che passavano a trovarlo al villaggio di Giverny. Tutt’intorno si respira la vita e la storia di Monet e Alice.
Fermati per un attimo e guardati intorno, ammira lo splendido divano imbottito, le poltrone il vimini, lo scrittoio e tanti oggetti che hanno mille storie da raccontare. Respira la vita che è stata vissuta tra queste mura: la magia delle case museo, del resto, è proprio questa.
Molte opere erano appese senza cornice, ci sono tante tele di Camille, la prima moglie di Monet, ritratta anche sul letto di morte. L’atelier di Monet ripercorre vecchi ricordi del pittore, raccontanti in circa 60 tele.
Monet ha lavorato in questo primo studio fino al 1899, in seguito, questa stanza divenne un accogliente salotto, dove circondato da oggetti familiari e fotografie, il pittore sorseggiava un caffè, comodamente seduto sul divano o una sedia di canna in stile inglese.


La dispensa e la cucina azzurra – la casa di Monet a Giverny
Nella dispensa spiccano diverse stampe appese alle pareti che illustrano i commerci tra Oriente e Occidente. Un tempo vi erano tante spezie, miscele di tè, vaniglia, cannella e garofano.
In cucina domina il colore blu, dato dalle tante maioliche di ceramica che la rendono unica. Sparsi un pò ovunque vedrai tante pentole e oggetti in rame, padelle per cucinare, una pesciaiola ed una grande stufa che non aspetta altro che essere accesa nuovamente.
La cucina azzurra ci ricorda quanto il padre dell’impressionismo francese amasse i colori e la vitalità. Ha ampie finestre che danno sul giardino e il profumo dei fiori si sente anche all’interno. Da un lato si vede la strada e dall’altro c’è una scala che porta nella vecchia cantina, un tempo ricca di pregiati vini.



La sala da pranzo gialla – la casa di Monet
La sala da pranzo gialla mette subito allegria e a colpo d’occhio rapisce il cuore. La tavola è apparecchiata, c’è un mazzo di fiori freschi sul tavolino e ogni piccolo oggetto si trova dove è sempre stato. Monet era un amante del cibo e spesso mangiava qui con la sua numerosa famiglia, tutti raccolti insieme attorno al pittore.
Pare che Monet amasse aprire le finestre, far entrare la luce e dar da mangiare ai piccoli uccellini che venivano a fargli visita. E’ una stanza piccola per stare con la famiglia, non è certo pensata per grandi ricevimenti.
Nelle vetrine di Caux spiccano due servizi da tavola, tra cui un prezioso Creil d’ispirazione giapponese e anche qualche rarità: del vasellame proveniente da Rouen e dei pezzi dall’Estremo Oriente. Altra cosa interessante è il pavimento di piastrelle Saint-Just a scacchi rossi e bianchi: davvero splendido.
Anche qui come nella sala blu, c’è un grande orologio a pendolo e poi ancora un porta tabacco e un simpatico gatto bianco giapponese, che sembra dormire beatamente.
La luce in questa stanza ha qualcosa di unico e le ampie finestre che si aprono sul giardino, danno quel tocco di bellezza che rendono il tutto ancora più magico.




La camera da letto di Monet
Proprio in questa stanza morì Monet. Non ci sono foto che mostrino quale fosse l’aspetto di questa camera quando l’artista era in vita, ma è stato facile ricostruire l’ordine delle tele che vi erano esposte e che sono state riprodotte fedelmente.
Nessuna tela appesa alle pareti di questa stanza è di Monet: sono tutte opere di suoi amici e artisti che il pittore amava ed apprezzava. L’arredamento è molto sobrio, ma allo stesso tempo ricco. I mobili sono del 1700, c’è un pregiato comò Lugi XV, uno splendido caminetto, una scrivania a cilindro e una partitura musicale con timbro a fuoco di Nicolas Petit.
L’unica cosa bianca in questa stanza è il letto, che contrasta un pò con il resto dell’arredamento. Tante le stampe e le tele appese alle pareti, che ricordano quanto Monet amasse l’arte in tutte le sue forme.
Affacciarsi dalla finestra della camera da letto di Monet è come fare un tuffo tra colori e profumi di fiori che arrivano dal giardino sottostante, il Close Normand. Un piccolo mondo antico davvero ricco di incredibile bellezza.
Dal corridoio che conduce alla camera da letto inizia una vera e propria galleria che espone tante opere di impressionisti che prosegue fino alla camera da letto, in un susseguirsi di colori ed emozioni.



Le camere del piano superiore
Le camere al piano superiore hanno accolto tanti ospiti famosi come: Renoir, Cezànne, Pissarro, collezionisti d’arte americani e giapponesi, politici e diplomatici. Monet aveva un carattere particolare con sbalzi di umore e scoppi d’ira, specie quando un quadro non veniva come voleva lui e non sempre era contento quando qualche ospite si fermava.
Nella sala da toilette, ricca di opere d’arte, sono tanti gli omaggi a Cezànne. Monet vi era molto legato e questi omaggi raccontano anche delle loro amicizia.
Il mobili della stanza di Alice, rispecchiano perfettamente lo stile dell’epoca e la stanza è ricca di opere d’arte. Accanto una piccola stanza per il cucito.
La famiglia non legò molto con gli abitanti dl villaggio di Giverny, che anzi li guardava un pò con sospetto. L’unico con cui ebbero rapporti era l’abate Toussaint, che si intratteneva spesso con Alice, molto cattolica a differenza di Monet che era profondamente anticlericale.

La stanza di Blanche
La stanza di Blanche, la pupilla di Monet, è stata riarredata mantenendo i colori lilla che aveva all’epoca. E’ come un piccolo mondo dove il tempo si è fermato e la sua delicata bellezza colpisce lo sguardo. Non si può entrare in questa stanza, ma la si può ammirare dalla porta.
Blanche amava dipingere e nella stanza c’è anche uno dei suoi dipinti. Blanche visse a Giverny fino alla sua morte, avvenuta nel 1947. La sua stanza è stata aperta ai visitatori per la prima volta nel 2014
Ti accorgerai che il tuo sguardo cercherà di catturare ogni più piccolo angolo di questa stanza così intima ed incantevole, dove i dettagli sono curati in ogni sfumatura.
E’ la Fondazione Claude Monet che si prende cura dei giardini e della casa di Monet, donata da suo figlio Michael, che morì senza eredi. La tenuta è rimasta abbandonata per molto tempo e ci sono voluti quasi cinquant’anni prima che il giardino ritornasse il più vicino possibile a quello che il pittore amò così tanto.




Clos Normand: i giardini di Monet nel villaggio di Giverny
I giardini di Monet sono divisi in 2 parti: il Giardino d’acqua con le ninfee e il famoso ponte giapponese e il Clos Normand, accanto alla Casa di Claude Monet.
Il pittore trasformò quello che al tempo era un fienile, nel suo atelier, davanti alla quale si estende un ampio giardino: il Clos Normand. Si tratta di un giardino alla francese, che Monet non smise mai di perfezionare per renderlo il giardino dei suoi sogni.
Monet decise di abbattere gli abeti che facevano troppa ombra e lì sostituì con grandi archi di rose rampicanti, che sono meravigliosi da ammirare. Sostituì i meli con dei ciliegi e albicocchi giapponesi e piantò migliaia di fiori nel terreno: narcisi, tulipani, iris, papaveri orientali e peonie. Questo non è un giardino ma un vero e proprio luogo di pittura!
I giochi di luce e le nuvole riflesse sull’acqua hanno sempre affascinato Monet, che li ha immortalati tante volte nel corso della sua vita. Quando si trasferì a Giverny, acquistò un terreno vicino al Clos Normand e dirottò un braccio del fiume Epte, il Ru, creando un giardino d’acqua privato da dipingere.




Il giardino d’acqua: I giardini di Monet a Giverny
Oggi un passaggio sotterraneo collega il Clos Normand al giardino d’acqua e non c’è più bisogno di attraversare il cancello che un tempo li separava. Monet si appassionò sempre di più al giardinaggio e studiò colori, fioriture, luci ed ombre in modo tale che il suo giardino fosse meraviglioso da ammirare in ogni stagione dell’anno.
Chiese aiuto ad illustri giardinieri e acquistò una quantità infinita di semi, provenienti da ogni parte del mondo per arricchiere la varietà del suo giardino, che assume i mille colori della tavolozza di un pittore.
Il giardino d’acqua è una vera e propria opera d’arte di Monet, che lascia increduli ancora oggi. Il pittore fece costruire un ponte giapponese e lo fece dipingere di verde, creando una perfetta atmosfera orientale, arricchita da una foresta di piante di bambù che giocano con la luce.
E poi ancora ginkgo biloba, aceri, peonie giapponesi, gigli, glicini e salici piangenti, che abbracciavano lo stagno pieno di ninfee. Monet desiderò creare una sorta di mondo fuori dal mondo, una parentesi dove la natura faceva da protagonista, anche se plasmata dai desideri dell’arte e della bellezza.
Monet iniziò a dipingere le ninfee proprio a Giverny nel 1897. Spasmodicamente cercò di riprodurre l’atmosfera del cielo riflesso sull’acqua, realizzando uno dei suoi più grandi capolavori: il ciclo delle Ninfee, esposto al Musée de l’Orangerie di Parigi.




La chiesa di Santa Radegonda – Église Sainte Radegonde
Poco distante del centro del villaggio di Giverny, puoi rendere omaggio alle spoglie di Claude Monet, nel piccolo cimetero che circonda la chiesa di santa Radegonda.
Église Sainte Radegonde, che si raggiunge percorrendo un piccola scalinata, svetta solitaria immersa nel silenzio. E’ di origine romanica e la parte più antica è l’abside che risale all’inizio dell’XI secolo, mentre il resto dell’edificio fu costruito tra il XV e il XVI secolo.
Il campanile ha due campane: una grande e una piccola, chiamate Adèle Amélie e Jeanne Emma, benedette dal decano Damoiseau d’Eco e fabbricate da A.Hilderrand nel 1861.
Al suo interno ospita un pregiato altare maggiore in legno dipinto del XVII secolo, che raffigura la Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor, una statua di San Giovanni Battista XVIII secolo, un Cristo in legno e una statua di San Quintino torturato XVI secolo.
All’interno di questo piccolo cimitero riposano anche Florence e Gérard Van der Kemp. Continuando a passeggiare immerso nel silenzio, vedrai alcuni monumenti che ricordano gli aviatori caduti durante la II guerra mondiale e gli abitanti del villaggio di Giverny che persero la vita per la patria.
I luoghi di Monet in Normandia sono davvero tanti: Honfleur, Le Havre, Caen, Rouen, Cherbourg e Saint-Lô. Non a caso questa terra è uno dei luoghi di elezione dell’impressionismo. Te ne parlerò presto in un nuovo articolo.
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Cosa devi sapere prima di visitare la casa e il giardino di Monet
L’afflusso di turisti non manca da queste parti, specie nei periodi di alta stagione, per questo ti suggerisco di prenotare il tuo biglietto d’ingresso in anticipo, per evitare lunghe file alla biglietteria.
La casa e il giardino di Monet sono aperti tutti i giorni dalla fine di aprile fino al 1 novembre, dalle 9.30 alle 18.00. Il costo del biglietto è di 11 euro per adulto.
Il biglietto è nominativo, non può essere ceduto e non è rimborsabile una volta acquistato. I cani non possono entrare nei luoghi di Monet nemmeno dentro ad un trasportino, ma possono girare liberamente per il villaggio di Giverny. Se viaggi con i tuoi amici a 4 zampe, dovrai fare a turno per entrare.
I biglietti si possono prenotare sul sito ufficiale della Fondation Claude Monet oppure se non puoi muoverti in autonomia, puoi affidarti a uno dei numerosi tour guidati disponibili online. Se hai acquistato il tuo biglietto online, una volta arrivato, mostra il tuo e-ticket al “Porte 1bis”: un ingresso dedicato a gruppi e biglietti online, più veloce e diretto.

Tour migliori per visitare il villaggio di Giverny e i luoghi di Monet
Se viaggi in Normandia ma non te la senti di guidare, ecco alcuni dei migliori tour a cui affidarti che ti porteranno alla scoperta dei luoghi di Monet a Giverny.
Tour guidato della casa e giardini di Claude Monet: durata 1 ora e 30 minuti, disponibile in inglese e francesce.
Tour con audioguida o guida dal vivo da Parigi: disponibile in multilingua italiano compreso. Dura 5 ore e la partenza è da Parigi. Trasferimento, guida e biglietto sono compresi nel prezzo.
Escursione di 12 ore a Giverny per scoprire il villaggio e anche la casa e giardini di Claude Monet da Parigi.

Chi era Claude Monet
Oscar-Claude Monet beneficiò di una vita agiata e fin da piccolo fu più interessato all’arte che alla scuola. Durante gli anni dei suoi studi conobbe Boudin e il suo modo di concepire l’arte cambiò per sempre. Monet non fu sempre il grande artistia di cui tutti parlano oggi.
Trascorse degli anni bui, senza un soldo e attraversando grandi difficoltà sia personali che economiche.
Monet contribuì a dare il nome ad una nuova corrente artistica: “L’impressionismo”. Dopo anni di rifiuti con la sua mostra collettiva indipendente del 1874 descrisse un suo quadro “Impressione, levar del sole” con la parola impressione, usata stavolta in senso positivo e come sfida a critici d’arte che l’avevano usata per denigrare queste opere.
Dopo aver dipinto il paesaggio delle coste della Normandia, il porto di Le Havre, Honfleur, le falesie di Étretat, Monet si innamorò del paesaggio intorno al villaggio di Giverny. Dipinse sempre all’aria aperta, en plein air, come gli aveva insegnato il suo maestro Bodin perchè le emozioni trasmesse sono differenti.
Negli anni in cui visse a Giverny i suoi quadri iniziarono a vendersi e questo gli assicurò delle entrate che gli permisero di acquistare non solo la casa, ma anche diversi terreni tutt’intorno che diedero vita ai magnifici giardini che si possono ammirare ancora oggi.
Monet passò degli anni bui, in miseria e dovette superare molte difficoltà dopo la morte di sua moglie Camille, che si spense a soli 32 anni.
Proprio qui a Giverny dipinse la serie di ninfee ed aprì una nuova via dell’arte che dall’impressionismo arrivò fino ai confini dell’astrattismo e furono d’ispirazione per artisti come Kandinskij.


Gli ultimi anni
Monet continuò a dipingere anche se ebbe gravi problemi agli occhi, tanto che nel 1912, gli venne diagnosticata una cataratta bilaterale, che gli faceva vedere i colori tutti un pò ingialliti. I quadri di quel periodo, infatti, assunsero un fondo giallo opalescente.
Monet per alcuni anni riuscì a dipingere solo in alcune ore del giorno quando la luce era ottimale. Anche se sapeva che la sua percezione dei colori era compromessa, rifiutò l’idea di un intervento perché temeva di perdere completamente la vista. La situazione peggiorò dopo il 1922 e così si operò, rimuovendo il cristallino dell’occhio sinistro.
Dopo l’intervento riuscì di nuovo a vedere con l’aiuto di una lente correttiva, ma aveva problemi di visione doppia e distorsione delle immagini e per questo, non operò mai l’altro occhio. Dopo l’operazione Monet distrusse alcune delle sue tele più recenti, quelle rimaste furono salvate dalla famiglia e da alcuni amici.
Nel 1911 perse anche Alice e un figlio e questi lutti lo distrussero. Fu Blanche che lo aiutò a vivere meglio gli ultimi anni della sua lunga vita. Nel giugno del 1926 gli diagnosticarono un carcinoma polmonare e sei mesi più tardi, il 5 dicembre morì. Ai suoi funerali partecipò tutta la popolazione di Giverny.
Trovi maggiori informazioni sulla vita di Monet e le sue opere a questo link.