Com’è vivere in Australia? Oggi ti presento Anna expat a Perth e autrice del blog La Tartaruga Volente. Anna ama viaggiare, fotografare e adora gli animali, in particolare tartarughe e giraffe. Mi sono innamorata dal suo blog perchè sognamo da anni di partire per un on the road in Australia e il luoghi di cui racconta mi hanno fatta innamorare!
Tanti gli italiani nel mondo, scopriamo cosa significa trasferirsi all’estero con questa rubrica dedicata alle “storie di vita on the road“. Se sei curioso di scoprire come si vive a Londra, dai uno sguardo all’intervista di Ellie.
Ciao Anna, raccontaci in breve chi sei, per farti conoscere dai nostri lettori
Ciao sono Anna, vivo da 3 anni a Perth nel WA dove faccio la fotografa freelance. Sono viaggiatrice nel Dna, viaggio come filosofia di vita, viaggio anche quando vado al supermercato.
Amo la cioccolata, qualunque tipo, eccetto quella bianca che mangio solo in casi di emergenza. Adoro gli animali, tutti e in ogni viaggio li cerco, li fotografo e ci parlo anche. A dire il vero parlo sempre, con tutti e tutto.
Da due anni ho aperto il blog dove racconto dei miei viaggi in giro per il mondo e soprattutto delle mie (dis)avventure nel Western Australia. Mi piace l’idea che attraverso il blog possa ispirare qualcuno a viaggiare e sono felice quando mi chiedono informazioni, se posso aiutare nell’organizzazione di un viaggio per me è un piacere.
Da che regione Italiana vieni?
Sono nata e cresciuta nel Veneto, esattamente a Marostica, storica cittadina in provincia di Vicenza
Come andavano le cose in Italia prima di partire?
Stavo bene, ero felice, avevo un bel lavoro, tanti amici e conoscenti, tutto era sotto controllo, ma…
Cosa ti ha spinto a partire?
c’era un “ma” nella mia vita e quel ma era che sentivo il bisogno di provare a realizzare il mio sogno. Avevo rinviato per tanto tempo e ora era arrivato il momento di provare. Volevo provare a realizzare il mio sogno e fare qualcosa per me.
Mi sono resa conto che solo quando ho deciso di cambiare la mia vita, ho capito che stavo sbagliando qualcosa. Quando si è “dentro” alla vita tutto sembra perfetto. Poi, quando esci e ti guardi da lontano, vedi e capisci tante cose.
Ed io fra tutte mi sono resa conto che non avevo tempo. Non avevo tempo per me, non avevo tempo per le persone che amavo. E questo non lo sapevo, l’ho capito quando sono partita.

Come sei approdata a Perth, nel Western Australia?
Mi sono trasferita a Perth assieme mio marito. Abbiamo scelto appositamente Perth nel WA perché ci piaceva l’aria tranquilla, la libertà che abbiamo respirato la prima volta che lo abbiamo visitato. Anche se erano passati oltre 15 anni, il ricordo di quella pace era così vivo in noi da portarci a volerci trasferire definitamente.
Quando hai lasciato l’Italia avevi già un lavoro o sei partita all’avanscoperta?
Prima di trasferirci definitivamente siamo stati a Perth 4 volte, per capire se era esattamente il posto in cui volevamo vivere. Per capire come risolvere alcune procedure “burocratiche” e per prendere contatti per il lavoro.
Ogni paese quando lo si visita durante un viaggio è sempre bello, ha sempre fascino. È vivendoci, andando a fare la spesa, pagando le bollette, nella quotidianità che si può comprenderlo meglio.
Come ti sei organizzata? Conoscevi qualcuno? Raccontaci il pre-partenza e come ti sei mossa appena arrivata.
Qui a Perth non conoscevamo nessuno. Il pre-partenza, è stato strano. Non mi rendevo conto che stavo per avventurarmi in qualcosa di nuovo. Ho salutato amici e parenti con il cuore in gola ma, al tempo stesso eccitata per ciò che mi stava accadendo. Ero davvero frastornata, tante, troppe, cose mi sono successe in pochi mesi.
Dal punto di vista tecnico, il problema maggiore è stato spedire tutte mie cose, dai piatti al guardaroba, dalle scarpe alle tovaglie. Trovare la ditta migliore, con tempi ridotti, non è stato facile. Su internet avevo trovato diversi nominativi, ma tutti che operavano sull’Europa o al massimo in America. È con il trasferimento che mi sono resa conto che su internet c’è davvero tanta “fuffa”, gente che scrive su temi che non conosce.

Appena atterrati
abbiamo iniziato a guardarci attorno. Dove andare a fare la spesa, chi poteva installarci l’nbn (connessione internet), come fare per .. potrei scrivere davvero un manuale.
Perché non è così banale capire dove andare per la patente, cosa fare quando si compra l’auto, come decidere il provider per acqua, gas, la televisione… tutto è nuovo, diverso e parla australiano. Questo è stato uno dei più bei momenti, quante risate ci siamo fatti, qui c’è un essere umano per ogni cosa, ogni piccola ed insensata cosa! That’s it.
Parlavi la lingua? Come hai fatto senza aiuti?
L’inglese lo parlo, ma l’australiano lo capisco solo ora! A parte gli scherzi, in città e negli uffici statali la gente parla inglese, quindi nessun problema.
Ma appena si esce un po’ o si va anche in un piccolo negozio di periferia, la gente parla australiano, che è un inglese masticato e con pronuncia “allegra”. Forse ora, dopo 3 anni riesco a capirli, ma a parlare come loro, credo non ci riuscirò mai. E come ho fatto? La gente qui è simpatica e ha un cuore grande, ti aiuta a prescindere e poi ti dice “no worrie”!
Cosa hai fatto nei primi mesi per integrarti?
Per integrarsi in Australia la cosa migliore è andare nei parchi e in spiaggia. Luoghi dove si trova la gente. È cosi che abbiamo fatto anche noi, partecipando ad uno dei numerosi eventi nei parchi.
Chiacchierando con questo e quello, con una “sizzle” da una parte e una “XXXX” dall’altra, si diventa subito amici (ovvero una salsiccia sul BBQ e la birra australiana FourX). La gente qui è davvero molto disponibile, ma non è chiacchierona. Quindi se si vuole sapere qualcosa bisogna chiedere.
Come hai cercato di far diventare una nuova nazione la tua casa? Raccontaci qualche piccolo gesto di ogni giorno, che ha costruito la tua vita …
L’Australia è la mia casa. La sento ogni mattina quando mi svegliano gli strilli dei kakatua e ogni sera che mi addormento, guardando il cielo dipingersi di rosso . L’Australia è la mia casa perché qui sto bene, sono felice e sono con la persona che amo. Questo per me è il significato di “casa”.
È casa perché appena sento il “brom brom” del motorino e vedo una macchia gialla, so che il mio caro postino ha qualcosa per me (lo chiamiamo Santa Claus per la sua barba lunga e bianca).
È casa perché ogni sabato oramai ci aspettano i miei nuvoi amici per qualche giocata a golf, anche se non so giocare, mi diverto sempre. La sento casa perché orami conosco a memoria la pubblicità, “put a pork in your fork” e perchè è il posto esatto in cui vorrei essere ora.

Dopo quanto tempo non ti sei più sentita un’ospite?
A dire il vero non mi sono mai sentita “straniera”. Sarà perché qui in tanti sono emigrati, dalla Scozia all’Irlanda, dalla Gran Bretagna alla Germania, ma la gente ti aiuta senza essere invadente. Se hai bisogno di qualcosa o di una mano loro ci sono sempre. Poi ognuno a casa sua.
Hai avuto paura prima di partire? Non esserci e lasciare quello che ti era familiare è stata dura?
Prima di partire ero semi-cosciente, non avevo paura, era più l’eccitazione che altro. È stata dura il secondo anno, quando la magia del cambiamento ha lasciato spazio ai ricordi, alle persone che non ci sono più e a quelle che ho lasciato in Italia. Ma per fortuna che esiste Skype e WA, oggi sento e parlo con le persone a cui tengo molto di più di quello che facevo quando ero li con loro. Assurdo, vero?
Cosa ti piace del luogo in cui vivi?
Del WA mi piacciono i paesaggi, i colori vivaci della natura e dell’oceano. Adoro gli spazi sconfinati, il senso di pace e libertà che respiro. Mi piace la pulizia che c’è nelle strade e nei parchi, la quantità impressionante di spazi verdi, mi piace il “nuovo ovunque”.
Strade nuove, case nuove, scuole nuove e gente giovane… rispetto all’Italia, qui si sente e si respira aria fresca, giovane, si respira quell’energia tipica di chi ha vent’anni, quella in cui nessuno può fermarti, in cui tutto si può fare.
C’è qualcosa che non riesci proprio a capire della cultura in cui vivi? Che stona per te?
All’inizio mi faceva impazzire vedere il caos nelle case, letti da fare colmi di magliette e giocattoli. Concetto di pulizia distante da ciò che è per noi. Che dire poi di ciabatte smarrite ovunque. Posta che rimane nella cassetta per giorni e giorni. Bambini che giocano nei parchi già in pigiama pronti ad andare a letto.
Poi mese dopo mese non mi ha più dato fastidio, perché è il loro modo di vivere, placido e pacato. Pulirò quando avrò tempo. Sistemerò con calma. Noi abituati a correre, a fare mille cose contemporaneamente, qui invece ognuno ha i suoi ritmi. Stona? Non credo. Forse siamo noi che dovremmo rallentare.

Cosa fai adesso e quali sono i tuoi sogni per il futuro?
Al momento io e mio marito siamo fotografi freelance. Collaboriamo con un parco naturalistico per foto su animali e natura. Facciamo corsi base di fotografia e ci teniamo le foto di matrimoni e bambini, come piano B. Bisogna sempre avere un piano B.
E il futuro? Il futuro è domani, per me. Non significa vivere esattamente alla giornata, ma vivere al meglio. Cercare di approfittare delle giornate di sole, quando ci sono e ballare dentro casa quando piove. Questa è la nostra vita, fra foto, natura e cieli azzurri.
Sogno di nuovi posti da scoprire, nuove foto da scattare, nuovi e vecchi amici da incontrare. Ma il sogno più grande è quello di continuare a vivere al fianco di mio marito, continuare a sorridere e ridere come facciamo oggi, continuare a sognare assieme, perché il mondo è più colorato quando siamo assieme.
Torneresti mai in Italia?
Si certo, ma non sono ancora quando. Ho cambiato completamente la mia vita (non puoi immaginare quanto) e oggi mi sento diversa. Migliore, peggiore, mah a saperlo. Sento di essere diversa, di avere tempi e ritmi diversi.
Di dare valore a cose/persone a cui un tempo non davo la giusta attenzione. Ho imparato e sto imparando a vivere senza barriere, senza quell’infinita lista del “cose da fare e non fare”. Sto imparando davvero a vivere libera.
Oggi sono qui, domani, chissà. Quando sentirò che è venuto il tempo di mollare l’ancora, seguirà il vento. So che di lui posso fidarmi!

Un tuo suggerimento mirato a chi sta valutando l’idea di trasferirsi all’estero: cosa serve assolutamente per decidere di partire?
Tanti mi dicono “ti invidio”, ma in realtà non tutti sanno cosa significhi fare certe scelte. Cambiare paese, cambiare lavoro, trasferirsi in un paese nuovo e lontano, non è facile affatto. Significa abbandonare amici e parenti, significa imparare una nuova lingua, significa modificare le proprie abitudini. Imparare mille cose nuove.
Ho pianto, si certo, i primi tempi ho pianto, perché non sapevo da dove partire, non capivo come fare anche le cose più banali, mi mancavano le persone che amo. Ma con mio marito a fianco abbiamo superato tutto e ora siamo orgogliosi di tutto ciò che abbiamo costruito e creato. Ora siamo felici, non è una vita perfetta la nostra, ma una vita felice.
Quindi, cosa serve per partire? Coraggio, pianificazione e un pizzico di pazzia. Sapere perché si vuole cambiare, sapere cosa si vuole fare, ma non pretendere di avere tutto sotto controllo e alla fine .. lasciarsi andare alla vita.
Ognuno ha la sua storia e nessuno può indossare le scarpe di un’altra persona e non possiamo giudicare le scelte altri! Non dimenticarlo.
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NB. Tutte le foto sono di Anna
6 comments
Grazie ale, è stato bello rispondere alle tue domande, non era semplice rispondere ad alcune, avevano più risposte. Grazie ancora e vi aspetto a Perth
Ciao Anna, è stato davvero un immenso piacere ospitarti qui da noi! Vivi in uno dei paesi più belli del mondo che sognamo di visitare da tantissimo tempo! Spero davvero che presto o tardi, ci si possa incontrare a Perth! Un abbraccio 🙂
Intervista top… 🐨 Dolce e saggia Anna 😊
Avete entrambe scritto cose belle ♥️
Grazie cara mi fa molto piacere avere un tuo feed back positivo! Se ti va di partecipare ti aspetto a braccia aperte, mi farebbe molto piacere!
Conosco Anna da molti anni e la riconoscerei tra mille interviste !! Mi ritrovo in tanti momenti che descrive: essere expat significa vivere momenti di felicità e di smarrimento allo stesso tempo. Ma come dice anche lei la cosa importante é essere consapevoli della scelta e di dare tempo al tempo!
Ciao Silvia, la sua intervista mi ha toccata moltissimo, specie perchè si è concentrata sulle emozioni e sui suoi desideri, che ha ricorso fino ad avverarli!