Oggi conosciamo Amélie e Laura expat in Italia e autrici del blog Ciccia & Cerva! Ebbene si, sono tanti gli italiani immigrati all’estero ma ci sono anche tanti stranieri che scelgono di trasferirsi in Italia. Scopriamo una di queste storie a rovescio!
Ciao Amélie raccontaci in breve chi sei, per farti conoscere dai nostri lettori
Ciao sono Amélie e insieme alla mia amica Laura, siamo due francesi che vivono a Torino da tre anni ormai. Scriviamo il blog Ciccia&Cerva dove raccontiamo della nostra vita in Italia e i nostri viaggi in questo bellissimo paese.
Nella vita Laura lavora in un servizio clienti e io come responsabile della comunicazione. Siamo tutte due impiegate da un’azienda italiana che non c’entra niente con la nostra seconda attività e passione: Il blog!
E come se il lavoro più il blog non bastassero, abbiamo deciso di lanciarci in progetto più legato al turismo, dove proponiamo itinerari e consigli a Torino e nel Piemonte per i turitisti francofoni. Ah e tutte due siamo amiche dall’università e adesso siamo coinquiline a Torino.
Da che zona della Francia vieni?
Veniamo entrambe della regione dei Paesi della Loira, io sono di Angers e Laura di una cittadina nella provincia della Vendea. Nord ovest, Far West della Francia!

Come andavano le cose in Francia prima di partire?
In Francia, andava tutto bene, avevamo appena finito gli studi, avevamo entrambi un lavoro, però, dopo varie esperienze all’estero, volevamo ripartire fuori dalla Francia a tutti costi. Perciò abbiamo cercato lavoro altrove ed è a Torino che l’abbiamo trovato.
Cosa vi ha spinto a partire insieme?
Un’opportunità di lavoro, grazie a un contratto francese che permette ai giovani dell’Unione Europea di lavorare all’estero in aziende francesi. Si chiama V.I.E (Volontariat International en Entreprise) ed è anche possibile per gli italiani aver accesso a questo tipo di contratto.
L’unico obbligo è di non lavorare in Francia, dove si trova la casa madre dell’azienda e partire prima dei 28 anni!
Come siete approdate in Italia?
Siamo arrivate a Torino seguendo le opportunità di lavoro perché a dire la verità, non conoscevamo la città e da quello che avevamo studiato all’università, ne avevamo l’immagine di una città molto industriale e un pò grigia.
È stata davvero una bella sorpresa quando abbiamo visto con i nostri occhi quanto fosse bella Torino. Una città per niente grigia e con un’architettura incredibile!

Quando avete lasciato la Francia avevate già un lavoro o siete partita all’avanscoperta?
Quando siamo partite dalla Francia, avevamo un lavoro a Nantes sempre in regione Paesi della Loira. Lavoravamo nell’ambito per cui avevamo studiato però ci mancava partire all’avventura in un altro paese.
È un’esperienza completamente diversa e una volta che si comincia a vivere all’estero, è molto difficile tornare nel proprio paese. Laura lei aveva lavorato 7 mesi nelle Filippine participando a un programma umanitario e io ho lavorato 8 mesi in Inghilterra come assistente di lingua francese in un liceo. Dopo le nostre esperienze, volevamo di nuovo vivere fuori dalla Francia.
Come vi siete organizzate? Conoscevate qualcuno? Diteci qualcosa sul pre-partenza
Partendo dall’Unione Europea e con un contratto francese è stato abbastanza semplice partire. Trasloco, ricerca appartamento, le mosse classiche di chi cambia città. In più i nostri colleghi sono stati molto simpatici e ci hanno aiutato tanto con le formalità ammistrative e i primi passi a Torino.
Le vere difficoltà sono arrivate quando abbiamo deciso di restare dopo la fine del contratto francese e quindi cominciare a lavorare con un contratto italiano.
Ci serviva la residenza italiana a tutti gli effetti ed è proprio in questo istante che ci siamo confrontate con l’amminastrazione italiana e tutte le leggi che a volte ci sembrano illogiche e incredibili!

Parlavate la lingua? Come avete fatto senza aiuti?
Parlavamo italiano prima di partire perché abbiamo studiate entrambe Lingue Straniere Applicate al Commercio Internazionale e le lingue scelte eranno l’inglese e l’italiano.
Perciò, avevamo già delle buone basi di grammatica e vocabolario. Ci ha permesso di poter lavorare facilmente sin dall’inizio nelle nostre rispettive aziende. Poi è ovvio che vivendo nel paese si impara sempre di più!
Cosa avete fatto nei primi mesi per integrarvi?
Nei primi mesi di vita a Torino, per non cadere nella trappola di stare con i nostri connazionali (che a Torino sono stranamente tanti), abbiamo deciso che per un anno, non avremmo incontrato francesi. Perciò ci siamo sforzate di incontrare italiani e poter parlare la lingua.
Non è stato così semplice perché quando si lavora con gente più grande, uscire con persone della tua età è abbastanza difficile.
Quando siamo arrivate avevamo 25 anni e ci siamo rese conto che non è come quando sei all’università e allora crei amicizie facilmente. Poi, in Piemonte si sa anche che la gente è un pò più fredda al primo approccio e quindi è più difficile fare degli incontri.
E in effetti, i primi mesi abbiamo incontrato solo persone del Sud Italia!

Come avete cercato di far diventare una nuova nazione la vostra casa? Raccontateci qualche piccolo gesto di ogni giorno, che ha costruito la vostra vita …
Mangiando pasta tutti giorni ! No scherzi a parte, all’inizio è stato difficile abituarsi ad alcune specificità italiane come per esempio raccontare il dettaglio della propria vita privata ai colleghi, o abituarsi a stringere la mano a sconosciuti per poi abbraciarsi quando ci si saluta anche se abbiamo scambiato solo due parole…
Poi, ovviamente nel quotidiano, abbiamo cambiato un pò le nostre abitudine alimentari anche se non manchiamo di portare con noi cibo francese quando andiamo oltre confine. A casa si parla francese con un misto di parole italiane. Poter andare a fare la spesa al mercato ogni giorno della settimana è anche una cosa piacevole alla quale non potremo rinunciare tornando in Francia.
Dopo quanto tempo non vi siete più sentite ospiti?
Circa un anno dopo il nostro arrivo, quando ormai conosci il posto, ti sei creato la rete d’amici, hai le tue abitudine. Però, perché si c’è un però … C’è da dire che anche da cugini francesi, c’è chi non manca di farti sentire ospite.
Lasciare quello che vi era familiare è stata dura?
Prima di partire, non abbiamo avuto paura e più con il tempo che si installa la “paura” perché gli anni passano e manchi sempre di più alle date e agli eventi importanti, la famiglia e gli amici mancano. Vedi i tuoi cari fare la loro vita e tu la puoi vivere solo da lontano e quello può essere difficile da gestire.

Cosa vi piace del luogo in cui vivete?
Ci piace la città di Torino che è davvero stupenda, è stato davvero un colpo di cuore. La regione Piemonte ha tantissimo da offrire e ci piacciono molto tutte le attività che si possono fare. Ci piace anche perché ormai conosciamo il nostro quartiere, la città, ci sentiamo bene qui.
Ci sentiamo in sicurezza ed è anche il luogo dove abbiamo vissuto di più dopo esser partite da casa dei nostri genitori (avevamo 20 anni). Una città dove abbiamo stabilito ormai la nostra “casa”.
C’è qualcosa che non riuscite proprio a capire della cultura italiana? Che stona per voi?
Si, la rassegnazione degli italiani, il fatto che nessuno lotti per i diritti, nessuno si ribella mai davvero scendendo in piazza per mostrare che il governo non ha il pieno potere o quando ci sono delle grandi ingiustizie. Far vedere che anche la parola dei cittadini conta.
Si vede tantissimo anche nel quotidiano, per esempio al lavoro, difficilmente la gente lotta per i suoi diritti personali, nessuno ricorre ai sindacati quando è necessario e la risposta che molti ci danno quando vediamo che sono di fronte ad un’ingiustizia è: “ma è cosi, che ci vuoi fare”. Ed è vero che non sempre si può fare qualcosa però provare non costa niente.
Quindi, ecco, la cosa che non riusciamo proprio a capire sarebbe quella, lamentarsi tantissimo ma non muoversi per cambiare davvero le cose.
Cosa fate adesso, quali sono i sogni per il futuro?
Adesso continuiamo a lavorare, gestire il nostro blog e mettere in piedi il progetto turistico anche se sinceramente lanciare un’attività turistica in Italia assomiglia più a un percorso ad ostacoli spartano! Il futuro lo vediamo a cavallo tra Francia e Italia.
La Francia ci manca anzi, la famiglia e gli amici ci mancano. Però, oramai siamo anche troppo legate all’Italia per andarcene completamente. Perciò i sogni per il futuro sarebbero quelli di occuparci solo del nostro progetto a Torino e viverne… Ma la strada è ancora lunga!
Un suggerimento mirato a chi sta valutando l’idea di trasferirsi all’estero: cosa serve assolutamente per decidere di partire?
Pensiamo che per partire, si debba assolutamente cercare per quali motivi si vuole partire. Da quando abbiamo aperto il blog che parla anche di espatrio, sentiamo tante storie di persone che vorrebbero lasciare tutto per venire a vivere in Italia, alcuni proprio per sfuggire da problemi personali.
Noi crediamo invece che vivere lontano da casa tua non ti allontana per niente dai problemi. Poi, serve la fiducia in se stesso, non lasciare le persone giudicare le tue scelte o ascoltare troppo chi vive nella paura.

Tutti hanno un’opinione sul fatto di vivere all’estero, ma puo capire solo chi se n’è andato veramente. E anche li, ognuno di noi ha avuto le proprie esperienze e ogni esperienza è diversa. In conlusione, per decidere di partire si deve ascoltare il cuore. Ma state tranquilli, quando è il momenti di partire, si sa, si sente. E magari non capiterà mai perché non tutti hanno questa aspirazione nella vita.
Tornereste mai in Francia?
Come dicevamo prima, si torneremmo in Francia soprattutto per la mancanza dei nostri cari e per semplificare alcuni processi legati alla creazione del nostro progetto. Ma allo stesso tempo, per ora, non ci vediamo vivere lontano dall’Italia per molto tempo.
E una lotta interna per ciascuna di noi, ma per fortuna, i due paesi non essendo lontani, troveremo modo di accontentare i nostri desideri!
Clicca qui se vuoi leggere l’intervista di Grazia, expat in Belgio.
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NB. Tutte le foto sono di Amélie e Laura