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Home » Storie di expat » Vivere in Danimarca: Sylvié e la sua nuova vita
psicologiaStorie di expat

Vivere in Danimarca: Sylvié e la sua nuova vita

by Ale Carini 13 Marzo 2020
by Ale Carini 13 Marzo 2020
1,1K Tempo di lettura: 9 minutes

Com’è vivere in Danimarca? Oggi ti presento Sylvié expat e autrice del blog Viaggiare zaino in spalla. Silvié ha avuto una vita movimentata ed è l’esempio di chi non si è mai dato per vinto.

Tante esperienze l’hanno fatta crescere e infine, la sua rinascita è avvenuta tra i paesaggi freddi della Danimarca che ora è la sua nuova casa nel mondo.

Cosa troverai in questo articolo

  • Ciao Sylvié raccontaci in breve chi sei, per farti conoscere dai nostri lettori
    • Da che regione Italiana vieni?
    • Come andavano le cose in Italia prima di partire?
  • Cosa ti ha spinto a partire?
  • Come sei approdata in Danimarca?
  • Quando hai lasciato l’Italia avevi già un lavoro o sei partita all’avanscoperta?
  • Parlavi la lingua? Come hai fatto senza aiuti?
  • Cosa hai fatto nei primi mesi per integrarti?
  • Come hai cercato di far diventare una nuova nazione la tua casa?
    • le passeggiate sono state la sua cura
  • Dopo quanto tempo non ti sei più sentita un’ospite?
    • Hai avuto paura prima di partire? Non esserci e lasciare quello che ti era familiare è stata dura?
  • Cosa ti piace del luogo in cui vivi?
    • C’è qualcosa che non riesci proprio a capire della cultura in cui vivi? Che stona per te?
  • Cosa fai adesso e quali sono i tuoi sogni per il futuro?
    • Un tuo suggerimento mirato a chi sta valutando l’idea di trasferirsi all’estero: cosa serve assolutamente per decidere di partire?
  • Torneresti mai in Italia?

Ciao Sylvié raccontaci in breve chi sei, per farti conoscere dai nostri lettori

Ciao, mi chiamo Silvia Montis ma gli amici mi conoscono anche come Sylvié.
Ho quasi 45 anni (oh my God!!) ma ho sempre avuto uno spirito fanciullesco. Amo l’avventura, sono una donna particolarmente creativa e amo tantissimo viaggiare.

Adoro sopratutto intraprendere cammini e viaggi lenti, zaino in spalla, perché mi danno un grande senso di libertà, infatti di questa passione racconto sopratutto sul mio blog di viaggi nato da circa un anno.

Da che regione Italiana vieni?

Sono originaria della Sardegna, ho entrambi i genitori sardi, ma sono nata in Brianza perché i miei genitori erano emigrati lì per lavoro. Ho vissuto il mio primo anno di vita in un paesino vicino Como e da li poi Novara e Milano, dove ho trascorso la mia infanzia, fino all’età di sei anni.

Successivamente siamo tornati in Sardegna, dove ho trascorso l’adolescenza diplomandomi al Liceo Artistico. A 24 anni sono emigrata nuovamente ma con il mio compagno, prima a Firenze e poi in Veneto dove ho vissuto per 10 anni. Ho studiato Grafica Pubblicitaria e ho lavorato nel settore per qualche anno, finché non abbiamo deciso di ritornare in Sardegna.

Sylvié expat in Danimarca - vivere in danimarca
Sylvié e suo marito

Come andavano le cose in Italia prima di partire?

Dopo dieci anni in Veneto io e mio marito decidemmo di lasciare le nostre carriere e tornare in Sardegna. Io aprii un negozio di articoli da regalo, in pieno stile nordico, mio marito invece trovò un lavoro come agente immobiliare.

Per cinque anni fummo felici, avevamo un tetto sopra la testa, l’amore delle nostre famiglie, gli amici. Tutto questo ci bastava, nonostante le difficolta economiche.

Cosa ti ha spinto a partire?

Durante la nostra permanenza in Sardegna ci fu un forte periodo di crisi finanziaria che coinvolse tutta l’Italia e io dovetti, purtroppo, chiudere il mio negozio dopo appena cinque anni di attività. Nel gennaio del 2013 abbassai serranda e dopo appena un mese anche mio marito venne improvvisamente licenziato.

Fu una doccia fredda e questo ci costrinse a prendere una decisione drastica. Era giunto il momento di ripartire ma sta volta optammo per fare un’esperienza all’estero. Non avevamo nulla da perdere e decidemmo di rimetterci subito in gioco.

Come sei approdata in Danimarca?

Quando decidemmo di partire non sapevamo bene dove. Il nostro sogno era sempre stato l’Australia ma in quel momento, senza soldi, era più una chimera che un sogno. Valutammo quindi i pro e i contro e decidemmo di restare in Europa, più vicini a casa.

Stilammo una lista di posti in cui avremmo potuto avere un appoggio iniziale da parte di parenti o amici. Irlanda, Svizzera e Danimarca furono le uniche candidate.

Dopo un’intensa riflessione optammo per la Danimarca, la nazione in cui viveva mia cognata. Fu proprio mio marito a partire per primo in avanscoperta, perché c’era la possibilità di alloggio per una sola persona. Ricordo ancora quel freddo aprile del 2013 in cui lui partì con appena mille euro in tasca, ma anche con tanta speranza nel cuore.

Quando hai lasciato l’Italia avevi già un lavoro o sei partita all’avanscoperta?

Come ti sei organizzata? Conoscevi qualcuno? Raccontaci il pre-partenza e come ti sei mossa appena arrivata. In attesa che mio marito si sistemasse io restai in Sardegna ma i mesi passavano e lui non riusciva a trovare lavoro. Tutto sembrava andare a rotoli e la distanza tra noi non aiutava.

Sentii che lui aveva bisogno del mio sostegno e io sicuramente del suo. Insieme siamo sempre stati invincibili. Così mi armai di coraggio e azzardai il tutto per tutto. Cercai un lavoro online e trovai una famiglia italiana che abitava a Copenaghen, aveva bisogno di una donna delle pulizie e in cambio dava vitto e alloggio, più una piccola retribuzione. Una miseria a dire il vero ma era l’unico modo per accorciare le distanze tra me e mio marito.

Non avevo mai fatto pulizie per lavoro però ero disposta a mettermi in gioco totalmente. Sentivo che era la strada giusta. Feci il biglietto senza pensarci troppo e partii. Era la fine di giugno e ricordo che a Copenaghen faceva ancora un gran freddo.

Comunque da quel momento, pian piano, tutto cominciò a sistemarsi e mio marito trovò lavoro. Dopo alcuni mesi trovammo anche la nostra prima stanza in un appartamento condiviso e potemmo vivere nuovamente assieme.

copenaghen, danimarca - trasferirsi in danimarca
Foto di Sylvié

Parlavi la lingua? Come hai fatto senza aiuti?

La lingua danese è una lingua molto difficile da imparare, un misto tra inglese e tedesco, impronunciabile. La maggior parte degli expat se non sono costretti, evitano di studiarla e parlano direttamente in inglese, visto che in Danimarca l’inglese è come una seconda lingua.

Io arrivai a Copenaghen senza aver mai studiato nemmeno inglese quindi il primo approccio fu abbastanza traumatico ma, per fortuna nei primi tempi lavorai sempre per italiani ed ebbi amicizie italiane quindi non fu un grande limite.

Negli anni ho comunque cercato di migliorare, anche se ancora non sono in grado di fare grandi conversazioni. Mio marito invece non ha alcun problema a conversare in inglese e ha fatto anche i primi moduli di danese così ora è lui ad occuparsi di tutta la burocrazia.

Cosa hai fatto nei primi mesi per integrarti?

Durante i primi mesi nelle ore libere dal mio lavoro come Au Pair, frequentai un corso gratuito di inglese tenuto in una chiesa da parte di un gruppo di volontari danesi. È stata la mia prima esperienza di vita sociale extra lavorativa in Danimarca. Feci parecchie conoscenze e amicizie, alcune temporanee, altre più durature.

Con alcuni amici italiani aprimmo persino un magazine online per raccontare lo stile di vita nordico agli italiani. Un bel progetto, durato tre anni, di cui io fui la caporedattrice.

Presentammo il magazine persino all’Istituto Italiano di Cultura a Copenaghen e questo mi permise di stringere numerose conoscenze. Dopo quella parentesi e le varie vicissitudini della vita, ci fu un improvviso cambio di rotta e io mi dedicai a tutt’altro. Smisi anche di fare le pulizie e mio marito lasciò il suo lavoro, eravamo pronti a fare un salto di qualità e assieme decidemmo di aprire una nostra attività di giardinaggio e manutenzioni.

Oggi ci dedichiamo con passione alla nostra azienda e siamo felici. Il lavoro va bene e abbiamo ricominciato anche a viaggiare. Io poi ho scoperto questa nuova passione per lo Slow Travel e non perdo occasione per prendere il mio zaino e mettermi in cammino.

Come hai cercato di far diventare una nuova nazione la tua casa?

Raccontaci qualche piccolo gesto di ogni giorno, che ha costruito la tua vita. Osservare il luogo in cui vivo con sguardo sempre pieno di meraviglia, è questo il mio segreto per amare il luogo in cui vivo e la Danimarca continua a piacermi proprio perché non smette mai di stupirmi.

Cerco sempre di guardare ciò che mi circonda con gli occhi di chi si approccia ad una cultura nuova per la prima volta, con curiosità e mai con giudizio. Evito sempre di fare paragoni con l’Italia riguardo al cibo e a tutto ciò che potrebbe mancarmi del mio Paese, come il sole o il mare della mia Sardegna. Me li godo quando sono in ferie e questo cerco di farmelo bastare.

trasferirsi in danimarca - italiani in danimarca
foto di Sylvié

le passeggiate sono state la sua cura

Una cosa che amo fare quotidianamente è passeggiare tra il verde dei parchi e dei boschi di Copenaghen, abito circondata dalla natura nonostante viva in città e questa è una gran fortuna.

La natura mi aiuta tantissimo, mi mette di buon umore e mi fa sentire a casa. Riguardo al lavoro ci siamo reinventati totalmente e aprire la nostra attività è stata un po’ come una rivincita su tutto ciò che l’Italia non ci ha mai permesso di costruire.

Ora abbiamo nuovamente il coraggio di sperare in un futuro e possiamo assaporare la sensazione di libertà e di indipendenza. Siamo nuovamente artefici del nostro destino e per la prima volta, dopo anni, andiamo a letto felici e ci svegliamo con il sorriso.

Mi preme dire che in Danimarca fare imprenditoria non è difficile quanto in Italia ma, occorre sicuramente un periodo di inserimento per capirne i meccanismi e la cultura. Ci vuole molta pazienza e spirito di adattamento, queste qualità sono state le nostre più grandi alleate.

Dopo quanto tempo non ti sei più sentita un’ospite?

Devo dire la verità, da quando sono in Danimarca non mi sono mai sentita ospite, non quanto lo sono stata in Italia durante gli anni da emigrata in Veneto. La gente qui mi ha sempre accolta con un sorriso e nel quotidiano ho sempre percorso la capitale in lungo e in largo, senza sentirmi mai spaesata o fuori luogo.

Copenaghen è una città cosmopolita, ricca di emigrati che coesistono pacificamente con i danesi. I Danesi a loro volta sono un popolo tranquillo, che si fa gli affari suoi e cerca di vivere pacificamente. Farci amicizia non è facile, non danno troppa confidenza ma nell’immediato sono abbastanza socievoli e anche se i rapporti restano superficiali, è un quieto vivere che si può apprezzare nel tempo.

Hai avuto paura prima di partire? Non esserci e lasciare quello che ti era familiare è stata dura?

All’inizio la difficoltà maggiore è sempre dover lasciare amicizie, famiglia e tutto ciò che si conosce. Ci vuole una buona dose di coraggio e tanto spirito di avventura per compiere questo passo verso l’ignoto e adattarsi non è semplice. Inizialmente siamo dovuti scendere a compromessi, vivere persino con altre persone, fare dei mestieri che non avevamo mai fatto.

Affrontare questa sfida con mio marito è stata sicuramente una marcia in più e ammiro davvero tanto chi parte sola all’avventura senza poter condividere dubbi e paure con qualcuno. Ad ogni modo partire per lavorare all’estero implica sempre fare i conti con le proprie paure ed è sempre l’inizio di una grande crescita.

Sylvié expat in Danimarca - italiani in danimarca
Foto di Sylvié

Cosa ti piace del luogo in cui vivi?

Amo tantissimo la Danimarca sia paesaggisticamente che culturalmente. Mi piace molto vivere in città ed essere circondata dal verde. Svegliarmi la mattina e sentire solo il cinguettio degli uccellini. Vivere tranquilla in un vicinato silenzioso e discreto.

Amo tantissimo il grado di civiltà che contraddistingue il popolo danese e anche il loro impegno verso tematiche a me care, come ad esempio le problematiche ambientali, l’educazione alimentare verso l’utilizzo di alimenti biologici, la salvaguardia dei diritti umani e la parità dei sessi in ambito lavorativo, l’attenzione politico-sociale verso temi molto sentiti come la famiglia.

La Danimarca è un Paese ancora vivibile sotto molti aspetti e sono molto felice di averla scelta come casa.

C’è qualcosa che non riesci proprio a capire della cultura in cui vivi? Che stona per te?

Ci sono dei modi di fare dei danesi che in effetti stonano parecchio con l’idea di civiltà che mi ero fatta: i danesi sputano, ruttano e non solo. Lo fanno tutti, uomini e donne, pubblicamente, come se fosse la cosa più naturale del mondo. In effetti naturale lo è ma noi siamo stati cresciuti con l’idea che certe cose vadano fatte con discrezione.

Assistere a certe scene è a dir poco disgustoso. Nel tempo però si impara a conoscere i danesi anche per il loro retaggio, non dimentichiamo infatti che hanno origini vichinghe e che certe “ruvidità” sono insite in loro, anche se noi non potremmo mai capirle del tutto.

Cosa fai adesso e quali sono i tuoi sogni per il futuro?

Attualmente ci stiamo dedicando alla nostra attività e speriamo di farla crescere nel tempo. Un’altro obbiettivo è comprare casa qui in Danimarca e sistemarci definitivamente.

Per quanto mi riguarda ho anche un grande desiderio nel cuore: vedere il mondo e fare tanti bei viaggi avventurosi zaino in spalla. Nel tempo spero anche di riuscire a trasformare il mio blog in un progetto che possa incoraggiare le persone a viaggiare anche da sole.

Un tuo suggerimento mirato a chi sta valutando l’idea di trasferirsi all’estero: cosa serve assolutamente per decidere di partire?

Consiglio sempre di partire con almeno un minimo di progetto alla base, che comprenda anche avere dei soldi in avanti e una buona conoscenza dell’inglese. Ma la verità è che per partire serve sopratutto crederci davvero, avere una forte motivazione, tanta voglia di lavorare e un grande spirito di adattamento.

Io sono il classico esempio di come lingua e soldi non sono stati un limite: ho cominciato come au pair da una famiglia italiana, dove non serviva conoscenza linguistica; ho continuato a lavorare per italiani e ho trovato soluzioni adatte alla mia condizione senza farmi mai frenare dai limiti.

Ho studiato inglese gratuitamente dai volontari perché non avevo abbastanza soldi per pagare corsi privati e ho vissuto in appartamenti condivisi per risparmiare, poiché gli affitti a Copenaghen sono molto cari. Tutti possiamo farcela, ogni persona ha insita in se la chiave per il proprio successo, ma bisogna credere in se stessi e non scoraggiarsi difronte alle difficoltà.

vivere in Danimarca - trasferirsi in danimarca
foto di Sylvié

Torneresti mai in Italia?

Ora come ora, credo proprio di no. Perché qui sto davvero bene e non cambierei una virgola di ciò che ho e di ciò che sono. Ogni volta che torno in Italia in ferie, dopo qualche settimana ho sempre voglia di fuggire via. In Italia non funziona mai nulla come dovrebbe, è sempre tutto caotico e disordinato, allora cominciano a mancarmi la mia casa e la mia vita e non vedo l’ora di tornare in Danimarca.

Lo so, ormai sono viziata e certe cose mi stanno troppo strette, non sopporto più il fatto che tutti urlino e che siano sempre arrabbiati. Forse in futuro, se le cose cambiassero e migliorassero, potrei farci anche un pensierino… almeno fino alla partenza successiva. Infondo sono nata con la valigia in mano e non posso cambiare la mia natura, ma una cosa è certa, la Sardegna è dentro di me ovunque io vada.

Ognuno lascia l’Italia per un motivo ed ha la sua storia unica da raccontare, come Erica che adesso vive in Spagna.

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NB. Tutte le foto sono di Sylvié

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Siamo Ale e Ivan, autori del primo blog italiano che unisce i viaggi on the road al benessere psicologico di coppia. Parliamo di Scozia e viaggi in mete non convenzionali. Una psicologa e un progettista che si divertono a sperimentare: viaggia, scopri, ama e non tornare mai a casa, come sei partito!

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