La nostra rubrica “storie di vita on the road” approda oggi dall’altra parte del mondo per conoscere Francesca che ci racconta com’è vivere a Sydney. Expat e autrice del blog Francesca free ha iniziato una nuova grande avventura.
Come si vive all’estero? Cosa fanno e chi sono gli italiani che hanno percorso questo cammino? Com’è la loro vita adesso? Scoprilo con noi attraverso le tante interviste che abbiamo fatto agli expat, come quella di Giulia, romana a Budapest!
Ciao Francesca raccontaci in breve chi sei, per farti conoscere dai nostri lettori
Ciao sono Francesca, sono prima di tutto una viaggiatrice. I viaggi sono la mia comfort zone, spinta da una curiosità incontenibile di conoscere i luoghi del mondo e vederli attraverso gli occhi di chi ci vive. Ho un’innata passione per le parole, per questo traduco e scrivo, un modo per raccontare le mie emozioni e le mie peripezie in giro per il mondo.
Oggi collaboro con siti di viaggi come online content writer e da poco ho avviato il mio piccolo blog, una semplice passione per ritagliarmi uno spazio tutto mio dove parlare dei miei viaggi.
Il mio lavoro da “nomade digitale” mi ha permesso negli ultimi anni di trascorrere lunghi periodi all’estero in solitaria, vivendo i luoghi del mondo come una “local” e prendendomi il tempo per cogliere anche le “sfumature più tenui” di ogni città, che spesso restano in ombra durante una breve vacanza.
Da che regione Italiana vieni?
Emilia Romagna
Come andavano le cose in Italia prima di partire?

In realtà molto bene. A differenza di altre persone non sono partita con il desiderio di “fuggire” altrove o in cerca di cambiare vita.
Avevo già un lavoro che amavo e che negli ultimi anni mi ha dato la libertà di cui avevo bisogno.
Tuttavia ho sempre saputo dentro di me che il mio destino non sarebbe stato in Italia, nonostante a casa abbia famiglia e amici che non vedo l’ora di rivedere.
Cosa ti ha spinto a partire?
In una parola: il destino. Un incontro fortunato e il desiderio di rimettermi in gioco con un nuovo percorso di studio per ampliare le mie conoscenze.
Come sei approdata in Australia?
Be’ in Australia non puoi proprio andare e venire come ti pare, questo paese ha delle regole di immigrazione piuttosto rigide, perciò ho fatto richiesta per il visto e non appena approvato sono partita.
Quando hai lasciato l’Italia avevi già un lavoro o sei partita all’avanscoperta?
Su questo punto devo dire che sono fortunata in quanto avevo già il mio lavoro da freelance.
Come ti sei organizzata? Conoscevi qualcuno? Raccontaci il pre-partenza e come ti sei mossa appena arrivata.
In realtà io non organizzo mai nulla, nemmeno quando viaggio! Sono proprio disorganizzata per natura, purtroppo o per fortuna. La decisione di partire per l’Australia l’ho presa un paio di mesi prima della partenza quindi, non ho avuto tanto tempo per prepararmi ma del resto, conoscevo già il paese, essendoci già stata con un Working Holiday Visa alcuni anni fa.
Questo mi ha permesso di avere già qualche conoscenza a Sydney, la città dove vivo ora e di avere degli appoggi.
Parlavi la lingua? Come hai fatto senza aiuti?
Essendo traduttrice e avendo viaggiato spesso diciamo che con l’inglese me la cavo bene, anche se l’inglese australiano è tutta un’altra cosa!
Cosa hai fatto nei primi mesi per integrarti?
L’integrazione in particolare in grandi città come Sydney non è così difficile come possa sembrare.

Gli australiani sono aperti e disponibili e ci sono tantissimi studenti e ragazzi da ogni parte del mondo, quindi è facile fare amicizia e conoscere persone nuove anche se spesso è difficile andare oltre un certo livello di conoscenza: si è sempre molto impegnati e molti si trattengono solo temporaneamente in città.
Come hai cercato di far diventare una nuova nazione la tua casa? Raccontaci qualche piccolo gesto di ogni giorno, che ha costruito la tua vita …
In verità non mi sono mai sentita fuori casa, nonostante ci siano a volte usanze o modi di fare australiani che sento essere distanti da me. Ma oggi posso dire che nel quartiere dove vivo comincio ad avere i “miei luoghi”, posti a cui mi sono affezionata, dal piccolo negozio di alimentari alla spiaggia che frequento spesso in estate e il parco dove vado a bere il caffè ogni giorno.
Sono piccole cose che mi fanno sentire a casa. E oggi i volti che incontro per strada, a scuola o nei negozi della zona, cominciano ad essermi familiari e così mi fermo a scambiare quattro chiacchiere.
Dopo quanto tempo non ti sei più sentita un’ospite?
A livello “umano” non mi sono mai sentita ospite, ma questo devo dire non mi è mai successo in alcun paese che ho visitato. Ho sempre creduto fermamente che siamo noi a non doverci sentire ospiti, a fare di tutto per integrarci, il che non vuol dire dimenticare chi siamo e da dove veniamo, ma semplicemente comprendere che non siamo in Italia, che le regole e le abitudini sono diverse.
A livello di “immigrazione” invece, in Australia ti senti sempre un po’ un passo indietro e svantaggiato su tante cose pratiche e burocratiche.
Hai avuto paura prima di partire? Non esserci e lasciare quello che ti era familiare è stata dura?
Non posso dire di avere avuto paura, ma lasciare la mia famiglia e i miei affetti quello sì, è stato difficile.
Cosa ti piace del vivere a Sydney?
Il clima, l’apertura mentale, la sicurezza, le possibilità di crescita che ci sono a livello professionale, gli ottimi servizi e un livello di giustizia uguale per tutti.
C’è qualcosa che non riesci proprio a capire della cultura in cui vivi? Che stona per te?
La superficialità talvolta nelle cose e soprattutto nelle relazioni umane. In Australia oggi non ci si stupisce quasi più di nulla. E soprattutto il troppo abuso di alcol e droghe in particolare tra i ragazzi più giovani.

Cosa fai adesso e quali sono i tuoi sogni per il futuro?
Studio social media marketing e tecnologie digitali, proseguendo sempre con il mio lavoro da freelance. Per il futuro non lo so, sogno di continuare ad essere felice, non so se qui o altrove, di continuare a viaggiare, di mettermi alla prova sempre con nuove esperienze perché non è mai troppo tardi per nulla e c’è sempre qualcosa da imparare.
Sembrano frasi fatte ma la realtà è così, la vita è troppo breve per svegliarsi ogni giorno e non essere contenti di ciò che si fa.
Un tuo suggerimento mirato a chi sta valutando l’idea di trasferirsi all’estero: cosa serve assolutamente per decidere di partire?
In breve: non pensare troppo. Intendo non farsi troppe paranoie, della serie “ma cosa faccio se poi va male?”, “ ma se poi non mi trovo bene?”, ecc. Spesso si parte con la paura del fallimento, del ritornare a casa senza essere riusciti a realizzare ciò che si voleva, ma per me il fallimento è da sempre una cosa positiva: io ho fallito in tante cose e senza quei fallimenti oggi non sarei riuscita a realizzare molti dei miei sogni e obiettivi.
Dal vivere a Sydney torneresti mai in Italia?
Sì per visitare la mia famiglia e i miei amici, a viverci non saprei, mai dire mai.
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NB. Tutte le foto sono di Francesca