Le origini dell’Abbazia di Sant’Urbano risalgono a qualche decennio prima dell’anno 1000 ed è famosa per il fenomeno dell’occhio luminoso di Sant’Urbano e per la presenza di molteplici simboli templari.
Sembra, infatti, che l’Abbazia di Sant’Urbano sull’Esinate ad Apiro, si trovasse lungo un cammino battuto dai pellegrini e che nell’Alto Medioevo fosse presieduta dai cavalieri templari, che lasciarono sui capitelli alcuni simboli del loro credo gnostico, appresi durante i loro viaggi in Terra Santa.
Gli splendidi capitelli presentano figure di animali fantastici e vari simboli come: grappoli d’uva, cerchi intrecciati e figure misteriose. Questi simboli sembrano messaggi di pietra, caratteristici di alcune chiese marchigiane dove passarono i Templari.
Se ti interessa approfondire il discorso dei templari nelle Marche, leggi anche gli articoli dedicati alle grotte di Camerano e all’Abbazia di San Vincenzo al Furlo.
L’abbazia di Sant’Urbano sorge al centro della Valle di San Clemente, una zona ricca di storia e di tesori. Misteriosa e affascinante quest’abbazia benedettina è immersa in un paesaggio da cartolina e circondata da pace e un silenzio quasi surreale. Se ti trovi da queste parti ti suggerisco di visitare questo luogo sacro delle Marche, perchè è davvero molto suggestivo.
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Cosa troverai in questo articolo
Il fenomeno dell’occhio luminoso di Sant’Urbano
L’Abbazia di Sant’Urbano è orientata verso Gerusalemme, che è simbolo di luce ed è arricchiata di simboli ed elementi architettonici ispirati a modelli astronomici e matematici.
All’interno dell’Abbazia è stato realizzato un occhio circolare sopra l’abside, dal quale due volte l’anno entra un fascio luminoso che attraversa il buio dell’aula e colpisce un cerchio, scolpito nel pilastro della navata laterale sinistra.
Il fenomeno si manifesta contemporaneamente anche all’interno della cripta, dove un raggio di luce entra dalla finestra dietro l’altare e colpisce un cerchio, scolpito alla base dell’unica colonna a base circolare.
Questo strano e affascinante fenomeno è visibile dall’anno 1000 e si manifesta ogni anno nelle prime ore del mattino: dalle 7.00 alle 7.45 circa. Per vederlo devi visitare l’Abbazia il 25 maggio, giorno di Sant’Urbano o il 19 luglio, per simmetria rispetto al solstizio d’estate.
Si tratta di un avvenimento suggestivo e tutt’ora misterioso, che attira molti curiosi ogni anno. Sono molte le teorie legate al cerchio inciso sulla pietra e ancora nessuna di queste è stata ancora confermata.
Secondo la teoria taumaturgica, basterebbe appoggiare la nuca sul cerchio per proteggersi o guarire dal mal di testa, cosa che personalmente sarebbe una manna dal cielo per me che soffro di emicrania da oltre vent’anno. Secondo altri studiosi, invece, il disco luminoso nell’oscurità della chiesa rappresenterebbe l’eucarestia.
Miti locali l’hanno associato ad un proverbio: “Per Sant’Urbano il frumento è fatto grano”. L’intensità del fascio di luce avrebbe indicato l’abbondanza o la carestia di grano. Fu l’Architetto Pacifico Ramazzotti a scoprire il fenomeno del fascio di luce, proprio nel il giorno di Sant’Urbano.
Per assistere a questo fenomeno puoi recarti di persona all’Abbazia di Sant’Urbano oppure seguire la diretta disponibile sulla pagina Facebook dell’Abbazia di Sant’Urbano-Valle di San Clemente o su Instagram @vallesanclemente_official.




Storia dell’Abbazia di Sant’Urbano sull’Esinate ad Apiro
L’Abbazia benedettina di Sant’Urbano all’Esinante venne fondata intorno all’anno 1000 ed è dedicata a Sant’Urbano I, papa e patrono di Apiro. Forse era già presente in epoca romana o si erge sul sito di un vecchio tempio pagano, anche se non si hanno ancora prove concrete.
L’ipotesi che l’Abbazia di Sant’Urbano sia edificata sopra un tempio dedicato a Dioniso è molto interessante. A sostegno di tale ipotesi, nella cripta si trovano delle colonne provenienti da un periodo precedente all’anno 1000. Sulla base di una di queste colonne c’è un cerchio, dove va ad orientarsi un raggio di sole.
Altra prova sarebbe la presenza di una misteriosa mattonella che si trova nella parte più elevata della chiesa, che riporta una scritta in latino: “come era giusto fare per Dioniso”.

Sono tanti i misteri che aleggiano attorno a questo luogo sacro delle Marche, consacrato nel 1086, come mostra nn’iscrizione scolpita nell’antico altare maggiore.
L’egemonia dell’Abbazia nei primi secoli dopo il 1000, si estendeva lungo tutta la Valle di San Clemente. Per questo motivo furono tanti i contrasti con il Comune di Apiro, che videro il loro apice nell’incednio nel 1226 che distrusse parte delle chiesa. Venne ricostruita grazie alle donazioni dei pellegrini, lo sapevi?
Nel 1441 l’Abbazia di Sant’Urbano venne unita all’Abbazia di Val di Castro, per volere di Papa Eugenio IV. Per l’occasione arrivarono anche i monaci Camaldolesi che nel 1819 dovettero abbandonare l’abbazia in seguito all’abolizione degli ordini monastici voluta da Napoleone.
Da questo momento il monastero passò nelle mani dello Stato, di diverse famiglie private e nel 1978 fu donata al Comune di Apiro.




Cosa vedere all’Abbazia di Sant’Urbano
L’Abbazia di Sant’Urbano è una chiesa a struttura doppia che presenta due stili architettonici differenti: quello romanico e quello gotico. E’ uno straordinario esempio di architettura romanica che non lascia indifferenti, imperdibile per gli appassionati di itinerari religiosi.
Il corpo absidale esterno composto da una grande abside centrale e due absidi laterali più piccoli, colpisce immediatamente lo sguardo. E’ maestosa e solitaria quest’abbazia e domina la vallata circostante. La facciata è a forma di capanna e il portale d’ingresso in pietra bianca, è decorato con motivi di foglie e conchiglie.
Lo sviluppo interno è caratterizzato da tre livelli interconnessi tra loro da scalinate e camminamenti, corrispondenti alla navata, al presbiterio e alla cripta. E’ molto suggestiva da ammirare e ha un carattere distintivo unico.
Appena varcata la soglia si arriva nella prima chiesa, quella dei laici. Separata da un tramezzo che arriva sino al soffitto c’è la seconda chiesa, quella dedicata ai monaci. I laici potevano assistere solo da lontano al rito religioso e questo nel tempo ha accentuato il carattere misterioso dell’abbazia e di ciò che accadeva al suo interno.



La cripta e gli affreschi
Al di sotto della chiesa dei monaci si apre una cripta tutta voltata in pietra, costituita da un corridoio centrale diviso in tre navate da otto pilastri.
L’ambiente è molto suggestivo e un pò misterioso. Nella cripta c’è un altare datato 1140, anno in cui è stata indetta un’indulgenza plenaria.
Scritte ormai sbiadite o appena leggibili, segni di un tempo passato, c’è tanto da scoprire all’interno di questo luogo sacro delle Marche.
L’abbazia di Sant’Urbano ospita tre affreschi del XIV secolo: due situati vicino al presbiterio e uno sopra l’accesso della Cripta, che raffigurano “Sant’Urbano in cattedra”, la Crocefissione e la Madonna con il bambino. Purtroppo sono danneggiati dal tempo e dall’umidità, ma il loro fascino resta inalterato.



Cosa vedere vicino all’Abbazia di Sant’Urbano
Partendo dall’abbazia di Sant’Urbano Abbazia sull’Esinate ad Apiro puoi fare diverse escursioni sia a piedi che in bicicletta a cavallo. La zona è ricca di tesori culturali, eno-gastronomici, borghi e spettacoli naturalistici, tutti raggiungibili nell’arco di pochi chilometri.
Se ami perderti tra i vicoli dei borghi marchigiani, non perdere:
- Serra San Quirico e il suo pittoresco centro storico
- Poggio San Vicino
- Cupramontana e la sua meravigliosa sagra dell’uva
- Apiro e le sue suggestioni
- Cingoli, il balcone delle Marche
- Elcito, il piccolo Tibet immerso nei boschi
Per gli appassionati di itinerari religiosi, arte sacra e architetture, nei ditorni di San’Urbano puoi puoi facilmente raggiungere:
- L’abbazia di Santa Maria delle Moie
- Abbazia di Sant’Elena
- Eremo dei Frati Bianchi di Cupramontana, conociuto anche come l’Eremo delle grotte
- Il tempio del Valadier e l’Eremo di Santa Maria infra saxa
- Abbazia di Val di Castro
- Abbazia di Valfucina, poco distante da Elcito
Sempre nei ditorni per chi ama stare all’aria aperta ci sono diversi luoghi molto belli e interessanti da poter vedere:
- Grotte di Frasassi
- Lago di Cingoli
- Pien dell’Elmo e Canfaito, luoghi ideali per ammirare il foliage nelle Marche
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Come raggiungere l’Abbazia e informazioni utili per la visita
L’Abbazia di Sant’Urbano sull’Esinate ad Aprio è sempre aperta e si può visitare durante il giorno grazie ad un sistema di videosorveglianza e illuminazione automatica. Per la visita trovi a disposizione un flyer informativo e un’audioguida gratuito.
La Valle di San Clemente si estende lungo il corso del torrente Esinante, dall’Abbazia di Sant’Elena fino a Elcito, il borgo del vento e del silenzio. Sette comuni si affacciano su questa pittoresca valle: Apiro, Cupramontana, Poggio San Vicino, Serra San Quirico, San Severino, Fabriano, Cingoli.
Chi è il Re della Valle di San Clemente? Il Monte San Vicino che con i suoi 1.484 metri sul livello del mare e la sua particolare forma trapezoidale veglia sugli abitanti del luogo ed è da sempre un punto di riferimento per i viaggiatori che vogliono arrivare fin qui.
Per raggiungere l’abbazia di San Clemente sia da Nord che da Sud Italia, imbocca la A14 e esci al casello di Ancona Nord e poi presegui lungo la SS76.
Per raggiungere l’abbazia di Sant’Urbano da Ancona, prendi la SS76 e prosegui in direzione Cupramontana e in meno di un’ora sarai arrivato a destinazione. Tu sei già stato da queste parti? Cosa ami di più della nostra regione? Commenta e se ti va, facci sapere la tua opinione.