Scopriamo dieci delle più belle case museo da visitare nelle Marche: un itinerario tra le città e i borghi della nostra regione. Farai un vero e prioprio tuffo tra palazzi storici, castelli, antiche dimore, collezioni d’arte e conoscerai personaggi di spicco.
Le Marche hanno dato i natali a svariati pittori, santi, scultori, scrittori, poeti, musicisti e architetti che hanno lasciato la loro impronta un pò ovunque.
Molte delle loro case natali sono diventate negli anni splendide Case Museo: dei veri e proprio scrigni del tesoro tutti da scoprire. Le case museo nascono intorno alla metà del XIX secolo, quando l’alta borghesia subiva il fascino del collezionismo.
Ecco una mappa delle 10 Case museo da visitare nelle Marche di cui ti parlerò oggi: collegati e portala con te.
Cosa troverai in questo articolo
Casa Museo Quadreria Cesarini – Fossombrone
Casa museo Quadreria Cesarini è senza dubbio imperdibile se stai visitando Fossobrone o le spettacolari marmitte dei giganti, il piccolo canyon delle Marche.
Il notaio Cesarini si appassionò all’arte grazie alla sua amicizia con il pittore Anselmo Bucci. Inizialmente l’idea della raccolta d’arte aveva l’obiettivo di riunire le opere dell’amico e farle conoscere ai suoi concittadini. Cesarini arriva a possedere più di 600 incisioni e una settantina di dipinti di Bucci, tra cui: Autunno, Il Violoncellista, Funerali di un anarchico, Gli amanti sorpresi,
Il notaio raccoglie anche molte opere di svariati artisti del novecento tra cui Giorgio Morandi, Francesco Messina e Gino Severini.
Cesarini teneva molte opere nelle stanze della sua casa, ma volle dare alla collezione uno spazio autonomo e per questo adibì il secondo piano del palazzo a vera e propria quadreria.
Alla sua morte avvenuta nel 1977, lascia tutti i suoi beni al Comune di Fossombrone per renderli patrimonio di tutti. Puoi visitarla tutti i giorni nei seguenti orari:
- lunedì: 10-13;
- martedì – sabato: 10-13 e 15-18
- domenica: 15.30-18.30
Cosa ti aspetta nella Casa museo Quadreria Cesarini
L’appartamento del notaio è un susseguirsi di storie, opere d’arte e pezzi di antiquariato. Il bellissimo Salotto Rosso affaccia sull Giardino di Narciso. I colori e la luce di questa stanza hanno qualcosa di unico e la sua bellezza è indiscussa.
La visita inizia nell’atrio con il piccolo giardino e continua al piano superiore, per poi proseguire nelle sale della xasa museo dove si trova la collocazione dei quadri di Bucci. La visita continua nelle stanze dell’appartamento fra arredi originali e oggetti dell’epoca.
In questa casa, Cesarini visse con sua moglie per molti anni, fino a quando ella non morì. Negli armadi della camera da letto ci sono ancora i suoi vestiti e il notaio non la dimentichò mai.
Se ti interessa approfondire, in questo articolo ti racconto nel dettaglio cosa vedere nella casa museo quadreria Cesarini.
Ps. attualmente solo la casa del notaio è visitabile, mentre le quadreria al piano superiore è chiusa per restauri.
Casa di Enrico Mattei – Acqualagna
Acqualagna non è famosa solo per il tartufo, ma anche per aver dato i natali ad Enrico Mattei, il fondatore dell’ENI: una azienda statale strategica del dopoguerra che ha trainato l’Italia portandola verso la rinascita. Si parla molto di lui in questi anni di crisi energetica.
La famiglia Mattei occupava questa casa già nel 1906, quando nacque Enrico, che vi abitò per 13 anni fino a quando non si trasferì con la famiglia a Matelica.
L’appartamento conserva in pochi metri quadrati un archivio storico, svariate foto d’epoca e gli oggetti più significativi della storia professionale di Mattei. Tra gli oggetti presenti: il tappo della bottiglia che stappò nel 1953 dopo la firma per la fondazione dell’E.N.I. e il documento con l’ultima firma, posta nel 1962 prima che Enrico perse la vita.
Molti ritengono che la morte di Mattei non sia stata un incidente, ma un attentato. Pare che essuno allora volesse che l’Italia fosse indipendente da un punto di vista energetico: c’erano troppe cose in ballo.
In una teca anche svariati effetti personali come i suoi occhiali e il portasigarette.
La scrivania di Mattei a forma di boomerang è uno dei pezzi più belli della sua casa museo. E’ una scrivania T96, prodotta nel 1956 dalla Tecno.
La casa museo di Enrico Mattei è aperta il sabato dalle 15 alle 19 e la domenica dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Palazzo Compagnucci – Montecassiano
Una delle gemme nascoste di Montecassiano è il quattrocentesco Palazzo Compagnucci, riccamente decorato. Sono poche le informazioni sulle vicende storiche di questo palazzo che risale al XV secolo. Oggi è identificato con il nome dell’ultima famiglia che lo ha posseduto: i Compagnucci.
A Palazzo Compagnucci puoi ammirare anche una vecchia cucina con tutti gli attrezzi esposti, vecchie stanze e antichi abiti restaurati. Il Piano Nobile di Palazzo Compagnucci, ospita la Pinacoteca Civica dedicata a Girolamo Buratti, allievo del Pomarancio e pittore al servizio dell’imperatore Ferdinando II.
L’appartamento presenta tre sale dove puoi ammirare una ricca decorazione pittorica a grottesche:
- la biblioteca o Sala degli dei
- il salotto maschile o Sala degli animali esotici
- il salotto femminile o Sala delle quattro stagioni.
Ti ho già raccontato in un precedente articolo tutti i segreti nascosti all’intero di questo incantevole palazzo.
Visita la nostra sezione Marche se stai organizzando un viaggio da queste parti. Trovi itinerari, borghi, curiosità, luoghi sacri e tanti spunti per arricchire la tua avventura
Casa Natale di Santa Maria Goretti – Corinaldo
Corinaldo non è conosciuto solo come il paese dei matti e dei polentari, ma ha dato i natali a Santa Maria Goretti.
Maria venne al mondo in questa piccola abitazione il 16 ottobre del 1890 e visse qui con la sua famiglia fino a quando non si trasferirono a Nettuno. La storia della Santa e della sua famiglia di umili origini, abbraccia i temi dell’emigrazione, del femminicidio e della violenza sulle donne.
L’edificio si trova in Contrada “Pregiagna”, poco distante dal centro storico di Corinaldo e si raggiunge in 10/15 minuti di auto. L’ingresso è gratuito e la casa è aperta tutti i giorni dall’alba al tramonto. Il custode, se presente, è disponibile a fare da guida.
La casa museo è incentrata sulla vita della santa. Gli ambienti conservano i mobili e gli oggetti della famiglia Goretti, tipici delle case contadine marchigiane. Al piano terra c’era la stalla mentre il locale vicino della cantina è stato trasformato in una cappella dedicata alla santa.
Al piano superiore c’è una tipica cucina contadina con un grande camino, la stanza dell telaio che la mamma usava per tessere e la camera da letto dei Goretti, dove nacque Maria.
Se vuoi approfondire la storia di Santa Maria Goretti, te ne parlo in un articolo dedicato.
Palazzo Castiglioni: casa museo di Papa Pio VIII – Cingoli
Una casa museo che desideravo visitare da tempo era proprio Palazzo Castiglioni, che apre eccezionalmente al pubblico durante le giornate del FAI. Il Palazzo è legato a doppio filo a Francesco Saverio Castiglioni, meglio coonosciuto come papa Pio VIII.
Palazzo Castiglioni, edificato alle fine del 1760, sorge lungo Corso Garibaldi a Cingoli.
Il piano nobile conserva arredi e oggetti personali del papa e rievoca il lustro della famgilia. Nella piccola cappella di famiglia sono esposte alcune suppellettili sacre ed vari arredi liturgici. Il salone della musica è la stanza più bella di Palazzo Castiglioni: presenta un soffitto caratterizzato da cinque cupole a base ottagonale e quattro a base pentagonale tutte decorate a grottesche.
Tra le stanze visitabili anche la camera del papa, la biblioteca, il salone dei ricevimenti, la sala delle armi, l’archivio e la sala espositiva. In questo articolo ti parlo in maniera approfondita di Palazzo Castiglioni e della sua storia intrecciata con la vita di Pio VIII.
Palazzo Leopardi e la casa di Silvia – Recanati
Casa Leopardi è certamente una delle attrazioni più famose della città di Recanati oltre che un bene storico – letterario di inestimabile valore.
Visitando palazzo Leopardi scoprirai la Sala dell’Alcova ricca di opere letterarie e scientifiche, che conserva anche svariati incunaboli e manoscritti.
In un’altra sala sono esposte opere editoriali di carattere teologico come la Bibbia poliglotta usata da Giacomo per studiare da autodidatta e i libri proibiti, quelli che allora erano vietati dalla Chiesa. Leopardi aveva libero accesso anche a queste opere grazie ad una dispensa che Monaldo, suo padre, aveva chiesto e ottenuto dal Papa stesso.
Vedrai la stanza preferita di Giacomo da cui osservava la vita nella piazza del sabato del villaggio, accostando il tavolino dove studiava alla finestra. Da qui poteva udire la voce di Teresa Fattorini, per la quale scrisse una delle sue opere più famose “a Silvia”.
La Sala dei manoscritti celebra Giacomo Leopardi e la sua opera letteraria. La visita termina nello Studio di Monaldo dove sono conservati manoscritti e pubblicazioni di numerose opere di carattere storico, filosofico, politico.
Dal 2020 un nuovo percorso museale detto “Ove abitai fanciullo” consente l’acceso ad una parte del palazzo che ospita gli appartamenti di Giacomo e dei suoi fratelli.
Grazie a questa nuova apertura potrai ammirare i saloni di rappresentanza, la galleria delle collezioni d’arte, il giardino che ispirò i versi de “Le ricordanze” e la camera privata di Giacomo Leopardi con la finestra dalla quale il poeta osservava l’amata luna e le stelle.
La casa di Silvia
Il restauro delle scuderie che si trovano davanti a Palazzo Leopardi, ha permesso di aprire al pubblico l’abitazione dove visse Teresa Fattorini, nota a tutti come “Silvia”.
Le scuderie, fatte erigere da Mondalo nel 1796, originariamente ospitavano al piano terra stalle e carrozze mentre al primo piano c’erano gli appartamenti per i domestici dei Leopardi, i cosiddetti “famigli”, che hanno abitato lo stabile fino a circa vent’anni fa.
Nel 2017 è stato inaugurato l’itinerario, intitolato Con gli occhi di Silvia, che consente di visitare la casa dove visse Teresa: poche piccole stanze arredate con mobilio e suppellettili d’epoca.
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Castello Pallotta – Caldarola
Castello Pallotta soffre ancora per le ferite inferte del sisma, che ha colpito durante questa zona delle Marche nel 2016. Da allora questo museo è chiuso al pubblici e non si sa nulla sulla sua futura apertura.
Il Castello è stato abitato dalla famiglia Pallotta sin dal 1450. Evangelista, uno dei quattro cardinali delle famiglia, nel 1590 trasformò il castello da struttura militare a dimora estiva. I pittori della famiglia De Magistris decorarono il castello che ha ospitato personaggi come papa Clemente VIII e Cristina di Svezia.
Nella seconda metà dell’Ottocento il conte Giuseppe Pallotta fece restaurare il bosco in stile rinascimentale. Nel 1885 il conte Desiderio Pallotta iniziò il ripristino in stile neogotico del castello.
Gli interni del castello Pallotta
Internamente il castello era di una bellezza incredibile e spero che presto inizino i lavori per riportarlo al suo splendore. Nelle sale del piano nobile rivivono i fasti della famiglia Pallotta e dei sui eredi come Giovanbattista, che collezionò opere di tanti artisti famosi e persino del Caravaggio.
La visita al castello Pallatta proseguiva verso le Sale degli stemmi, la Sala della biblioteca e la Cappella tutte in stile neogotico che conservano mobili di arte marchigiana. La Camera da letto con il soffitto a cassettoni dipinti e poi lo Studio privato che ospita la biblioteca.
La Sala da pranzo con i suoi arredi ottocenteschi, la Cucina con le travi a faccia vista e la Sala da bagno con le porte dipinte e una vasca ricavata da un unico blocco di marmo bianco.
Si proseguiva poi verso la Sala degli abiti, la Sala d’armi, ricca di armature e strumenti militari per poi concludersi nelle scuderie dove sono conservate ancora diverse carrozze.
Una volta uscito dal castello, potevi concludere la visita passeggiando negli stupendi giardini, ancora più belli quando si accendono dei colori dell’autunno durante il periodo del foliage.
Casa Museo di Raffaello Sanzio – Urbino
Raffaello Sanzio, una delle figure più celebri del Rinascimento italiano, nacque a Urbino il 28 marzo del 1483. La sua casa costruita nel XIV secolo è il luogo dove Sanzio visse i primi anni della sua formazione artistica, alla scuola del padre, Giovanni Santi, un pittore affermato.
Sono passata davanti alla casa natale di Raffaello circa un milione di volte quando studiavo psicologia a Urbino. Il rettore della mia Università, Carlo Bo, descrisse così il legame tra il pittore e Urbino: “a Urbino Raffaello ha imparato la divina proporzione degli ingegni, sopratutto ha imparato il valore della filosofia, della dignità da dare al suo lavoro di pittore“.
Dopo la morte di Raffaello, il 6 aprile 1520, la casa passò ai suoi eredi. Il Nel 1635 l’architetto Muzio Oddi, che abitava lì accanto, acquistò una parte dell’antica abitazione dei Santi, per l’esattezza quella dove secondo tradizione, nacque Raffaello. Dopo alcune vicissitudini l’Accademia Raffaello acquistò la casa nel 1873, divenne la custode.
Casa vedere nella casa museo di Raffaello
L’abitazione è una dimora rinascimentale ampliata attorno al nucleo originario costituito dall’abitazione di Sante di Peruzzolo, nonno paterno di Raffaello.
Entrando si vedono gli spazi di quella che un tempo era la bottega di Giovanni Santi che si apriva verso la strada. Il cortiletto interno con il pozzo conserva la pietra dove secondo la tradizione Santi macinava le pietre per i suoi colori.
Il primo piano è arredato con mobilio d’epoca e ospita il salone principale con il suo pregevole soffitto ligneo a cassettoni e dei dipinti di Giovanni Santi. La stanza da letto dove probabilmente nacque il pittore, ospita la Madonna di Casa Santi: una Madonna col Bambino attribuita a Raffaello.
Il secondo piano era la sede dell’Accademia, che conserva una biblioteca di manoscritti ed edizioni rare.
Casa Raffaello è aperta nei seguenti giorni e orari:
- Lunedì – Sabato: 09:00 – 14:00
- Domenica e festivi: 10:00 – 13:00 e 15:00 – 18:00
- Chiusura: 25 dicembre e 1 gennaio
- La Biblioteca dell’Accademia di Raffaello è aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12:30
NB: L’ingresso non è consentito negli ultimi 30 minuti a ridosso degli orari di chiusura
Rocca demaniale – castello di Gradara
Gradara è famosa per la rocca e soprattutto per il mito di Paolo e Francesca, che oggi attira tanti visitatori curiosi.
Pare che proprio qui si sia consumata la tragedia dei due sfortunati amanti, citati da Dante nel V canto dell’Inferno. L’omicidio di Paolo Malatesti e sua cognata Francesca da Polenta, per mano di Gianciotto Malatesti, il marito di lei.
Dante, probabilmente, conobbe la storia durante il suo esilio a Ravenna, quando si trovava presso la corte dei “da Polenta”. Raccontando questa storia di amore e morte, scrisse una delle pagine più belle della letteratura.
La storia della rocca è più antica del mito dei due amanti, infatti, Il nucleo originario del castello risale al medioevo, quando era una semplice struttura militare. La rocca fu ampliata durante il rinascimento dalla famiglia dei Malatesti, che costruirono il sistema murario difensivo che racchiude il borgo.
Giovanni Sforza nel 1494 fece importanti lavori alla rocca per accogliervi Lucrezia Borgia, la sua sposa. Dopo il dominio degli Sforza, la rocca passò ai Della Rovere e con il passaggio del Ducato alla Santa Sede nel 1631, Gradara fu concessa dai papi ai signori del pesarese.
Nel 1726 il cardinale Alessandro Albani, nipote di papa Clemente XI, fece realizzare lavori di ammodernamento degli interni. Successivamente il complesso fu abbandonato.
Gli ultimi proprietari il conte Alessandro Morandi Bonacossi e Umberto Zanvettori fecero molto per riportare la rocca agli antichi splendori. Nel 1928 lo Stato italiano acquistò la Rocca ed oggi è parte dell’offerta museale della Galleria Nazionale delle Marche di Palazzo Ducale di Urbino.
Cosa ti aspetta alla rocca di Gradara
Dal cortile d’onore si accede alla cappella che conserva una terracotta invetriata di Andrea della Robbia. Sempre dal Cortile si raggiunge la torre del mastio e le sale del primo piano: Sala del Mastio, la Sala di Sigismondo e Isotta, Sala della Passione, la Sala Malatestiana, il Salottino di Lucrezia, la Sala del Leone Sforzesco, Sala del Cardinale, la Sala dei Putti, la Sala Rossa e la Sala del Consiglio.
Il camerino di Lucrezia Borgia è decorato con pitture nuziali e si leggono ancora figure allegoriche, la personificazione dei pianeti, la fontana di giovinezza, il giudizio di Paride. Tutte immagini simboliche che ben si prestavano a celebrare le nozze.
Punto di arrivo del percorso è la Camera di Francesca, con una decorazione alle pareti che imita una tappezzeria a tendaggio, un trittico del XV secolo raffigurante una Madonna con Bambino e i santi Agostino e Sebastiano.
L’ultimo ambiente è la Sala della Giustizia, così chiamata per l’altorilievo ligneo di scuola tedesca con al centro l’Arcangelo Michele che sorregge la bilancia. Splendido il dipinto su tavola di Giovanni Santi, padre di Raffaello, raffigurante una Madonna con Bambino e i santi Stefano, Sofia, Michele Arcangelo e Giovanni Battista.
La rocca di Gradara è aperta tutti i giorni nei seguenti orari:
- Lunedì: 8.30-14
- Martedì – Domenica: 8.30-19.15
Casa museo Rossini – Pesaro
L’ultima tra le case museo da visitare nelle Marche di cui ti racconto è quella di Gioacchino Rossini, la cui storia antica risale al XV secolo. Gioachino Rossini nasce in questa casa il 29 febbraio 1792 in una sala del primo piano.
L’itinerario inizia al primo piano con la stanza della nascita, la cucina, la stanza della musica, la stanza dei ritratti e degli ultimi giorni di vita del compositore. Al secondo piano alcune sale sono allestite con l’esposizione delle stampe delle opere rossiniane come: Il Barbiere di Siviglia e Stabat Mater.
Gli ambienti ospitano per lo più opere e documenti provenienti da diverse donazioni tra cui: stampe, incisioni, ritratti ufficiali e spartiti musicali. Il nucleo più consistente è composto dai documenti appartenuti ad Alphonse Hubert Martel, collezionista di cimeli rossiniani.
La raccolta di trenta ritratti a stampa di Rossini, ordinati dalla giovinezza alla vecchiaia, fino al noto disegno di Gustave Doré che lo rappresenta sul letto di morte. Infine, nella stanza dedicata alla musica, è collocata la spinetta da viaggio appartenuta al maestro.
Casa Rossi è aperta da martedì a domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.30.
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