Cupramontana conosciuta come la capitale del Verdicchio, si trova a 505 metri sul livello del mare ed è un piccolo gioiello. Cupramontana è raccolta intorno al Palazzo Comunale, il luogo simbolo del borgo, dove si conservano i documenti ed i reperti storici che ripercorrono il passato del paese fino alle sue origini pre-romane.
Uno dei modi più belli di visitare il paese è proprio quello proposto dalla photowalk, ovvero passeggiare per i vicoli e le stradine del centro. Il paese è tutto raccolto e si gira molto bene a piedi, toccando i luoghi più interessanti.
Luigi Bartolini autore del romanzo “Ladri di biciclette” è nato proprio qui; le Marche hanno tanta bellezza, tutta da scoprire. Sul nostro Instagram trovi una storia in evidenza, tutta dedicata alla scoperta di questo borgo.

Visitare il Palazzo Comunale
Una cosa da fare a Cupramontana è visitare il palazzo comunale in stile neoclassico, costruito sul disegno dell’architetto cuprense Mattia Capponi.
Le guide dell’Archeoclub di Cupramontana ci hanno accompagnato alla scoperta dei segreti dalla Sala Consiliare che conserva al suo interno lapidi di epoca romana e medioevale, tra cui quella dedicata all’imperatore Antonio Pio, che servì a stabilire il luogo esatto in cui sorgeva l’antica CupraMontana.
La statua che si vede nella seconda foto in alto, fu posta in una nicchia del palazzo Comunale quando venne aperta la porta nova nelle mura del castello e venne portato qui tutto quello che fu trovato nel paese.
La cartolina del paese che vedi qui sotto è una tra le più antiche: si tratta di un disegno di Erminicucci dove si vede CurpaMontana e la lapide che emerge dalla terra, ad indicare la sede del paese.

La sala del settecento
Imperdibile la Sala del Settecento dove è conservato l’archivio storico del comune con preziosi catasti del XV e XVI secolo. La Biblioteca Comunale istituita nel 1872 con i fondi librari dell’ex-Eremo delle Grotte, ha in dotazione circa 15.000 volumi, tra cui 434 edizioni del 500 e 80 incunaboli.
Per chi impazzisce per i libri come noi è un tesoro da non perdere! Sarei rimasta per ore a fotografare ogni più piccolo dettaglio di questi testi antichi e ascoltare storie del passato.
Sapevi che molti testi sono rovinati perché un tempo venivano usati per raccogliere l’acqua che entrava? Stropicciati o meno, li trovo assolutamente affascinanti.
Visita anche la nostra categoria Marche, se cerchi ispirazione e idee per organizzare il tuo viaggio.
Accenni alla storia di Cupramontana
L’avvincente racconto della nostra guida dell’Archeoclub ci ha accompagnato alla scoperta della storia di questo piccolo Comune, fondato probabilmente tra i secoli VI e V avanti Cristo.
Il nome CupraMontana deriva da un tempio dedicato alla dea Cupra, la dea della fertilità, adorata dalla popolazione preromana dei Piceni. Solo in seguito il paese divenne un importante municipio romano.
L’estensione del municipio romano arrivava fino a colle Rotoscio e Castellaro, si pensa che quello fosse il centro di Cupra ma, qualcuno pensa che il colle di cupra potesse essere anche il Suavicino anche se non ci sono prove storiche certe. Questo era un territorio grandissimo al tempo dei romani.
Le invasioni barbariche la distrussero e la rasero al suolo. Si pensa ad opera dei goti, l’orda che distrusse tutto il piceno, ma non è dato saperlo con certezza. Sta di fatto che i pochi superstiti di CupraMontana fuggirono e s’insediarono nella foresta che c’era qui e cominciarono a costruire i primi insediamenti, da quel momento furono chiamati quelli del Massaccio (massa di Accio).
Dal VII secolo fece parte del ducato longobardico di Spoleto e conosciuta come Massaccio. Perché Massaccio? Forse perché Massa di Accio era un accumulo di rovine, nessuno lo sa ma di Cupramontana si persero le tracce e cambiò nome per secoli.

per secoli CurpaMontana divenne nota come Massaccio
Dal XIII secolo confluì nel contado di Jesi, diventandone il centro più importante. Nel XV secolo fu una delle roccaforti della setta ereticale dei Fraticelli; in seguito subì l’occupazione delle truppe di Francesco Sforza e il saccheggio da parte delle milizie del Duca Francesco Maria Della Rovere.
Seguì un lungo periodo di pace durante il quale Massaccio conobbe un forte impulso demografico unito ad una crescita culturale, grazie alla presenza dei frati.
Nel 1747 si riconobbe il luogo dove sorgeva l’antica “CupraMontana” grazie alla corretta lettura di una lapide, rinvenuta nel 1718 nella zona archeologica. In questa lapide i cuprensi montani ringraziano l’imperatore Antonio Pio che aveva fatto delle offerte ai ragazzi cuprensi in difficoltà.
La lettura di questa lapide decretò la collocazione esatta di Cupramontana e mise fine ad un copioso dibattito durato per anni. Nel 1798 le truppe francesi che avevano invaso lo Stato Pontificio, saccheggiarono il paese dopo che gli abitanti ebbero opposto un’inutile quanto tenace resistenza.
Il ritorno al nome CupraMontana
I cuprensi tentarono in tutte le maniere di riprendere il vecchio nome ma, sotto lo Stato Ponteficio il ritorno ad un vecchio nome legato ad una dea, non fu possibile.
Solo dopo l’Unità d’Italia, Vittorio Emanuele II concesse a Massaccio di ritornare al nome antico di CupraMontana, anche se questo nome non è del tutto esatto perché cupra è un attributo ed il nome esatto sarebbe Cupra Montana scritto separatamente. Confesso che poter vedere tutti i documenti, toccarli con mano, accarezzare la storia è stato emozionante.
Visitare i musei in Grotta
I Musei in Grotta si trovano all’interno dell’imponente ex-Monastero di Santa Caterina e si sviluppano per circa 500mq in un labirinto di cunicoli e grotte scavate nell’arenaria.
Questi cubicoli creano un percorso di 9 ambienti che espongono gli aspetti di Cupramontana ed i suoi legami col Verdicchio. È stata una delle tappe di questa photowalk che aspettavamo con impazienza.
Il museo internazionale dall’etichetta
All’interno si trova il Museo Internazionale dell’Etichetta, un archivio storico unico nelle Marche dove sono esposte le etichette dal 1500 sino ad oggi: sono presenti circa 90mila etichette di vino.
Il Museo è costituito da un’originale raccolta di etichette di vino donate da aziende produttrici e collezionisti, provenienti da ogni parte del mondo. Il Museo è stato creato nel 1987 grazie all’iniziativa del critico d’arte Armando Ginesi.
All’arte dell’etichetta da vino è ogni anno dedicata una Rassegna grafica “Etichetta d’Artista” e il “Premio nazionale Etichetta d’Oro”, un concorso dedicato all’illustrazione e alla grafica del packaging.
Il museo dell’etichetta espone in leggere teche di metallo le etichette più prestigiose, mentre una serie di pannelli grafici conducono lungo un percorso organizzato. La sala di lettura con tavolini e sedili da appoggio espone materiale relativo all’unicità di Cupramontana e il Verdicchio.
La sala del torchio
Nella sala del torchio si tengono varie conferenze relative al Verdicchio e alla sua produzione. Il torchio vinario che si vede in foto è una macchina fondamentale per l’enologia. Questo tipo di torchio serve per spremere le vinacce dopo la fermentazione alcolica oppure per ammostare l’uva nel caso questa sia bianca.
Come funziona il torchio? L’uva e le vinacce da spremere sono caricate tramite tavolati, abbassati dalla pressione della chiocciola, azionata dalla vite centrale; in questo modo il liquido cola lungo le doghe della gabbia di rovere e poi si incanala nella scanalatura per essere raccolto. Il torchio a Cupramontana così come in tutte le Marche, viene chiamato Frisculo.
Assaggiando il Colonnara
Enocupra e altri spazi
All’interno dei musei in grotta c’è uno spazio dedicato alla Sagra dell’Uva, la più antica della Marche e la seconda più antica d’Italia. Attraverso un percorso di immagini e manifesti che vanno dal 1929 ai giorni nostri, puoi scoprire tutto su questa manifestazione così sentita.
Alla fine del nostro tour abbiamo assaggiato i vini locali all’Enocupra, l’enoteca gestita dall’Associazione Strada del Gusto e creata grazie alla collaborazione di dieci cantine vinicole cuprensi. Un sommelier ci ha guidati alla scoperta dei segreti di questi vini davvero deliziosi in un ambiente incantevole, soffuso e immerso tra bottiglie di vino e calici sonanti.
L’horto de i semplici
Una volta uscito dai musei in grotta, non mancare di dare uno sguardo all’Horto de i semplici pensato, ideato e realizzato proprio dalla nostra guida! Mira al recupero e alla riqualificazione di uno spazio che, fin dalle origini, era sede dell’orto monastico.
Fin dal Medioevo i “semplici” una varietà di vegetali con virtù medicamentose, si coltivavano in piccoli orti cittadini; in seguito se ne diffuse la coltivazione soprattutto negli orti presso i monasteri e anche nelle scuole di medicina e farmacia. Questo orto giardino è diviso in 8 sezioni, ognuna delle quali corrisponde alle rispettive azioni benefiche delle piante.
La sagra dell’uva a Cupramontana
Questa manifestazione si svolge la prima domenica di ottobre ed è giunta orami alla sua 82° edizione; è una festa dedicata al raccolto e della fecondità della terra. Visitando il museo abbiamo conosciuto la figura del “carrista”, il costruttore dei carri allegorici, protagonisti di questo particolare evento.
C’è stato spiegato tutto sulla sagra dell’uva e i carri, proprio da due carriste che si battono ogni anno per la vittoria!
I carri sono interamente costruiti da giovani gruppi di cuprensi, che mesi prima della festa iniziano a creare queste strutture ricoperte di uva fresca. Ci sono 4 contrade che si contendono la vittoria e la competizione è ogni anno sempre più accesa!
La costruzione dei carri allegorici inizia a fine agosto e dura fino a pochi giorni prima della festa. Ci si incontra quasi ogni sera e tutti sono impegnati nella costruzione del carro: ingegneri, fabbri, saldatori, artisti per le idee; insomma ogni persona fa la sua parte.

I monaci riportarono la coltivazione
I monaci benedettino-camaldolesi riportarono qui l’amore per la coltivazione della vite, intorno all’anno 1000, dopo che la guerra greco-gotica aveva distrutto l’antico municipio romano di CupraMontana facendone perdere ogni traccia.
Durante la sagra dell’uva si ripropongono gli elementi caratteristici della civiltà contadina con balli tradizionali e canti (o stornelli) che si facevano nei campi durante la vendemmia con fisarmonica e organetti.
Ogni anno la Sagra dell’uva richiama migliaia di visitatori da ogni parte del mondo. Durante la manifestazione si esibiscono per le vie del paese vari gruppi folkloristici; il sabato si svolge la tradizionale gara di pigiatura e la domenica la sfilata dei carri allegorici.
Visita le chiese di CupraMontana
Dopo aver attraversato il centro storico e piazza IV Novembre, soprannominata “spiazzetta” andiamo a scoprire alcune caratteristiche chiese del paese.
San Leonardo edificata sul disegno di Moriconi si trova proprio nella piazza ed è stata costruita nel 1760, nello stesso punto in cui si trovava la prima chiesa, all’interno delle mura castellane. San Leonardo ospita diversi dipinti e nella canonica, sono conservati alcuni oggetti di valore come una croce processionale del XIV secolo e un ostensorio del seicento.
La chiesa di Santa Caterina è una graziosa chiesa rotonda, con alta cupola aperta nel 1751 all’interno del Monastero omonimo. Nella sagrestia si può ammirare “Il transito di San Giuseppe” attribuito da Vittorio Sgarbi a Paolo Piazza, pittore bresciano del XV-XVI secolo.
San Lorenzo realizzata sul disegno di Mattia Capponi è un vero gioiello di architettura neoclassica. L’intero complesso è collocato nel nucleo storico di Cupramontana, all’interno delle mura e la chiesa ha l’ingresso principale sulle mura stesse. L’interno della chiesa è ritmato da colonne con capitelli corinzi mentre l’abside è arricchita di rosoni a stucco.

Visitare una casa storica
Passando dall’ingresso in Piazza Cavour, attraverso lo spazio espositivo Ex Edicola, che ospita le opere dell’artista cuprense Ezio Bartocci, entreremo nella casa di proprietà di Riccardo Cardarelli.
Questa casa storica è un piccolo gioiello disposto su più piani ma, il pezzo forte è lo stupendo affaccio panoramico dalla terrazza; da qui lo sguardo si perde sui colli e le montagne che circondano il paese con il Monte San Vicino sullo sfondo.
Degustare piatti tipici della tradizione
Paese che vai, cucina che trovi! Ospiti presso lo stand gastronomico del Gruppo Folcloristico Massaccio, abbiamo assaggiato i piatti tipici della tradizione cuprense: gnocchi alla papera, polenta al sugo, coniglio in porchetta e vino Verdicchio.
Un modo gustoso di concludere la nostra esperienza in questo paese, ricco di storia e tradizione antica.

Assistere ad uno spettacolo di saltarello
Prima di pranzo il Gruppo Folcloristico “Massaccio” ci ha accolti con un’esibizione di saltarello, un ballo tipico marchigiano. È stato un incanto veder ballare grandi e piccini accompagnati dalla musica suonata dal vivo. Tanti sguardi felici, risate e vitalità hanno innondato le vie del paese, regalandoci un momento unico.
Il saltarello non è un semplice ballo ma un modo di intendere la vita, di esorcizzare il male e celebrare la pienezza dell’amore per la Natura. Ballare il saltarello è un modo per capire da dove veniamo e dove possiamo andare.
Se vuoi saperne di più sull’origine del Saltarello, clicca il link in evidenza.

Altre Tradizioni e feste a Cupramontana
L’infiorata del Corpus Domini, vede le vie del paese dove si svolge la precessione, adornate con petali di fiori disposti secondo particolari motivi geometrici.
La Notte del Verdicchio che si svolge il terzo sabato del mese di luglio
Il Gruppo Folcloristico “Massaccio” nato nel 1979, porta avanti le tradizioni cuprensi con danze, abiti e strumenti popolari. Dal 1996 organizza ogni anno nell’ultimo fine settimana di luglio, il Festival Internazionale del folclore che vede protagonisti gruppi folcloristici provenienti da tutto il Mondo.
Un salto nel medioevo è la tradizionale cena medioevale che si tiene ogni anno nella piazzetta del Castello di Poggio Cupro, addobbata per l’occasione. Poggio Cupro si presta molto bene alla rievocazione storica grazie ai suoi merli e le viuzze sghembe.
Per una notte ospita cavalieri, mercanti, gendarmi, servi della gleba, cantori e musici. Si tiene ogni primo sabato di settembre e il prossimo anno non mancheremo.

L’eremo delle grotte
Poco lontano da Cupramontana si trova l’eremo dei frati bianchi o eremo delle grotte, fondato nel XI secolo da San Romualdo. Un tempo eremiti e poi frati vivevano in grotte scavate nel tufo, ancora visitarli. Rappresenta una delle testimonianze più importanti dell’insediamento religioso alle origini del Cristianesimo nelle Marche e in Europa.
Ti parlo di questo luogo perso nel tempo, in un articolo specifico, tutto dedicato alla sua scoperta.

Dove si trova Cupramontana
Cupramontana si trova a meno di un’ora di distanza da Ancona. Se arrivi in auto prendi l’autostrada A14 (da nord in direzione Ancona e da sud in direzione Napoli). Esci ad Ancona Nord e poi segui le indicazioni in direzione Roma.
Continua sulla SS 76 e esci in direzione Cupramontana/Apiro, per arrivare al centro basta seguire le indicazioni per Cupramontana.
Puoi arrivare qui anche in treno scendendo alla stazione Castelplanio-Cupramontana.
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In collaborazione con l’Ente del Turismo delle Marche. Si ringrazia per l’organizzazione la Regione Marche, Fondazione Marche Cultura e Social Media Team, Comune di Cupramontana e l’Archeoclub. Le photowalk sono una bellissima iniziativa, che noi Ambassador per #destinazionemarche appreziamo moltissimo, sarai dei nostri il prossimo anno?
10 comments
Grazie Ale per questo bellissimo articolo.
Ci sono davvero tante informazioni utili che sicuramente utilizzero’ quando decidero’ di andare nella Marche.
i “Musei in Grotta” e “l’Eremo delle Grotte” sono “caratteristici” e, “curiosi”:)
Grazie Sergio, sono state delle scoperte veramente interessanti, sopratutto l’affascinante eremo delle grotte, molto suggestivo
Non avevo mai sentito parlare di Cupramontana prima d’ora e siccome vado spesso in Abruzzo (vivo a Modena), attraverso sempre le Marche e casomai una volta farò tappa qui. Tra l’altro, se non sbaglio, più o meno nella zona di Cupramontana dovrebbero esserci le famose Lame Rosse che non sono ancora riuscita a vedere.
Anche io come voi amo i libri e indubbiamente mi perderei a vedere e fotografare quegli antichi volumi conservati nella biblioteca comunale
Penso che i nostri borghi assopiti al sole potrebbero piacerti moltissimo! Le lame rosse si trovano a San Lorenzo al Lago, vicino Fiastra e se decidi di andare da quelle parti, ti suggerisco di non perdere assolutamente il lago di fiastra perchè è davvero bellissimo!
sono stata nelle marche a San Benedetto del Tronto da un’amica che vive li da anni, ma questo luogo mi è sfuggito, I musei nella grotta devono essere meravigliosi così come l’Eremo sono i luoghi che adoro visitare e fotografare per immartolarli
San Benedetto, la adoro!! Ha un lungo mare meraviglioso 🙂 Pur vivendo qui da sempre, è stata una scoperta bellissima anche per noi. Se ti piacciono i luoghi particolari da fotografare, penso ti piacerebbe davvero molto e così hai una scusa per tornare nelle Marche!
Ho deciso di leggere il tuo articolo perché le Marche mi ispirano molto. Le ho visitate a spizzichi e bocconi, ma un borgo come questo mi farebbe girare la testa! Mi spiace dirlo, la parte che ho preferito è quella sul cibo 😀 Ciao Ale! :*
e perchè dovrebbe dispiacerti? Il cibo solitamente stuzzica parecchio la curiosità 🙂
Mi raccomando, se passi dalle nostre parti .. faccelo sapere!! Un abbraccio Roby*
Mai sentito parlare di questo luogo. Eppure sono appassionata di vino e leggo diverse riviste dedicate. Sarebbe stupendo poter visitare Il museo dell’etichetta. Una vera e propria chicca del settore. Spero di poter organizzare presto un week end fuori, e sicuramente andrei qui!
Ci è piaciuto davvero molto esplorare le varie zone del museo e concludere con un favoloso assaggio di vini locali! Passa a trovarci e non dimenticare di farci sapere che sei in zona 🙂 così ne approfittiamo per fare un brindisi insieme 🙂