La cattedrale di San Flaviano lascia stupefatti quando si entra per la prima volta. L’aspetto austero e angusto della facciata esterna, non coincide minimamente con la bellezza e le opere d’arte racchiuse al suo interno. Tra le mie preferite il soffitto a cassettoni dipinti e le volte dell’altare centrale, tutte riccamente decorate.
La chiesa, con l’annesso Palazzo Vescovile e le carceri, ha una lunga storia che inizia nel XII secolo. Una delle caratteristiche che colpiscono di più di questa Cattedrale è la mancanza della facciata, che è incorporata nel nuovo Episcopio edificato nel Seicento. La porta d’ingresso principale del Duomo di Recanati si trova, inaspettatamente, lungo la fiancata laterale.
La cattedrale di San Flaviano sorge accanto a porta Romana, dal lato opposto del centro storico rispetto al colle dell’infinito. Le viste su Recanati e le campegne marchigiane sono davvero belle da qui quando il cielo è limpido.
Il Duomo di Recanati è dedicato a San Flaviano, che si festeggia il 24 novembre. Flaviano è uno dei Santi Patroni della città di Recanati insieme a San Vito Martire, che si festeggia il 15 giugno.

Accenni storici sulla cattedrale di San Flaviano
Costruirono prima dell’anno mille una primitiva cattedrale di cui oggi non restano che poche tracce nella cripta. Tradizionalmente è dedicata a San Flaviano, il Patriarca di Costantinopoli, che difese la fede Cattolica contro l’eresia di Eutiche. Una sua reliquia è conservata proprio all’interno del duomo.
Ultimamente gli storici propendono per una primitiva dedica a San Flaviano di Ricina, primo vescovo della città romana di Helvia Recina, dalle cui ceneri nacque la stessa Recanati dopo il VI secolo.
Agli inizi del XIII secolo fu edificata una nuova chiesa, ricostruita in seguito dal cardinale Angelo da Bevagna che fu più volte rimaneggiata nei secoli.
Recanati è stata eretta a Diocesi nel 1240 e, all’epoca, la sua giurisdizione si estendeva fino a Porto Recanati e Loreto, dove avvenne la Traslazione della Santa Casa qualche anno dopo.
Papa Gregorio XII, rinunciò al pontificato nel 1415 e ritornò come Vescovo a Recanati, dove restò fino alla sua morte avvenuta solo due anni più tardi. Le sue spoglie riposano all’interno della Cattedrale di San Flaviano e Gregorio è anche l’ultimo Papa a essere sepolto fuori Roma.
Gregorio portò con sé cimeli, oggetti preziosi e rare reliquie di Santi, oggi conservate nel Museo Diocesano e nella Cappellina dei Santi, posta vicino all’altare della Cattedrale di San Flaviano.
Sisto V, sopprime la Diocesi di Recanati nel 1586 e costituisce la Diocesi di Loreto, unendovi anche Castelfidardo, Montelupone e Montecassiano. Nel 1805 ottenne il titolo di Basilica da papa Pio VI. Con l’unione della Diocesi di Macerata, nel 1985, la Cattedrale di San Flaviano diventa Concattedrale.
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Visitare il Duomo di Recanati
La maestosa cattedrale di San Flaviano si sviluppa su tre navate, che danno una sensazione di ampio respiro. Alzando gli occhi vedrai il bellissimo soffitto a cassettoni, al centro del quale spicca un dipinto di San Flaviano. Il soffitto ligneo fu realizzato nel 1620 per volere del Cardinal Galamini ed è opera di diversi artisti di rilievo.
Il piccolo atrio che precede il Sancta Sanctorum ospita i sarcofagi del Cardinale Angelo da Bevagna, del vescovo Nicolò delle Aste e di Papa Gregorio XII, che rinunciò al pontificato e fu Vicario della Marca. Nella Cripta si trovano le tombe del Vescovo Cossio e del Cardinale Antici. Si notano anche i resti di una muratura del VIII secolo e parti di colonne con frammenti di affreschi del 1400.
Gli altari laterali, le cantorie, il battistero e la sacrestia sono stati realizzati nel corso degli anni. Gli stucchi e gli affreschi dell’abside si devono al Vescovo Amico Panici. La Via Crucis che spiacca sulle pareti laterali è opera di Biagio Biagetti. I due organi sono di inizio ‘900, costruiti da Inzoli e Vegezzi Bossi.
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La cappella del Santissimo Sacramento
La Cappella del Santissimo Sacramento è stata voluta dal Vescovo Bacchettoni, sul progetto di Carlo Orazio Leopardi. Al suo interno è esposta la tela raffigurante la “Santissima Trinità” di Antonio Maria Garbi.
I riti della Settimana Santa caratterizzano molti luoghi devoti del nostro paese e sono proprio i fedeli ad essere i primi protagonisti dei momenti che precedono la Pasqua.
Le Sante Quarant’ore vissute come tempo di grazia, ben rappresentano questa devozione. L’esposizione del Santissimo Sacramento, detta Esposizione delle Quarant’ore, ebbe questo nome in memoria del periodo trascorso da Gesù nel Santo Sepolcro. Si narra che un tempo questa pia pratica riuscisse a condurre i peccatori alla conversione.
A Recanati la tradizione delle Quarant’ore nella concattedrale di San Flaviano è “intramontabile”. Tutti i fedeli si recano al Duomo e pregano di fronte “al Santissimo“.





La cappella dei Santi e l’altare papale
Nel 1793 è stata allestita la Cappella dei Santi, delimitata da un bel cancello del XIV secolo. E’ stata realizzata nel 1793 per accogliere le preziose reliquie di Papa Gregorio XII, tra qui: una parte della Santa Croce e i sandali di San Francesco. Attualmente custodisce 186 preziosi e un numero imprecisato di reliquie.
L’asimmetria delle colonne nella navata, conferisce alla Cattedrale di San Flaviano un senso di rotazione e richiama il corpo di Cristo in Croce. All’interno sono presenti pregiate tele, come: il Martirio di Santa Paolina di Saverio Moretti e la Madonna con bambino e Santi Rocco e Filippo Neri di Giovanni Antonio Carosio e tanti altri.
Nel presbiterio c’è un altare Papale sormontato da un Baldacchino veramente bellissimo da ammirare. Dal 2019 la Cattedrale di San Falviano ospita anche un prezioso affresco che raffigura “San Vincenzo Ferrer” di Lorenzo Lotto, che prima del sisma si trovava all’interno della Chiesa di San Domenico.
Il catino absidale ospita stucchi di grande rilievo e gli affreschi di Carosio che rappresentano: Annunciazione, Traslazione, Natività, e il Martirio dei Santi Patroni Flaviano e Vito. Il coro ligneo con le statue degli Apostoli è di Agostino Vangelisti autore anche del pulpito. La Pala d’altare, raffigurante San Flaviano è del Gallucci di Ancona.
In seguito al terremoto del 1997, il Duomo di Recanati è stato chiuso per 13 anni per importanti lavori di restauro. Hanno rifatto persino il pavimento così com’era nel 1600, in pietra bianca e rosa del Furlo. Purtroppo le due navate laterali sono ancora in parte inagibili a causa dei danni del terremoto.




L’inizio di Beniamino Gigli
Beniamino Gigli, il grande tenore figlio della città di Recanati, ha iniziato la sua attività nella Cattedrale. A soli sette anni entrò a far parte della Schola Cantorum e accompagnò suo padre a suonare le campane, intonando le prime arie sacre e i ritornelli dall’alto del campanile. Per questo motivo lo soprannominano “l’usignolo del campanile“.
Puoi scoprire di più su questo illustre cittadino di Recanti, visitano il museo a lui decicato, che si trova nei pressi del Teatro Persiani.
Vicino alla Cattedrale, il Vecchio Episcopio e le Carceri, che risalgono al XIV secolo. Le carceri furono aggiunte dal vescovo-cardinale Vitelleschi e qui furono prigioniere 32 “streghe” condannate al rogo dall’Inquisizione.
Oggi ospitano il Museo Diocesano ricco di opere di inestimabile valore dal punto di vista storico e artistico. Attualmente è chiuso per i danni del sisma.


L’antica meridiana fuori dalla Cattedrale di San Flaviano
La cattedrale di San Flaviano si arricchisce dei una bella meridiana che segna le antiche ore italiche. Più precisamente possiamo chiamarlo orologio salore o quadrante solare (perché la meridiana vera e propria indica solo il mezzogiorno).
Questo orologio solare indica le ore mancanti al tramonto, secondo la maniera di misurare il tempo in uso in italia e quasi in tutta Europa dal medioevo fino alla metà del XIX secolo. Secondo questo metodo le ore si contavano a partire dal tramonto del Sole, per cui al mattino era circa la dodicesima ora, all’ora di pranzo la diciottesima e al tramoento la ventiquattresima ora.
Questo sistema venne abolito prima in Francia, durante la rivoluazione e poi ad opera di Napoleone, in Italia e nel resto dell’Europa nel corso del 1800. Per questo motivo le nostre ore attuali, ciamate moderne o astronomice, sono anche cimate “ore francesi”.
Questo modo bizzarro di misurare il tempo era in verità, perfetto per il tempo, sopratutto perchè le attività umane erano riferite ai lavori agricoli e alle attività che si svolgevano nei campi. L’orologio indicava quante ore di luce e di lavoro si avevano ancora a disposizione.
L’elemento indicato dell’orologio solare non è la linea d’ombra, ma solo la punta a forma di sfera che cui termina l’asta. L linea verticale indica il mezzogiorno del tempo solare vero, che corrisponde anche alla metà esatto del tempo che intercorre tra il sorgere e il tramontare del Sole. la linea obliqua intermedia corrisponde agli equinozi.
Il restauro risale al 2014. Sei mai stato da queste parti?
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N.B. Tutte le foto sono di proprietà di Ale Carini e di Ivan Balducci ©2017-2023. Vietato ogni uso.