Durante il nostro ultimo on the road non ci siamo lasciati scappare l’occasione di visitare Craco, il paese fantasma della Basilicata, così suggestivo da togliere il fiato. Silenzio, strade vuote, nuvole che si muovono all’orizzonte e qualche asinello solitario fanno da cornice alle case disabitate ancora aggrappate alla collina.
Il paese fantasma di Craco è immerso nei calanchi lucani e il colpo d’occhio arrivando è davvero incredibile! Ci si trova di fronte a un paesaggio quasi surreale: i resti di una città sopravvisuta al passare del tempo, che ha ancora tanto da raccontare.
Indossa scarpe comode e il tuo casco protettivo, porta una bottiglia d’acqua, tira fuori la tua macchina fotografica e preparati ad un percorso in salita che ti porterà a scoprire la storia e i resti di tante vite che hanno animato questi luoghi diroccati di Craco.

Dove si trova il paese di Craco
Craco è un piccolo comune che si trova nella provincia di Matera in Basilicata, situato fra l’Appennino Lucano e il Mar Ionio, un museo a cielo aperto da assaporare passo dopo passo.
Craco Vecchia è il borgo fantasma, mentre Craco Peschiera è il luogo dove gli abitanti si sono trasferiti dopo le frane e gli smottamenti avvenuti negli ultimi decenni.
Il vecchio centro storico, oltre che dalla frana è stato colpito anche da un’alluvione e un terremoto negli anni ’80. Queste catastrofi naturali hanno reso il borgo di Craco così suggestivo da renderlo noto come “terra delle frane” o “paese fantasma”.
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Cosa vedere a Craco, il paese fantasma della Basilicata
Craco ha una magia tutta sua difficile da descrivere con le parole. C’è un silenzio quasi surreale tutto intorno e gli unici rumori che sentirai saranno quelli dei tuoi passi sui sampietrini dissestati. Le frane hanno ridotto molti edifici in macerie, ma altri sorprendentemente sono intatti, come l’imponente Torre Normanna del 1400, che i Crachesi chiamano “il castello”.
L’antica torre normanna scalfita solamente da un fulmine è intatta nonostante le frane e gli smottamenti del terreno; è alta 20 metri e domina incontrastata su tutta la valle. Solitaria e imperturbabile, sarà una delle prime immagini che verdai di Craco, arrivando in auto verso il borgo fantasma.
Nessuno vive più a Craco Vecchia, tanto che una volta varcato il cancello d’ingresso, sembra di entrare in un set cinematografico. Indossa il tuo casco protettivo, aspetta la tua guida esperta e preparati ad un percorso in dolce salita, alla scoperta di questa ghost town in tutta la sua suggestione.
Tra gli edifici di maggiore interesse storico e artistico ci sono diverse chiese e 4 Palazzi Nobiliari con decorazioni e affreschi sopravvissuti ai crolli e ai saccheggi, che sono avvenuti negli anni.




Palazzo Carbone
apparteneva alla famiglia Rigirone e si trova nella parte più settentrionale dell’abitato medievale di Craco. Ha un ingresso monumentale che risale alla fine del 400, scolpito con riquadri a bauletto campiti a punta di diamante. Attraversandolo si accedeva a un sottano che un tempo fungeva da stalla e tramite due rampe costruite in seguito, si giungeva ai piani nobili e ad un loggiato con doppio fornice, che conserva ancora le basi di una vecchia balaustra.
Il terrazzo è stato rifatto nel XVIII secolo, ma originariamente l’edificio era coperto da capriate. La strada di accesso per raggiungere Palazzo Carbone è ricavata nella roccia conglomeratica ed è ricoperta da ciottoli di fiume. La frana non ha intaccato la strada, ma l’edificio invece rischia di crollare del tutto, compreso il suo bel portale.
Palazzo Carbone è ricordato anche nelle vicende storiche della Basilicata di fine Settecento. Sulla scia del rinnovamento riformatore napoletano andò crescendo nella popolazione contadina, un nuovo ceto dirigente noto come “borghesia rurale”, formatosi dall’unione di “massari”, professionisti e intellettuali.
Con le sommosse e i tumulti avvenuti a Potenza, Matera e altri paesi, Craco assistette al tentativo dei contadini di occupare le terre comunali ed ecclesiastiche indebitamente occupate. Fu proprio da palazzo Carbone che i vecchi nobili spararono contro gli insorti sconfitti nel 1799 ad opera delle forze guidate dallo spietato cardinale Ruffo.
La sconfitta degli ideali repubblicani e la prosecuzione dei saccheggi da parte delle vittoriose truppe francesi causò la rinascita più cruda e violenta del brigantaggio.


Palazzo Grossi
Continuando a camminare tra macerie, finestre semi aperte, porte distrutte e resti di oggetti di uso comune, si immagina la vita che un tempo animava queste pareti ormai spoglie.
Palazzo Grossi, ha un ingresso che si affaccia sulla piazzetta dove sorge la Chiesa Madre ed è singolare e caratteristico. Anche se mostra numerosi interventi di ripristino avvenuti nel Settecento, presenta una tipologia tipica delle abitazioni monumentali della Craco vecchia.
Un alto portale architravato, privo di cornici, immette in un androne dal quale si dipartono una o due rampe di scale che conducono ai piani superiori, coperti da volte a vela e decorati con motivi floreali o paesaggistici racchiusi dentro medaglioni.
Poche sono le finestre e i balconi che conservano ringhiere in ferro battuto, in quanto divelte per vandalismo e per l’incuria degli uomini. Questo palazzo è un capolavoro dell’architettura civile e può essere giustamente definito uno dei più maestosi del paese.
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Palazzo Cammarota
noto anche come Palazzo Simonetti, dal semplice ingresso a sesto ribassato, immette in un salone dal quale si dipartono camere affrescate databili alla fine del XIX secolo. Singolari sono i medaglioni dipinti che raffigurano città di mare, probabilmente campane, come l’artista che le eseguì.
L’edificio si affaccia su due versanti del paese per il controllo del passaggio che conduceva verso la Chiesa Madre, in alto e verso la base rocciosa del paese, dove ancora si nota una viabilità interna caratterizzata da stretti passaggi, scale e salite ripide realizzate con ciottoli di fiume.
Durante il tour ti potrai affacciare da queste finestre e le viste su tutto il paesaggio circostante sono veramente impressionanti. E’ qui che hanno girato alcune scene di “Cristo si è fermato ad Eboli”, che Carlo Levi scrisse mentre si trovava in esilio ad Aliano.






Palazzo Maronna
Il fianco orientale dell’abitato, conserva lo splendido Palazzo Maronna, un edificio del XVII secolo concepito con più ingressi al piano terreno e un unico piano nobile superiore, con copertura a vela per ogni vano. Gli interni sono bui e male illuminati, poiché oggi l’impianto originario denota la costruzione di varie tramezzature in tufo per l’utilizzo a caserma.
Secondo il catasto del 1800 Craco era diviso in alcune piccole contrade: la prima detta “Terravecchia”, indicava la zona più alta dove si trovava il “castello” con la torre medievale; la seconda, detta “Quartiere della Chiesa Madre”, era concentrata intorno alla Chiesa matrice, dedicata a San Nicola vescovo.
Palazzo Maronna situato al fianco del torrione medievale, caratterizzato da un ingresso monumentale costruito in mattoni, sovrastato da un grande balcone terrazzato
Camminando vedrai apparire dalle mura erose resti di sedie, tavolini, caminetti e oggetti di vario genere. Alcune case riportano ancora delle colorazioni color blu, utilizzate un tempo per tenere lontane le mosche, in questa aree così afose ed umide in estate.
Se ami i borghi e i palazzi antichi, non perdere una visita a Castlemezzano, arroccatto sulle Dolomiti Lucane, che dall’alto guarda alla sua gemella Pietrapertosa. Puoi volare da un borgo all’altro acquistando un biglietto per l’adrenalinico volo dell’angelo, lo sapevi?

Le Chiese di Craco
La chiesa Madre di San Nicola
Una delle attrazioni più particolari da ammirare nel borgo fantasma di Craco è la Chiesa Madre di San Nicola, decorata con delle maioliche e sormontata da un imponente cupola e un campanile.
L’edificio ha un ingresso monumentale e la facciata mostra l’antico rosone, databile XVII secolo. L’impianto più moderno risale alla metà del XVIII secolo, periodo in cui costruirono le cappelle laterali. La maggior parte degli affreschi e degli altari residui sono stati realizzati da maestri locali influenzati da scuole napoletane, per l’intervento degli arcipreti Molfese e Giannone.
Il maestoso campanile, è realizzato su tre ordini e coperto da una cupola estradossata ricoperta di maioliche e da un campanile a vela.
La cappella di Santa Barbara, annessa al quartiere Terravecchia e quella di San Rocco, quasi ai piedi del paese, si sono conservate meno. All’ingresso attuale dell’insediamento abbandonato si trova il Convento Francescano con annessa chiesa di San Pietro, entrambi costruiti al di fuori della cinta urbana intorno al 1630.
II convento, fu concepito inizialmente con un singolo cortile a pianta quadrangolare delimitato da sette colonne in pietra calcarea. Alla fine del 600 aggiunsero un edificio successivo, con un altro cortile.



Le altre chiese del borgo fantasma di Craco
Dai un’occhiata all’interno della Chiesa Madonna della Stella, con il suo imponente portone in legno. L’interno ormai è distrutto, ma il suo fascino è ancora senza tempo. Per ultimo abbiamo il monastero dei Frati Minori che d’estate ospita concerti di musica classica.
Chiesa di Sant’Eligio, preziosa poiché, nonostante gli eventi, conserva tuttora parte di un prezioso affresco raffigurante la Crocifissione con i Santi, risalente al ‘500.
Ogni angolo, stradina, finestra aperta e palazzo, nascondono qualcosa ed hanno una storia da raccontare. Ascolta il rumore del vento, il cigolio di un’anta mezza aperta e prova ad immaginare quanta vita vissuta in questo borgo fantasma, un tempo pieno di vita.




Il museo emozionale di Craco
All’interno degli spazi dell’antico monastero di San Pietro, hanno allestito il MEC – Museo Emozionale di Craco – che rappresenta la porta d’accesso al borgo fantasma di Craco. E’ un bel modo per iniziare a conoscere Craco e la sua storia nei secoli, attraverso proiezioni, un archivio digitale storico, cinematografico e della memoria.
Il Monastero di San Pietro dei Frati Minori, sorto intorno al 1620, si trova alle porte della città fantasma di Craco.
Poco è rimasto della chiesa di San Pietro e del cappellone costruito intorno al 1777 su iniziativa di alcune famiglie nobili. Purtroppo nel 1933, a causa di un incendio e della frana, il cappellone rovinò del tutto e rimase in piedi solo la zona absidale. L’abside è l’unico elemento restante del Convento di San Pietro Principe degli Apostoli costruito nel 1630.
Un poderoso lavoro di recupero avvenuto tra il 1998 e il 2015, ha reso accessibili gran parte degli ambienti del Convento e vedere quei luoghi riprendere vita, è stato molto emozionante

Quali film hanno girato a Craco, il paese fantasma
ll borgo abbandonato di Craco è stato un set cinematografico per vari film molto famosi in tutto il mondo, come La passione di Cristo di Mel Gibson. Scelsero Craco come sfondo durante la scena dell’impiccagione di Giuda. Altre scene della Passione di Cristo sono state girate a Matera.
Altro film che ha reso famoso questo paese fantasma è Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi. Hanno ambientato a Craco l’episodio dell’arrivo di Carlo Levi nella nuova destinazione di confino, Gagliano, dove per l’occasione furono disposti sulle prime case del paese degli stendardi a lutto, per ricreare lo scenario descritto nel libro.
Il libro di Carlo Levi, nasce dalla sua esperienza di confino ad Aliano, te ne parlo nel dettaglio in cosa vedere ad Aliano il borgo dei calanchi e di Carlo Levi in Basilicata.
Tra gli altri film girati a Craco ci sono anche:
- King David di Bruce Beresford
- Saving Grace di Tom Conti
- Ninfa Plebea di Lina Werthmuller; Quantum of Solace (007) di Marc Forster
- Basilicata Coast to Coast di Rocco Papaleo con Fabio Olmi e Max Gazzè
- Murder in the Dark di Dagen Merril

Accenni alla storia di Craco
Craco nel 1060 era noto come “Graculum“, ovvero “piccolo campo arato“, ma si pensa che il nome potrebbe far riferimento anche alle taccole, una specie di uccelli che svolazzano su questa area diroccata. L’origine del nome Craco, foneticamnte ricorda il verso del corvo, in latino Corax, che un tempo era molto presente da queste parti e ne richiama il nome.
Il X secolo, quando i monaci italo-bizantini insediarono il borgo, fu un periodo importante per la storia di Craco.
La struttura delle case arroccate intorno al torrione quadrato che domina il centro, risale al regno di Federico II di Svevia. In questo periodo Craco divenne un importante centro strategico militare e la torre normanna di Craco, insieme ad altre fortificazioni della zona erano un barriera di protezione per ricche città come Pandosia e Lagaria.

il borgo fantasma di Craco nel 1276 fu anche una sede universitaria e la città si espanse intorno a quattro palazzi nobiliari, di cui potrai ammirare alcuni resti. Secondo la leggenda, San Vincenzo martire e San Maurizio, giunsero a Craco durante il loro viaggio di ritorno dalle crociate in Terra Santa.
Innocenzo De Cesare rientrò a Craco nel 1799 e capeggiò un movimento rivoluzionario della Repubblica Napoletana, che con sommosse e tumulti si proponeva di rompere i rapporti feudatari del tempo. A Craco, la rivolta fu sedata nel sangue a Palazzo Carbone dalla plebe sobillata dall’esercito sanfedista del cardinale Ruffo.
Durante il decennio napoleonico, bande di briganti attaccarono Craco sia nel 1807 che nel 1861 nel pieno della reazione borbonica poco dopo l’unità d’Italia. Pare che venti briganti furono fucilati di fronte al campanile della chiesa Madre nel corso delle rivolte post-unitarie.
Ma perchè Craco è stata abbandonata? Come già accennato nel corso di questo articolo, nel 1963 Craco fu evacuata a causa di una frana e la popolazione si è spostata nella valle sottostante, a Craco Peschiera. A seguito di questo grave evento Craco è rimasta disabitata: ecco perchè è diventato il paese fantasma della Basilicata.
La città fantasma di Craco è stata inserita nella lista dei World Monuments Found, un elenco che riporta i monumenti da salvaguardare nel mondo.



Come prenotare la visita a Craco – come fare per visitare il borgo fantasma
Craco, il paese fantasma, è accessibile solo con visita guidata. La zona non è accessibile in autonomia e l’ingresso all’area richiede alcune accortezze per la propria sicurezza. Durante il nostro tour guidato ci hanno fatto indossare degli elmetti protettivi e ci hanno suggerito scarpe chiuse e comode per camminare.
La visita guidata di Craco dura un’ora e sarai accompagnato tra case, storie e racconti che aleggiano tra le mura di questo borgo ancora oggi.
Il parco museale di Craco è aperto dalle 9 alle 20 con orario continuato ed i tour partono ogni ora.
Aggiornamento: Craco è chiuso da fine agosto 2020 a causa di un incendio doloso, in attesa di ristrutturazione. Non posso credere che quancuno abbia avuto il coraggio di fare una cosa del genere. E’ accaduto l’anno dopo la nostra visita. Attualmente si può visitare solo il museo e il monastero.
NB. i nostri amici a 4 zampe sono i benvenuti nel borgo fantasma di Craco in Basilicata!

Dove acquistare la Craco card
Il costo della visita guidata del solo borgo fantasma di Craco è 10 euro; 15 euro per il tour completo di 2 ore con visita del centro storico e del MEC.
Per visitare il borgo fantasma di Craco, ha bisongo di acquistare la Craco Card, che da accesso al borgo
- l’Ex Monastero di San Pietro
- Mostre fotografiche
- Il Museo Emozionale di Craco – M.E.C. e relative sezioni sulla memoria storica, sulla frana e sul cinema a Craco
La Craco Card si può acquistare al museo Emozionale di Craco, prima della visita. Suggerisco di arrivare almeno un’ora prima perchè l’affluenza è alta nei periodi di alta stagione o di prenotare giorno e orario online.
Come arrivare a Craco il paese fantasma della basilicata
Craco si trova a meno di 60 Km da Matera in Basilicata. Partendo dal centro Matera abbiamo impiegato un pò più di un’ora per arrivare perchè abbiamo trovato diverse strade dismesse, chiuse per lavori e non troppo facili da percorrere.
Non siamo stati molto fortunati con le strade ed alcune erano ridotte davvero in pessime condizioni: l’asfalto finiva in modo improvviso ed iniziava una strada dismessa con grandi sassi e buche. In qualche momento abbiamo pensato di non riuscire a raggiungerlo.
Un pò di difficoltà l’abbiamo avuta anche per la scarsa segnalatica stradale e anche il navigatore in alcuni punti ci ha condotti fuori strada. Peccato, perchè la Basilicata è una terra incredibilmente bella, che ci ha affascinati in un modo che non avremmo mai pensato prima di partire.
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