Cosa vedere a Pietrapertosa, uno dei borghi più belli d’Italia, arroccato sulla cima delle Dolomiti Lucane, che lo avvolgono come in un grande abbraccio protettivo. Pietrapertosa è il paese più alto della Basilicata, posto a 1.088 metri sul livello del mare e si trova all’interno del Parco di Gallipoli Cognato e delle Dolomiti Lucane, in provincia di Potenza.
Il borgo oggi ospita poco meno di 1.000 abitanti e qui tutto è scandito dalla roccia, dalla fatica e dall’imponenza della natura, che fa da padrona. Preparati a faticare, ad affrontare ripidissime salite, discese impervie e metti un paio di scarpe comode e robuste. Ogni goccia di sudore sarà ripagata, questa è una promessa.
La parte più antica del borgo si trova alle pendici del Castello ed è nota come Arabat, dall’antico nome saraceno. Il borgo di Pietrapertosa si sviluppa lungo un’unica strada principale, affiancata da strette stradine e vicoli ciechi. Le abitazioni spesso sono incastonate nella roccia e il colpo d’occhio appena si arriva è impressionante.

Dalla terrazza panoramica avrai una prima incredibile cartolina su Pietrapertosa, che ti lascerà senza fiato per un momento. Alza lo sguardo e vedrai quanto tutto sia in armonia con la natura che lo circonda: niente stona o danneggia l’ambiente, ma è stato costruito attorno ad esso.
Gli arabi si sono arroccati qui, restando molto di più che altrove e grazie agli imponenti macigni delle dolomiti lucane, hanno potuto osservare senza essere visti. Pietrapertosa è minacciosa vista dall’esterno e era anche facilmente difendibile dall’interno, con i suoi vicoli stretti che spesso finiscono a ridosso della rupe.
Il nome Pietrapertosa deriva da Petraperciata che significa “pietra forata”. Questa pietra visibile ancora oggi nel punto più alto del paese e presenta un foro da parte a parte, che potrebbe essere attraversato da un uomo.


Cosa vedere a Pietrapertosa
Pietrapertosa è un dedalo di stradine, di salite impegnative e ripide discese. Il paesaggio che ti circonda e che si staglia davanti ai tuoi occhi è incredibile, ma visitarla richiede un minimo di allenamento fisico. A nostro avviso non è particolarmente adatta ai passeggini, infatti con Papaya abbiamo faticato parecchio e alcune salite le abbiamo dovute evitare, perchè sarebbe stato troppo faticoso.
Il tema della roccia, della rupe e del castello sono dominanti a Pietrapertosa e ovunque volti lo sguardo, vedrai roccia, verde sparso e strapiombi solitari. Non è facile muoversi tra stretti corridoi e lastroni di pietra che scendono e salgono vertiginosamente.
Gli spazi tra le case sono spesso impervi e parlando un pò con qualche anziano del paese, abbiamo capito che molti giovani se ne sono andati proprio per la fatica che richiede vivere qui. Non è una passeggiata e questo borgo, le sue difficoltà, temprano il carattere e forgiano lo spirito.
Salendo da via Garibaldi, potrai ammirare la bellezza dei palazzi signorili, come casa Verri e Palazzo Zottarelli, arricchiti da portali in pietra decorati con fiori, quadrati, iscrizioni o emblemi, che ricordano la nobiltà scomparsa e l’arte di un tempo.
Se hai poco tempo a disposizione per scoprire questo borgo meraviglioso, puoi prenotare un tour storico della durata di 2 ore da fare a piedi. Una guida esperta ti accompagnerà alla scoperta di tutti i suoi segreti.

Il punto panoramico
Appena arrivati, poco dopo aver lasciato il parcheggio, si arriva in questa splendida terrazza panoramica, incorniciata da una cartolina gigante, che ti mostrerà Pietrapertosa in tutta la sua bellezza.
Dopo aver giocato un pò con la tua macchina fotografica, per cercare di strappare un ricordo del borgo, fermati per un attimo e leggi la poesia che ti darà così il benvenuto alla scoperta di questo incantevole paese lucano.
Ti rendo quel che mi hai dato,
la magia dell’Orizzonte eterno
e la bruma di certe mattine d’autunno,
la linea tonda delle Rocce immote,
il silenzio della notte intatta
e i cieli più belli che abbia mai vissuto.Ti rendo quel che mi hai dato,
di Ione Garrammone
ma cerco ancora le parole
per dire la bellezza che solo il viverti
farà riaffiorare agli occhi del viaggiatore
che verrà a cercarti

Il castello di Pietrapertosa
L’Acropoli di Pietrapertosa risale all’epoca storica delle colonie della Magna Grecia, intorno al IV e V secolo avanti Cristo. La posizione strategica incredibile ha permesso di sfruttare ogni curva del terreno e ogni dislivello.
ll Castello Normanno-Svevo è un sistema fortificato che risale all’epoca romana e divenne importante all’epoca dei normanni nel IX secolo. È situato sulla cima della roccia su cui si aggrappa la parte alta dell’abitato, il quartiere dell’Arabata.
E’ una fortezza naturale che ha sempre favorito la presenza dell’uomo nel corso dei secoli. Il Castello di Pietrapertosa si trova nel punto più alto della Valle del Basento e ha avuto un’importante funzione militare di avvistamento.
Venne utilizzato prima dai saraceni guidati da Bomar e, in seguito, divenne una roccaforte Normanno – Sveva. Abbandonato nel XVII secolo è ormai in rovina, ma la sua bellezza senza tempo è rimasta immutata nei secoli.
Ripide scale, necropoli altomedievali, cisterne per la raccolta dell’acqua piovana e un trono in legno, ricavati dalle pareti della montagna. Il castello Normanno – Svevo di Pietrapertosa conferma lo stile del paese, donando una sensazione di grandezza e protezione. E’ in perfetta armonia con la natura, tanto da confondersi con l’ambiente circostante.

L’arabata
Alle pendici del Castello si sviluppa il nucleo del centro abitato di origine medievale, che conserva l’antico nome saraceno di Arabata. Il nome risale agli antichi dominatori arabi, che guidati da Re Bomar, si insediarono a Pietrapertosa nel 838, fecendone il loro fortilizio.
Guerrieri, nomadi e Saraceni, costruirono qui le loro abitazioni, simili a delle fortezze. Le disposero a file dall’alto verso il basso, adattandole all’andamento del terreno, tanto che spesso le costruirono a ridosso delle roccia, utilizzandola come una parete.
Le case avevano una forma rettangolare, con solo due aperture nei lati più corti: la porta d’ingresso bassa e stretta e l’apertura che immetteva nell’Ostello, da cui si poteva fuggire in caso di pericolo.
Un foro nel tetto fungeva da camino e da lucernario, il cosidetto “cirnale”. I muri in pietra erano senza intonaco e la copertura in lastre di pietra. Mi sono chiesta spesso come sarebbe stato vivere qui secoli fa, quando l’unica luce a disposizione era quella del sole che entrava dal lucernario sul tetto, perchè non c’erano né finestre, né elettricità.
Se stai organizzando il tuo viaggio in questa terra splendida, potrebbe interessarti anche cosa vedere in Basilicata: un itinerario di 7 giorni.

Le scalelle
le scalelle rappresentano l’anima di Pietrapertosa perchè esprimono al meglio la simbiosi che c’è tra il paese, i suoi abitanti e le rocce. Percorrendo queste gradinate scavate nella roccia, si respira la particolarità unica di questo borgo lucano, in cui l’elemento naturale costituisce una sorta di nicchia dove l’uomo si rifugia.
Qui tutto è regolato in funzione della roccia e visitando Pietrapertosa si capisce profondamente. Fermati a parlare con qualche abitante del luogo e sarà lui stesso a dirtelo! Lo sviluppo compatibile con l’ambiente è possibile e questo popolo ce lo mostra pienamente.
Queste viuzze scavate nella roccia, i gradini nella pietra, sono l’esempio dell’amore che questa terra ha per il luogo che li accoglie e protegge.
Stradette scalpellate tra le vette, sospese su gli abissi
e piazze troppo strette pel gioco rumoroso dei bambini
che come aquiloni, scavalcano dorate dolomiti,
nell’azzurrino tenue del mattino.I massi han strani nomi di leggende:
tratto da Pietrapertosa di Emilio Gallicchio
l’incudine si regge miracolosamente sulla valle,
la “Bocca del Leone” è tutta spalancata, sulle basse casette sbigottite,
nascoste tra le guglie biancheggianti ….


Via Garibaldi
Percorrendo via Garibaldi si può riconoscere l’antico “cardo” romano e, sicuramente, dal medesimo tracciato si è sviluppato il sistema urbano medievale a un solo asse, che congiunge gli elementi principali della città: le due roccaforti a Nord e Sud.
Nel periodo medievale, Pietrapertosa vive il suo massimo sviluppo, con la creazione della cinta muraria, che si appoggia a questo unico asse e si estende poi in un’aggregazione spontanea di una città su strada.
I punti estremi di quest’asse sono la Chiesa Madre a Nord e il Convento di San Francesco d’Assisi a Sud. Le case sono prevalentemente unifamiliari e ci sono piccole botteghe ai piani terra. Quando i barbari distrussero la città romana, venne ripreso il cardo, per cercare maggiore protezione e posizioni più elevate.
Come ti accennavo lungo questa via ci sono tanti antichi palazzi e si ritrovano le tracce di due cinte murarie.



Chiesa di San Giacomo Maggiore (Chiesa Madre)
La Chiesa Madre di Pietrapertosa è un’antica fortezza medievale, probabilmente di epoca longobarda. Custodisce al suo interno diverse tele e affreschi del 1600/1700, tra cui alcune opere di Ferro e del Pietrafesa, pittore di cui ti ho già parlato nell’articolo dedicato a Satriano di Lucania.
Il complesso dedicato a San Giacomo, risale ai secoli XI-XII e oggi comprende, la Chiesa, il campanile e una cripta sotterranea. All’epoca del Longobardo Principato di Salerno, probabilmente era una delle tre fortificazioni della cittadina. In seguito, con l’avvento dei Normanni, la fortezza divenne una Chiesa dedicata a San Giacomo.
E’ possibile visitare la Chiesa di San Giacomo solamente sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17. Tienilo a mente se stai organizzando il tuo viaggio qui, altirmenti rischi di trovarla chiusa, come è capitato a noi.
Orologio Solare o Meridiana di Pietrapertosa
Si trova sulla facciata di un edificio in Piazza Plebiscito. Sul suo quadrante è riportato in forma stilizzata, uno scorcio del vecchio panorama di Pietrapertosa, dove dominava il caratteristico picco roccioso del “Becco della Civetta”.
La civetta era una figura simbolica del paese, ormai distrutta in seguito a un intervento di messa in sicurezza, all’inizio degli anni sessanta.




Convento e Chiesa di San Francesco
La Chiesa di San Francesco sorge a ridosso dell’omonimo convento, fondato nel 1474 per volontà di Papa Sisto IV.
La chiesa a navata unica è coperta da capriate lignee e termina in un presbiterio a pianta quadrata, contrassegnato da un arco trionfale a sesto acuto e un soffitto a crociera.
Nel presbiterio, si trovano due tabelloni con storie tratte dal Nuovo Testamento e dalla vita di San Francesco. Stupendo è il coro del trecento tutto in legno, intagliato con scene dell’Apocalisse e due tondi sulle spalliere dei seggi, che rappresentano Papa Bonifacio VIII e Dante Alighieri.
Hai già visto le nostre storie in evidenza su Instagram? Abbiamo ripreso in diretta il volo dell’angelo e tanti altri scorci di Pietrapertosa. Ti aspettiamo!
La via delle speranza costituisce l’estremo percorso orientale di Pietrapertosa. E’ scandita da edifici del 700/800 caratterizzati da elementi coevi, portali in pietra dagli angoli smussati. La parte più antica è quella che si sviluppa parallelamente a via Torraca.


Il volo dell’angelo: cosa fare a Pietrapertosa
Da Pietrapertosa puoi volare sopra le Dolomiti lucane agganciato a un cavo d’acciaio sospeso nel vuoto. Hai mai sentito parlare del volo dell’angelo?
Le dolomiti lucane sono un particolare rilievo montuoso, che caratterizza il centro della Basilicata e si trovano nel territorio di Castelmezzano e Pietrapertosa, due borghi stupendi situati sulla cima di due diversi versanti. Le sagome delle dolomiti lucane sono spettacolari e caratterizziano il paesaggio rendendolo unico e indimenticabile.
I picchi dalle forme più particolari nella tradizione locale sono noti come: l’aquila reale, l’incudine, la grande madre e la civetta. Le Dolomiti Lucane, risalgono a 15 milioni di anni fa e oggi fanno parte del Parco di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane.
Molti visitatori, arrivano a Pietrapertosa proprio per provare l’esperienza adrenalinica del volo dell’angelo. Confesso che mi sono venute le vertigini solamente guardando chi lo faceva, ma è spettacolare anche solo osservarlo.
Il volo dell’angelo si può fare su due linee differenti: la prima parte da Pietrapertosa da 1020 metri e arriva a Castelmezzano a 859 metri. La seconda parte da Castelmezzano da 1019 metri e arriva a Pietrapertosa a 888 metri.

Volo dell’angelo informazioni utili
Il biglietto, acquistabile sul sito ufficiale, comprende un volo di andata e uno di ritorno su due linee differenti e un servizio navetta. Il costo del volo dell’angelo, che si può fare da soli oppure in coppia è il seguente:
- singolo 35 euro – lunedì/venerdì – luglio/settembre
- coppia 63 euro
- singolo 45 euro – sabato/domenica e festivi da maggio a novembre
- coppia 78 euro
Requisiti minimi per il volo singolo:
- Età minima 16 anni
- Peso minimo 35 Kg – massimo 120 Kg
- Altezza minima 135 cm
Requisiti minimi per il volo di coppia:
- Il peso massimo complessivo della coppia non può superare i 150 Kg compreso l’abbigliamento.
- La differenza di peso tra le persone non deve superare i 40 Kg
- I bambini che effettuano il volo in coppia con un genitore devono avere almeno 12 anni.




Il percorso delle 7 pietre
A Pietrapertosa avrai molto da fare se ami camminare, fare trekking, stare immerso nella natura o vuoi provare qualcosa di adrenalinico.
Il percorso delle sette pietre, è il risultato di un progetto, che ha recuperato un antico sentiero contadino lungo circa 2 km, che collega Pietrapertosa a Castelmezzano. Il percorso trae ispirazione dai racconti e dall’immaginario collettivo su cui si fonda il testo “Vito ballava con le streghe” di Mimmo Sammartino.
Lungo il sentiero, la narrazione si traduce in forme visive, sonore o evocative e diventa una storia incisa sulla pietra. Ne abbiamo percorso un pezzettino e devo ammettere che è stato davvero molto suggestivo.
Sono 7 le tappe e ognuna propone una parola chiave, che restituisce il senso del racconto: destini, incanto, sortilegio, streghe, volo, ballo e delirio. Lungo il vecchio tratto, il viaggiatore potrà usufruire di tre percorsi in parallelo:
- La passeggiata letteraria in compagnia di frammenti narrativi tratti da “Vito ballava con le streghe“
- Il percorso visionario: alla scoperta di 7 installazioni artistiche che riprendono l’immaginario popolare
- L’itinerario paesaggistico per scoprire il paesaggio del luogo, articolato in diverse tappe.
Come arrivare a Pietraperstosa
Pietrapertosa si raggiunge percorrendo la strada statale 407 Basentana (SS 407). Però questo tratto lungo solo 10 km è un susseguirsi di curve e tornanti e la guida sarà impegnativa. La strada è stretta, ma tenuta abbastanza bene e il paesaggio tutto intorno è di una bellezza struggente.
A Pietrapertosa non ci sono pompe di benzina, quindi ti suggerisco di fare il pieno prima di partire.
Pietrapertosa si trova a circa 80 Km da Matera e 70 dal borgo fantasma di Craco. Se stai organizzando un viaggio in Basilicata ti suggerisco di non perdere la sua gemella, Castelmezzano, che se possibile mi ha rubato il cuore ancora di più.
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