Lagavulin distillery con i suoi insoliti alambicchi a forma di pera, si trova nella pittoresca baia di Port Ellen, nell’Isola di Islay spesso battuta da un forte vento.
Qui molti secoli fa naufragarono molte navi a causa delle rocce sommerse che costeggiano la baia, che un tempo proteggevano Dunyvaig castle, sede del Lord of the Isles, dagli attacchi degli invasori.
Proprio in questo contesto si produce il Lagavulin whisky da oltre 200 anni. Il malto torbato, la distillazione lenta e la lunga maturazione fanno si che Lagavulin sviluppi un carattere complesso e ricco che personalmente mi piace molto.
Un sorso di questo whisky mi riporta alle lande più desolate della Scozia, vedo il mare e quasi mi sembra di udire in lontananza lo scoppiettare del legno nel fuoco.
Miglia e miglia di torbiera nella parte occidentale dell’isola forniscono la materia prima che impregna l’orzo con quel caratteristico sapore affumicato. Per non parlare della ricca acqua torbosa che scorre lungo gli Solan Lochs.
Il nome Lagavulin, in gaelico scozzese “Lag a’ Mhuilinn“, sta per “hollow of the mill” – stabilimento del mulino.

Accenni storici su Lagavulin distillery
Si dice che Lagavulin sia una delle più antiche distillerie di Islay, risalente al 1742 e costituita originariamente da 10 piccole distillerie illecite. Nel 1816 l’agricoltore e distillatore locale John Johnston convertì gli edifici in una distilleria legale che chiamò Lagavulin, la prima distilleria legale nella zona.
Nel 1817 apparve una seconda distilleria gestita da un certo Archibald Campbell, successivamente assorbita da Lagavulin. Alexander Graham, un venditore di whisky di Glasgow, rileva le distillerie nel 1836, le riunisce sotto lo stesso tetto e mantiene il nome Lagavulin.
Nel 1867 la distilleria passa nelle mani della James Logan Mackie & Co e morto James Logan Mackie, è suo nipote Peter Mackie a prenderne le redini di tutto nel 1889. Restless Peter come era soprannominato dal personale, lancia la famosa miscela White Horse e pochi anni dopo costruisce la distilleria Malt Mill.
Pare che Peter abbia aperto Malt Mill per fare un dispetto alla Laphroaig che iniziò a vedere il suo whisky da sola, tagliandolo fuori. Mackie costruì una diga bloccando l’approvvigionamento d’acqua alla Laphroaig che finì in tribunale che impose a Mackie di rimuovere la diga.
Nel 1908 Mackie commissionò la costruzione di due alambicchi che erano la copia esatta di quelli usati dalla Laphroaig, per produrre un whisky di malto uguale a quello prodotto dalla sua rivale ma, non funzionò e la Malt Mill chiuse nel 1960.

Nonostante questo Peter Mackie diventò baronetto nel 1920 e si impegnò a produrre il Lagavulin con la massima attenzione ai particolari. Peter ha successo ed è sotto la sua guida che Lagavulin diventerà un nome familiare. Mackie viveva secondo la massima che “niente è impossibile” e in effetti lo dimostrò.
Agli inizi del 1900 Mackie restaurò due edifici e quando morì 24 anni dopo, Mackie & Co diventò White Horse Distillers. La S.S. Pibroch entra in servizio per trasportare orzo, carbone e botti vuote a Lagavulin, tornando con botti piene.
Qualche anno dopo White Horse Distillers e Lagavulin entrano a far parte della Distillers Company Limited. Con l’avvento della seconda guerra mondiale, chiamano le donne a lavorare nella distilleria fino al 1941 quando Lagavulin chiude definitivamente per tutta la durata della guerra.
Nel 1948 arriva l’elettricità e Malt Mill, l’edificio restaurato da Mackie chiude ma, un prezioso campione di questo favoloso whisky è conservato al sicuro a Lagavulin Distillery.

Lagavulin whisky
Lagavulin utilizza il metodo della doppia distillazione e la purificazione del distillato è fatta molto lentamente. Gli alambicchi sono riempiti fino al 95% della loro capacità, in questo modo c’è meno contatto tra i vapori alcolici e i tubi di rame. Alcuni elementi più pesanti del vapore sono attratti dal rame e questo crea un gusto più pulito e morbido.
Il “taglio” o ciò che viene tolto dallo spirito, è più grande del maggior numero di distillerie, con lo scopo di mantenere più fenolo. Gli alambicchi usati a Lagavulina hanno una forma insolita, simile a una pera, con una base arrotondata, un alto apice e un ripido braccio inclinato.
Nel 1974 a Lagavulin chiudone il malting floor e da allora l’orzo usato della distilleria proviene dalle vicina Port Ellen maltings. Il malto qui prodotto per Lagavulin ha una particolare ricetta: va essiccata con aria calda e poi la torba dell’isola. I ritmi sono controllati dal computer e sono molto precisi per garantire che lo stesso grado di assorbimento di fenolo.

Il Lagavulin whisky riceve la distillazione più lenta di tutti i single malt di Islay: circa cinque ore per la prima distillazione e oltre nove ore per la seconda.
Hanno costruito l’attuale magazzino nel 1962, dopo lavori di ristrutturazione che hanno integrato gli edifici della distilleria Malt Mill con quelli di Lagavulin. I magazzini dove le botti di whisky maturano, sono tutti esposti al mare e così assorbono l’aria salmastra, un sapore che ritrovi in ogni single malt Lagavulin.
Se vuoi scoprire altre distillerie su Islay, leggi anche 20 distillerie da vedere in Scozia.

Informazioni per visitare la distilleria di Lagavulin
La distilleria è aperta nei seguenti giorni e orari:
- Gennaio – Febbraio da lunedì a sabato dalle 10.15 alle 16.
- Marzo – Ottobre da lunedì a domenica dalle 9.15 alle 17
- Novembre – Dicembre da lunedì a sabato dalle 9.45 alle 17
Se sei un amante del whisky e delle distilleria in Scozia, amerai il tuo viaggio ad Islay perchè ce ne sono tante da visitare e tutte da scoprire nelle loro particolarità. Per visitare Lagavulin distillery sono disponibili diverse tipologie di tour:
- Lagavulin Tasting Experience della durata di 45 minuti circa al prezzo £15 con assaggio di 4 tipi di whisky
- Lagavulin Distillery Exclusive Experience della durata di circa un’ora e mezza al costo di £90
- Warehouse Experience della durata di 1 ora circa al costo di £35
- Se nel frattempo vuoi assaggiarlo lo trovi qui
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NB. Un grazie speciale al mio amico di sempre Lucky Luke e a Luca Caleffi per aver parteciapto a questo articolo con le foto. Foto copertina BK on Unsplash
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