Cosa hanno in comune l’Italia e una piccola isola sulla costa della Scozia? Curling è stata una delle parole più cercate su Google il 10 febbraio 2022, quando l’Italia ha sbaragliato tutti gli avversari ai giochi olimpici di Pechino: un traguardo senza precedenti per questo sport, che nella nostra nazione è praticato da una manciata di persone.
La roccia per creare il disco con cui si gioca a curling proviene da Ailsa Craig, una piccola isola sulla costa dell’Ayrshire. Anche se a prima vista non si direbbe, il curling è molto faticoso e richiede un pressante allenamento e molta strategia.

Cos’è il curling
Il curling, detto anche “bocce su ghiaccio“, è uno sport di squadra che si gioca con pesanti pietre di granito levigate, dette stone, dotate di un’impugnatura. I giocatori, suddivisi in due squadre, fanno scivolare le pietre su un pavimento di ghiaccio verso un’area di destinazione, detta casa, contrassegnata da tre anelli concentrici.
Le due squadre, ognuna composta da quattro giocatori, lanciano a turno le pietre con un effetto detto curl, grazie al quale la pietra percorre una traiettoria curvilinea. Ogni squadra ha otto lanci a disposizione per ogni intervallo di gioco, detto end e ogni giocatore lancia due pietre.
Lo scopo del gioco è accumulare un punteggio maggiore dell’avversario. I punti si calcolano in base al numero di stone più vicine al centro della casa, alla conclusione di ogni mano. Una mano si completa quando entrambe le squadre hanno lanciato tutte le pietre.
La traiettoria curvilinea può essere influenzata dall’azione delle scope da curling – broom, usate per pulire la superficie del ghiaccio di fronte al sasso, alterandone le caratteristiche.
Proprio come nelle bocce, una stone può colpirne un’altra e spostarla dalla sua posizione.

Quali sono le regole del curling
L’obiettivo è lanciare le pietre il più possibile vicino al centro della “casa” e vince chi realizza il punteggio più alto.
A livello internazionale, ciascuna squadra ha a disposizione un tempo limite di 73′ per completare i lanci. Strategie a parte, il curling è soprattutto fatica e costanza e dato il peso dei sassi, non è difficile da credere!
Un campo da curling è lungo circa 45 metri e largo 4,5. La scopa oltre ad essere utilizzata per spazzare il ghiaccio lungo il percorso della pietra, è spesso usata anche come sostegno durante il lancio.
Strategia e gioco di squadra determinano il percorso ideale e il posizionamento della pietra in ogni lancio e il compito della squadra, è far sì che la pietra arrivi nel punto desiderato.
Per la strategia e la tattica applicata, questo sport è soprannominato “scacchi sul ghiaccio”.

Scozia, curling e l’isola disabitata di Ailsa Craig
La famiglia scozzese Kay, fabbrica pietre da curling dal 1851 e possiede i diritti esclusivi sul granito estratto dall’isola di Ailsa Craig, concesso dal Marchese di Ailsa, la cui famiglia possiede l’isola dal 1560. Il 72enne Wyllie, ha cominciato a lavorare nell’azienda quando aveva 15 anni e non ha ancora smesso.
Situata a 16 chilometri dalla costa della Scozia occidentale, l’isola di Ailsa Craig ha un’estensione di appena 99 ettari, un faro, è disabitata e appartiene al nono marchese di Ailsa, che l’ha messa in vendita, ma non ha ancora trovato degli acquirenti. Solo un imprenditore indiano ne ha rilevato un pezzetto, per costruirci quattro cottage. L’idea era quella di creare un albergo a cinque stelle, ma il progetto non è decollato.
Dalla sua cava sono estratti due tipi di microgranito: “Ailsa Craig Commn Green” e “Blue Hone“, che combinati insieme producono le sfere perfettamente lisce per il curling. Common Green ha una qualità di granito minore rispetto al Blue Hone. In passato, infatti, la maggior parte delle pietre per il curling erano costituite da “Blue Hone“.
Alla produzione delle stones, provvede la Kays Curling a Mauchline, una cittadina di 4 mila abitanti, che si trova a sud di Glasgow. La fabbrica fondata nel 1851, ha continuato ininterrottamente a produrre pietre da curling, diventando persino il fornitore ufficiale per le Olimpiadi, da quando questo sport è stato introdotto ufficialmente ai Giochi.
Gli operai della Kays producono una pietra all’ora, per un totale di 38 a settimana. Dopo che l’isola è stata dichiarata riserva naturale, la cava ha chiuso e il granito per la produzione delle stones da curling, oggi proviene per lo più dal nord del Galles. Questo granto si chiama “Trefor” ed è prodotto in esclusiva con l’azienda Canada Curling Stone Co.
L’ultima estrazione di granito di Ailsa Craig è avvenuta nel 2002, ma la famiglia Kay afferma di aver raccolto 1.500 tonnellate, sufficienti a soddisfare gli ordini previsti almeno fino al 2022!

La pietra del curling
Le stones da curling, chiamate anche sassi, non sono altro che un disco di pietra spessa di un peso compreso tra i 17 e i 20 Kg, con una maniglia fissata nella parte superiore. L’unica parte della pietra a contatto con il ghiaccio è la “corona”, una stretta porzione fatta ad anello.
Il manico è legato da un bullone, che scorre fino al centro della pietra e la maniglia, serve per impugnare la stone e ruotarla durante il rilscio. Si gioca su una superficie ghiacciata, dove le pietra curva (curl): più la “stone” rallenta, più l’effetto del curl sarà marcato, per cui un tiro lento “curverà” prima e di più, di un tiro più veloce.
Le maniglie sono colorate per identificare le pietre di ciascuna squadra, i due colori più popolari nei tornei sono il rosso e giallo.
Recentemente hanno inventato un manico elettronico molto costoso, detto occhio del maiale (eye on hog). Questa tecnologia si monta sulle pietre per rilevare un fallo di gioco e rileva elettronicamente se la mano del giocatore è in contatto con il manico, mentre la pietra passa la “hog line”.

Origini e storia del curling
Si presume che il curling sia nato nella Scozia medievale ed è uno degli sport di squadra più antichi del mondo. Giocavano con delle pietre sul ghiaccio già nel 1541 all’Abbazia di Paisley, nel Renfrewshire.
Una prova dell’esistenza del curling in Scozia già agli inizi del XVI secolo, risale al ritrovamento della famosa “Stirling stone“, dov’è incisa la data del 1511. Questa pietra è stata scoperta insieme a un’altra, datata 1551, ritrovata quando venne prosciugato un vecchio stagno nella città di Dunblane.
La Stirling stone è in mostra allo Stirling Smith Art Gallery & Museum.
Il seguente passaggio, per esempio, deriva da Tam Samson’s Eley ed è stato scritto nel 1786 da Robert Burns:
When Winter Muffles up his clock,
And binds the mire like a rock;
When to the loughs the curlers flock,
Wi’ gleesome speed…
Wha will they station at the cock?
Tam Samson’s Deid!
Si pensa che Kilsyth sia il vero luogo di nascita del “roaring game”, perchè il Curling Club Kilsyth, fondato nel 1716, è il primo club di curling del mondo, attivo ancora oggi. La città scozzese di Kilsyth, sostiene di possedere anche il più antico stagno artificiale appositamente costruito per il curling, che per la precisione si trova a Colzium Estate.
Questo stagno venne ricavato tramite la costruzione di una piccola diga, che ha creato un bacino idrico poco profondo. Ormai le condizioni climatiche necessarie per giocare a curling, si verificano di rado, a causa degli inverni sempre più caldi.
C’erano ben tre laghetti per il curling anche al Culzean castle in uso fino al 1940, lo sapevi? Se sei cursioso di scoprirne di più, leggi il nostro articolo interamente dedicato a questo meraviglioso castello a picco sul mare.



L’evoluzione di questo sport nei secoli
La storia del curling può essere rintracciata studiando alcune vecchie pietre, chiamate “loofies” che avevano un buco per mettere il dito ed erano senza maniglie. L’introduzione della maniglia, intorno al XVII secolo, ha dato inizio alla seconda era del curling in Scozia.
Queste vecchie pietre variano per dimensioni e peso ed erano considerati oggetti pregiati, tanto che alcune stones hanno avuto persino dei nomi, che riflettevano le loro caratteristiche o il loro proprietario.
Nel passato, le stones erano sassi di fiume a fondo piatto e i giocatori, a differenza di oggi, avevano scarso controllo su di essi e si basavano più sulla fortuna, che sull’abilità o strategia.
Si narra che a Darvel, i tessitori si rilassassero giocando a curling. Le stone che usavano, erano i pesi di pietra dei filatoi, dotati di un manico staccabile. Fra una partita e l’altra, le maniglie di ottone, lucidate fino a brillare delle stone da curling, erano tenute con orgoglio sulle mensola del caminetto da più di una moglie.
La parola curling apparve per la prima volta in una stampa del 1620 a Perth, nella prefazione in versi di una poesia di Henry Adamson. Il gioco era noto anche come “il gioco tuonante” a causa del suono, che le stones producevano scivolando sul pebble.
Il curling all’aperto era molto popolare in Scozia tra il XVI e il XIX secolo, anche perché il clima rigido garantiva che il ghiaccio avesse lo spessore necessario per giocare.

Word Curling Federation e altri club
La Scozia è sede dell’organismo internazionale che disciplina il gioco del curling, la World Curling Federation con sede a Perth. Nata originariamente come organo del Royal Caledonian Curling Club, considerato il “club madre” del curling, ha visto nascere questo sport e le sue regole.
Importato dagli immigrati scozzesi, oggi il gioco del curling è molto affermato nell’ovest del Canada. Il Royal Montréal Curling Club, fondato nel 1807, è il più antico club ancora attivo in nord America. Sempre grazie agli emigranti scozzesi, nel 1830, è stato fondato il primo club di curling negli Stati Uniti.
Il primo campionato mondiale di curling maschile risale al 1959, si è tenuto a Falkirk e Edimburgo ed è conosciuto come Scotch Cup. Tu hai mai provato a giocare a curling?
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Grazie al nostro amico scozzese Michael Docherty, che ci ha trovato alcune foto dei luoghi legati a questo sport.
Tra le fonti consultate: curlinghistory.blogspot.com – electricscotland.com/history/curling/
2 comments
Molto interessante questo post sul curling. Non conoscevo tutta la storia. Praticamente dopo la vittoria metà degli italiani si sono appassionati a questo sport
si, infatti non potevo credere che quasi nessuno lo conoscesse prima dei mondiali!