Oggi ti presento Veronica expat in Galles e autrice del blog Lost Wanderer che dopo le seduzioni di una Londra vorticosa si trasferisce nel tranquillo e più pacifico Galles, dove ha trovato la sua nuova casa nel mondo a Cardiff. Com’è vivere in Galles? Un posto di cui si sente parlare sempre così poco? Scopriamolo attraverso il suo sguardo.
Tanti gli italiani nel mondo, scopriamo la loro vita all’estero con questa rubrica dedicata alle “storie di vita on the road” – interviste sugli italiani all’estero. Qui trovi quella di Rossana se te la sei persa.
Cosa troverai in questo articolo
Ciao Veronica, raccontaci in breve chi sei, per farti conoscere dai nostri lettori
Ciao Alessandra, grazie per avermi accolta nel tuo blog! Sono Veronica e sono l’autrice delle rubriche di viaggio e vita da espatriata su Lost Wanderer. Ho aperto il blog un paio di anni fa con la mia migliore amica un pò per gioco, un pò per sfogare le nostre passioni in una piattaforma, che possa metterci in contatto con altre persone con i nostri stessi interessi.
A ventiquattro anni, dopo una laurea in Scienze della Comunicazione, mi sono trasferita a Londra, aggiungendomi alla lunga lista di tutti quegli espatriati connazionali nel Regno Unito. Ho vissuto un paio d’anni a Londra e poi mi sono spostata in Galles, a Cardiff.
Ormai sono cinque anni che vivo fuori dall’Italia e non mi sono pentita minimamente della mia scelta. Seppur all’inizio le cose non erano tutte rose e fiori e proprio da queste esperienze tragicomiche ho creato la rubrica “life abroad”.

Da che regione Italiana vieni?
Nata e cresciuta in Sicilia, anche se ho vissuto tre anni in Puglia quando ero adolescente.
Come andavano le cose in Italia prima di partire?
Posso dire di non aver mai avuto davvero problemi di sorta. Ho sempre studiato e non mi sono mai approcciata al lavoro in Italia, seppur l’ansia di dover pensare a cosa fare dopo l’università c’era eccome e vista la crisi generale del nostro paese, ho preferito provare a cercare lavoro direttamente altrove.
Cosa ti ha spinto a partire?
Prima di tutto volevo seguire un sogno che avevo da bambina: vivere a Londra. Volevo vedere come me la sarei cavata da sola, trovare me stessa. Essere indipendente contando solo sulle mie forze e ovviamente trovare un lavoro e riuscire ad avere una stabilità economica tutta mia.

Come sei approdata in Galles?
Due anni a Londra mi hanno fatto capire che la capitale inglese non era fatta per me. Troppo caotica, troppo stressante, troppo cara. Troppo tutto. So benissimo che nell’immaginario collettivo Londra è una delle capitali più belle ma, viverci è un altro paio di maniche. Lavorarci ancora peggio, i turni sono massacranti ve lo garantisco.
Così sotto consiglio di un’amica che viveva a Cardiff, ho visitato la capitale gallese e me ne sono innamorata. Pochi mesi dopo io ed il mio fidanzato avevamo caricato tutte le nostre cose in un camion e siamo partiti alla volta di una nuova avventura. Sono tre anni e non ci siamo mai pentiti di esserci trasferiti. Cardiff la troviamo a misura d’uomo e sembra la città giusta dove crescere una famiglia.
Quando hai lasciato l’Italia avevi già un lavoro o sei partita all’avanscoperta?
Sono partita decisamente all’avanscoperta; senza una casa o un lavoro ad aspettarmi ma con tante belle aspettative.
Come ti sei organizzata? Conoscevi qualcuno? Raccontaci il pre-partenza e come ti sei mossa appena arrivata.
La prima cosa che ho fatto è stata cercare un ostello dove mi ero prefissata di stare solo una settimana. In quei sette giorni avrei dovuto trovare sia casa che lavoro.
Inutile dire che i primi due giorni ho fatto invece la turista, ho iniziato solo dopo a muovermi attivamente per trovare una stanza in affitto e candidamente ammetto di aver preso la più economica tra le prime che avevo visto, dove avrei potuto trasferirmi subito.

Ho trovato lavoro grazie ad un’agenzia, anche se è stata una delle mie disavventure. Mi sono dovuta procurare un appuntamento per il NIN (una sorta di numero di previdenza sociale) e quello per aprire un conto in banca.
Purtroppo non avendo appoggi e non conoscendo nessuno come prima esperienza da sola all’estero, ero un po’ sprovveduta. Ma tutte le esperienze servono a qualcosa. E dopo qualche mese la situazione e migliorata decisamente una volta capito come funzionava tutto.
Parlavi la lingua? Come hai fatto senza aiuti?
Ho frequentato il liceo linguistico quindi avevo una buona base dell’inglese ma, si sa, quello che studiamo noi e quello che parlano qui è diverso. Una buona abitudine che avevo e che mi ha aiutata tantissimo era leggere i libri in lingua; guardare qualsiasi cosa in inglese e con i sottotitoli della stessa lingua.
L’orecchio era già abbastanza allenato quindi non ho avuto problemi di sorta. In Galles la situazione è un pò differente perché l’accento di chi abita nei paesi è leggermente più forte e quindi diventa a volte impossibile capirli ma, anche qui diventa questione di abitudine.

Cosa hai fatto nei primi mesi per integrarti?
Sono uscita moltissimo. Ho iniziato ad esplorare la città e osservavo gli altri. Il modo migliore è sicuramente visitare i pub e fare amicizia. L’ambiente di lavoro aiuta moltissimo a fare nuove conoscenze e visto che tutto il Regno Unito è una nazione multiculturale ci si scontra con differenti modi di pensare, che aprono decisamente la mente.
Come hai cercato di far diventare una nuova nazione la tua casa? Raccontaci qualche piccolo gesto di ogni giorno, che ha costruito la tua vita …
Non ce n’è stato bisogno in tutta onestà. Ricordo che quando misi piede a Londra, il secondo giorno, mi sentii subito a casa. Come se quello fosse il mio posto nel mondo. Sicuramente iniziare a conoscere la città ha aiutato moltissimo a sentirmi a casa.
Dopo poco tempo mi sono fatta degli amici, ho conosciuto il mio ragazzo e poi siamo andati a vivere insieme quasi subito e tutto questo a contribuito all’idea di casa.
Dopo quanto tempo non ti sei più sentita un’ospite?
Esattamente non saprei dire un momento. I londinesi sono abituati agli espatriati e sei semplicemente benvenuta ovunque. Non mi sono mai davvero sentita un’ospite qui e neanche a Cardiff.
Certo ancora oggi qualcuno mi chiede cosa mi ha spinta a trasferirmi e se mi trovo bene qui ma, mi sono sempre sentita completamente integrata e parte della società da subito.
Hai avuto paura prima di partire? Non esserci e lasciare quello che ti era familiare è stata dura?
Sì. Credo tutti abbiano paura prima di fare una scelta di vita così importante. Ti chiedi quante cose ti perderai, a quante feste ed avvenimenti importanti mancherai e fa malissimo.
Poco prima di partire nacque mia cugina e il pensiero di non riuscire a vedere tutti i piccoli passi che l’avrebbero resa grande ogni giorno di più, mi attanagliava.
Ancora oggi, ogni volta che scendo a casa, mi chiedo se quella sarà l’ultima volta che saluterò qualche mio parente o amico perché la vita è imprevedibile. Allo stesso tempo so che anche loro sono preoccupati allo stesso modo per me.

Cosa ti piace del luogo in cui vivi?
L’aria che si respira, la gentilezza delle persone; l’apertura mentale che in Italia ci sogniamo di avere. I grandi spazi aperti, il Castello. Il caldo che non sa di afa in estate. Il Natale quando tutto è addobbato a festa già da Novembre. Piccole cose di cui non potrei fare più a meno.
C’è qualcosa che non riesci proprio a capire della cultura in cui vivi? Che stona per te?
Il fatto che si ubriachino in modo pesante per tutto il weekend, come se fosse un dovere; fino a che non ricordano nulla. In Italia difficilmente trovavo gente che arrivava a quei livelli. Un’altra cosa è che le ragazze vadano in giro mezze nude nei mesi invernali e non sentono minimamente freddo, questo per me rimane ancora un mistero!
L’ignoranza che circola: spesso e volentieri parlo con i miei colleghi che non sanno neanche dove sia la Sicilia; non hanno una minima idea della storia globale o di cosa sia la filosofia. Il loro sistema scolastico è davvero di basso livello rispetto alla cultura che acquisiamo noi.
Cosa fai adesso e quali sono i tuoi sogni per il futuro?
Lavoro in un casinò come receptionist e ogni giorno non è mai uguale al precedente quindi al momento mi diverte lavorare qui. Le notti però sono difficili e dopo un pò diventa stressante fare turni di lavoro sempre differenti.
Mi piacerebbe trovare un buon lavoro di ufficio e dedicarmi più al blog, rendendolo un lavoro. Mi accontenterei anche di lavorare in un’agenzia di viaggi!
Un tuo suggerimento mirato a chi sta valutando l’idea di trasferirsi all’estero: cosa serve assolutamente per decidere di partire?
Siate coraggiosi e non lasciatevi abbattere dal primo ostacolo. Abbiate spirito di sacrificio se volete farcela e rimanete positivi anche quando credete che tutto va per il verso sbagliato. Partite con un bel gruzzolo che vi permetta di vivere almeno un mese senza lavoro nel caso in cui fosse difficile trovarne uno.
E pensate sempre che potete tornare a casa quando volete, se vedete che non fa per voi ma almeno provateci. Un’esperienza all’estero che sia breve o lunga, serve a tutto per aprirvi a livello mentale e testare i vostri limiti.

Torneresti mai in Italia?
No, non dopo cinque anni. Ormai questa è la mia casa, è la mia dimensione. Qui ormai ho la mia indipendenza, mi sono creata una famiglia fatta di persone che vengono da tutte le parti del mondo.
Non credo riuscirei a tornare a vivere in Italia con la mentalità che ho adesso. Troverei troppi difetti a livello culturale e burocratico. Qui mi sento affermata, tutto quello che ho l’ho conquistato da sola.
Ognuno ha la sua storia e nessuno può indossare le scarpe di un’altra persona e non possiamo giudicare le scelte altri! Non dimenticarlo.
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NB. Tutte le foto sono di Veronica
2 comments
Bella storia di expat, il Galles è sicuramente una destinazione splendida se si ama la Gran Bretagna ma concordo sull’alcol del fine settimana: è una mentalità che noi italiani non capiremo mai!
Ciao Erica, concordo sul discorso dell’alcol ed è qualcosa che molti expat o persone che hanno vissuto in GB mi hanno raccontato più volte. Il Galless invece è uno di quei luoghi che non vedo l’ora di andare a vedere con i miei occhi 🙂