La prima volta che ho visitato il castello di Pallotta (un tempo Palazzo di Monte), facevo le scuole elementari e me ne sono innamorata subito. Forse la mia passione per i castelli ha avuto inizio in questo momento e mi accompagna sin da allora. Quando si vista Caldarola, il castello Pallotta è davvero imperdibile.
Il borgo di Caldarola, conosciuto come la porta dei Sibillini, da’ il suo meglio in autunno, quando il foliage espolde in tutta la sua potenza di colori. Anche i giardini del castello di Caldarola diventano un tripudio di rosso, arancio e marrone acceso: magici! L’ultima volta che l’ho visitato era il 2015, proprio durante questa stagione che io personalmente adoro.
Il Castello Pallotta, domina il borgo di Caldarola dall’alto del colle Colcù e tutto intorno è circondato da un paesaggio collinare che lo rende quasi fiabesco. Appartenne ai Varano di Camerino, poi passò ai Maurizi di Tolentino e quindi alla famiglia Pallotta, che l’ha abitato sin dal 1450.
Una curiosità: Caldarola probabilmente deve il suo nome al termine Calidarium, con cui s’indicava la stanza con la vasca di acqua calda delle terme presenti nella zona.


Cosa troverai in questo articolo
Brevi accenni storici
Il cardinale Evangelista fu il primo a lasciare la sua impronta sul borgo, promuovendo una ristrutturazione che trasformò l’antico nucleo medievale, nel moderno impianto tardo-rinascimentale di oggi. Il primo rinnovo del castello di Caldarola risale al 1590 quando il cardinale Evangelista lo trasformò da struttura militare a dimora estiva.
I pittori della famiglia De Magistris decorarono le stanze del castello, che hanno ospitato nei secoli personaggi illustri come: Papa Clemente VIII, il Cardinale Casimirro e il poeta inglese Richard Creshaw.
Persino Cristina di Svezia, giunta in Italia dopo la sua conversione al cattolicesimo e la rinuncia al trono, passò di qui, dopo aver deposto scettro e corona ai piedi della Madonna di Loreto.
Nella seconda metà dell’Ottocento il conte Giuseppe Pallotta fece restaurare le facciate che si trovavano vicino al bosco in stile rinascimentale.
Nel 1885 il conte Desiderio Pallotta, figlio di Giuseppe, decise di ripristinare le tracce dei vecchi edifici appartenuti all’antico castello e fu così che ripresero vita: il cassero, la torre nord, la mercatura guelfa, il ponte levatoio e i caminamenti di ronda.




Gli interni del castello Pallotta
Nel 2015 quando abbiamo visitato il castello di Caldarola, abbiamo partecipare all’evento in costume: Pallotta ‘800. Siamo stati accompagnati da figuranti che indossavano splendidi costumi d’epoca, che ci hanno mostrato le sale più belle del piano nobile, raccontandoci diversi aneddoti storici molto interessanti.
Al castello vissero diversi membri della famiglia Pallotta come il Cardinale Evangelista e il collezionista d’arte Giovanbattista, che ebbe tra le mani opere di grandi artisti come il Caravaggio. Fu il Conte Desiderio Pallotta alla fine, a custodire il patrimonio di famiglia.



La sala degli stemmi, La biblioteca e il Salotto giallo
La visita parte dalla scalinata ornata dagli stemmi della città, tra cui spicca quello della famiglia Pallotta: un flagello a palle snodate, che rappresenta la famosa arma utilizzata da Guglielmo Pallotta nella battaglia del 1296, per difendere la fortezza dagli attacchi dei francesi.
Si prosegue verso la Sala della biblioteca (o studio privato) che conserva pregevoli libri a stampa, come il vocabolario della Crusca e la Divina Commedia illustrata dal Dorè. E’ una meraviglia per gli occhi e il soffitto che riproduce la carena di una nave, è incantevole.
Il Salotto Giallo è ricco di sete originali del Settecento, lampadari in vetro di Murano e un fregio che corre lungo il soffitto a ricordo del soggiorno al Castello di Papa Clemente VIII nel 1598.


Cappella, camere da letto e Sala da pranzo
Proseguendo si arriva alla Cappellina in stile neogotico, che ospita arredi sacri dell’epoca. Il castello è ricco di dipinti, opere d’arte e mobili di arte marchigiana tra cui spicca un pregevole “trumeau” del ‘600 che si trova nella stanza da letto reale.
La Camera da letto ha un soffitto a cassettoni dipinti bellissimo e un fregio con dei paesaggi. La Sala da pranzo invece ospita arredi ottocenteschi e una stufa in maiolica decorata. Nella piccola Cucina ci sono diversi utensili di epoche diverse e un soffitto con travi a vista.
La Sala da bagno ha delle porte dipinte del ‘700 e una vasca ricavata da un unico blocco di marmo bianco, realizzata nel periodo neoclassico.
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La sala d’armi e le carrozze
Si prosegue verso la Sala degli abiti dove si trovano numerose pianete appartenute agli ecclesiastici della famiglia. Infine si vista la Sala d’armi, ricca di armature da torneo, strumenti militari e una grande tela dipinta, posta sopra il camino, che raffigura la scena della battaglia in difesa del ponte di Brindisi, memorabile evento storico che riguarda la famiglia.
Purtroppo non è stato possibile far foto all’interno del castello di Caldarola, se non nella sala delle carrozze e all’ingresso. Peccato ci sarebbe piaciuto moltissimo scattare ma c’erano davvero così tante persone in occasione di Pallotta ‘800 che no sarebbe stato facile ugualmente.
All’interno del castello c’è persino una sala carrozze, completa di una serie di armature, sellerie e armi, davvero molto interessante da visitare. Entrare qui dentro è come fare un vero e proprio tuffo nel passato! I figuranti in abiti d’epoca hanno reso il tutto ancora più suggestivo.

Antiche leggende
Si narra che il castello sia infestato dal fantasma di Maddalena Pallotta, la cui voce riecheggia ancora per le stanze del castello, accompagnata dalle note di un flauto traverso e fasci di luce. Uno spettro mansueto che sembra non aver mai abbandonato questo luogo.
Siamo nel 1840 e Maddalena Pallotta sposa suo cugino Giuseppe, che però è innamorato di Giulia Corraducci. Giuseppe lascia spesso sua moglie da sola nel castello, per raggiungere la sua amata. La sua giovane sposa si consola suonando il flauto, ma muore di tristezza dopo un paio d’anni.
Qualcuno sostiene che Maddalena fu avvelenata con un succo di bacche di tasso, una pianta velenosa che si trova nel parco del castello. Quale sia la verità non è dato sapersi.
Pare che il suo fantasma appaia in presenza di giovani donne, forse evocato dalla purezza dei loro cuori. Una storia ricca di fascino e mistero che rendono ancor più il castello vivo e particolare.






Il giardino e l’esterno del Castello di Caldarola
Si entra nel castello passando da un ampio ingresso che si trova al centro di una casa di guardia e subito inizia la salita che passa attraverso strette vie e ampie curve. Dopo poco si giunge al ponte levatoio, che attraversa il fossato delle mura del castello.
Per le vie di Cladarola spicca anche la chiesa dei Santi Gregorio eValentino che si trova lungo le vie del borgo e che venne eretta per volontà del cardinale Evangelista Pallotta.
La torre dei conbattenti ha delle piccole finestre e una porticina con arco in pietra. Ai lati ci sono le fenditure destinate un tempo al passaggio delle leve per sollevare il ponte levatoio. Nel vano interno del torrione ci sono due porticine che davano accesso al camminamento di ronda.
Passato il ponte levatoio si sale per la stradina che conduce al cortile del palazzo, protetti da un rivellino del XV secolo, che serviva per rendere difficile l’accesso al nemico. In fondo si intravede il cortile rimodernato in stile rinascimentale la dall’architetto Giuseppe Pallotta.
Il conte Giuseppe fece costruire un cortile dove sopra un muretto si vedono i busti di Dante, Petrarca, Tasso e Ariosto. Nella torre d’angolo alla sinistra di Porta Camerte ci sono due lapidi che riportano la bolla papale di Eugenio IV dove vede passare il potere dai Maurizi al loro congiunto Jacopo Pallotta, che al tempo era capitano e architetto militare discente di Guglielmo da Messina.

Il ponte levatoio mantiene ancora oggi intatto il suo fascino di un tempo e gli edifici rivestiti di edera rossa sono meravigliosi in autunno. L’odore dell’erba, il silenzio, la posizione del castello: tutto contribuisce a rendere questo luogo ancora più magico.
Passeggiando nel giardino vedrai anche il pino piantato in occasione dell’arrivo a Caldarola, di papa Clemente VIII. Risale al 1598 ed è uno dei pini più antichi delle Marche.
Dalle terrazze che affacciano sul cortile si accede al bosco e fra gli alberi si trovano ancora dispersi i ruderi della Caldarola medioevale. In alto il bosco confina con il Cassero e qui sono visibili le tracce dell’antico abitato: due porte e un ponte levatoio ricostruiti dal conte Desiderio.
C’è da perdersi con il naso all’insù ad ammirare la bellezza di questo castello romantico delle Marche e come accennato all’inizio dell’articolo, con i colori dell’autunno il giardino è meraviglioso!
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Castello Pallotta: informazioni per visitarlo
L’ultima volta che abbiamo visitato il castello Pallotta era l’autunno del 2015 e abbiamo avuto la fortuna di vederlo nel pieno del suo splendore. Purtroppo, questo luogo incantevole immerso nelle campagne marchigiane, ha subito dei gravi danni durante il sisma del 2016 e attualmente è chiuso al pubblico.
Lo abbiamo visto nel suo periodo di massimo splendore e anche chiuso, con travi di sostegno e tralicci per la messa in sicurezza. E’ stato davvero un colpo al cuore e non vediamo l’ora di vederlo fiorire nuovamente.
Ha subito dei gravi danni strutturali e necessita di interventi straordinari, quindi al momento non è indicata una data per la sua riapertura.


Cosa vedere vicino Caldarola
Attorno a Caldarola, ci sono quattro piccoli castelli che controllano il territorio fin dai tempi remoti: Vestignano, Croce, Pievefavera e Valcimarra, vicino al lago di Caccamo. Un piccolo percorso tra il verde delle colline collega i quattro castelli a Calderola.
Il Lago di Caccamo, è un lago artificiale dove è possibile praticare pesca sportiva e godere di un panorama incantevole. Da queste parti la domenica c’è spesso un mercato dove è facile trovare tante bancarelle che vendono prodotti tipici marchigiani.
Non troppo distanate il borgo di Serrapetrona famoso per la sua sagra dell’uva o l’incantevole Lago di Fiastra, situato all’interno del Parco Nazionale dei Sibillini, un altro lago artificiale, famoso per l’acqua limpida e turchese e molto frequentato in estate. Verde, piccoli ristoranti, possibilità di fare trekking o canoa.
Non lontano dal Lago di Fiastra si trovano le Lame Rosse, uno spettacolo per gli amanti del trekking. Sei già stato da queste parti? Commenta e se ti va, dacci la tua opinione!
N.B. Tutte le foto sono di proprietà di Ale Carini e di Ivan Balducci ©2017-2023. Vietato ogni uso.