La Casa Museo Quadreria Cesarini si sviluppa nell’abitazione privata del notaio Giuseppe Cesarini, che visse tra queste mura fino al 1977 prima con sua moglie Maria e poi da solo. La Casa Museo, al primo piano, conserva gli arredi originali e le opere d’arte esposte, sono le stesse che Giuseppe ammirava con la sua amata.
La Quadreria Cesarini, al secondo piano, espone tutte le opere che il notaio raccolse negli anni e donò in testamento alla sua città natale: Fossombrone. Dipinti, sculture, mobili d’epoca, libri, oggetti di uso personale, tutto in questo gioiello marchigiano ha una sua storia da raccontare.
La Casa Museo Quadreria Cesarini costituisce un unicum nelle Marche e una rarità in Italia: si sviuppa su ventidue sale espositive, su due piani del Palazzo e ogni stanza è più bella dell’altra, ricca d’arte e arredata con ingredibile gusto.
Casa museo Cesarini si trova nel palazzo Pergamino, che un tempo appartenente all’omonimo letterato e risale al cinquecento. Scopriamo cosa contiene e perchè visitare questo gioiello nascosto nei vicoli di Fossombrone.

Chi era Giuseppe Cesarini
Prima di raccontarti cosa vedere alla Casa Museo Quadreria Cesarini, mi sembra doverso fare un breve accenno al notaio, che ha reso possibile tutto questo, grazie alla sua grande passione per l’arte in tutte le sue forme.
Il notaio Giuseppe Cesarini nato a Fossombrone il 10 marzo 1895, fu un collezionista di opere d’arte tra i più importanti di tutte le Marche. Esercitò la professione di notaio tra la sua città natale e Cagli, avendo molta fortuna. Cesarini aveva un animo sensibile e si appassionò alla musica, all’arte e alla scultura, collezionando una moltitudine di opere d’arte, che alla sua morte donò alla città di Fossombrone, per farne un museo.
Iniziò negli anni ’20 la sua collezione e orientò lo sue scelte nell’arte contemporanea. Visitando la Casa Museo Cesarini, farai un viaggio itinerante dagli anni ’20 fino agli anni ’60: ogni stanza è dedicata ad un periodo storico.
Giuseppe Cesarini era un grande amico del pittore Anselmo Bucci, di cui acquistò molte opere che teneva in casa per suo diletto e quello dell’amata Maria. Purtroppo la moglie del notaio, morì prematuramente e Giuseppe visse solo nella sua grande casa, circondato dai ricordi, dall’arte e dalla compagnia degli artisti che inviatava a restare.

Casa Museo Quadreria Cesarini: cosa vedere e perchè visitarla
Uno splendido portale barocco da accesso a Palazzo Pergamino e appena entrato, il tuo sguardo sarà subito attirato dal Cortile delle Grazie, celato da un grazioso cancello, che ospita un gruppo scultoreo di Angelo Biancini. Il bianco delle opere, si contrappone alla parete rocciosa rossastra, frutto di anni di movimenti geologici e arricchita da alberi sporgenti e rampicanti.
Nel cortile c’è una vera da pozzo e un bronzo, dove sono scolpiti i quattro evangelisti; il Bambino Derelitto di Angelo Biancini, le tre Grazie e alcune piante esotiche sparse qua e là, che hanno reso uno spazio anomalo, molto suggestivo.
L’atmosfera di questo luogo è quasi surreale e dall’ltro lato del corridoio che conduce alla Casa Museo Cesarini, un busto del notaio ti osserva.
Lasciato il Cortile delle grazie si procede verso la scala, arricchiata da un interessante quanto particolare Ippogrifo in ferro battuto, non è quello di Harry Potter, ma è bellissimo ugualmente. Il loggiato che appare alla fine della scalinata ha tre grandi arcate definite da balaustre barocche e affaccia sul cortile delle grazie.
Le pareti colorate che ricordano l’origine rustica del palazzo, fanno da sfondo a dei cartigli i legno ritagliato e dipinto, con impresse delle frasi in latino a tema giuridico, che Cesarini prese dall’antica prefettura di Fossombrone, prima che fosse demolita.
Prima di entrare nella Casa Museo Cesarini vedrai il busto del notaio e anche quello dell’amico Angelo Biancini.



Anselmo Bucci
Il Notaio Cesarini, ha deciso di dedicare un’intera sala al suo amico Anselmo Bucci: opere, dipinti, stampe e il repertorio di Bucci incisore.
Bucci sin dai tempi di Montmartre, amava cimentarsi nei ritratti e anche grazie a questo riuscì a procurarsi una fonte di reddito. La fotografia stava prendendo il sopravvento e chi voleva vivere di arte, doveva sapersi arrangiare e Bucci si rivelò un abilissimo ritrattista.
Pur essendo tra i firmatari del manifesto Futurista, Bucci fu tra i primi a impegnarsi per il recupero della figuratività solenne, nella tradizione di Giotto e Masaccio. Fu un grande interprete del Novecento e dopo aver vissuto a Parigi per molti anni, tornato in Italia si divise tra Roma, Milano e Fossombrone. Fu così che conobbe le nuove tendenze del periodo, tra cui quelle di Caravaggio e Tamara de Lempicka.
Tra le opere esposte nella Casa Museo Cesarini c’è anche il bellissimo quadro Il thé, dipinto da Bucci a Milano ed esposto alla Biennale di Venezia.
Tre delle sue opere più belle solitamente esposte alla Casa Museo e Quadreria Cesarini, sono state date in prestito per una mostra al Vittoriale e non abbiamo potuto ammirarle di persona. Per supperire a questa assenza, hanno messo in mostra le puntesecche realizzate per “il Libro della Giungla”.





Il Libro della Giungla
La serie di otto puntesecche realizzate per illustrare la prima edizione italiana de il Libro della Giungla di Rudyard Kipling è considerata uno dei capolavori di Anselmo Bucci e, ancora oggi, rappresenta una delle vette più alte dell’illustrazione libraria italiana degli anni venti.
La prima edizione de “Il libro della giungla” risale al 1894. Il testo che valse a Kipling il premio Nobel per la letteratura nel 1907, fu in parte illustrato da John Lockwood Kipling, padre dell’autore, con una serie di xilografie. Negli anni venti, l’editore milanese Sanzogno si mise all’opera per presentare al pubblico italiano la prima edizione completa del Primo libro della giungla e per farlo coinvolese Bucci. Fu così che nel 1924 il pittore Cosomati mise in contatto Bucci con Rudyard Kipling.
Per l’edizione italiana del 1925, Bucci eseguì una serie di otto grandi puntesecche, che sembrano davvero prendere vita quando le guardi, come ad uscire dal disegno. Bucci scrisse al suo amico Cesarini di aver ricevuto una lettera di ringraziamento da Kipling, che aveva molto apprezzato le sue incisioni.
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Lo studio
La Casa Museo Cesarini è l’esempio di una casa italiana colta: ogni dettaglio è frutto di ricercatezza e gusto e sottolinea la posizione agiata del notaio, che fece del collezionsimo d’arte una sua missione.
Il mobilio di questa stanza ricorda propro lo studio di un notaio: la grande scrivania, le credenze, le librerie, le poltrone savonarola, tutto rimanda un’immagine di sobria dignità. Lo studio è in stile Rinascimentale, molto accogliente e bellissimo da ammirare nei suoi dettagli.
La biblioteca, che un tempo ospitava opere guiridiche, fu pian piano sostituita da libri di arte, letteratura e saggistica.
Nella stanza, spicca sopra al divano uno splendido quadro di Maria, la moglia del notaio e altre opere d’arte, tra cui tre magnifiche porcellane.

Il salotto rosa
noto anche come il salotto delle donne, è esattamente come l’ha lasciato la moglie del notaio. Cesarini non cambiò nulla di questa stanza, che gli ricrodava l’amata moglie persa prematuramente. Ho trovato questo dettaglio particolarmente romantico, come a sottolineare un amore duraturo e senza tempo.
Il trumeau, il divano, le sedie, la specchiera e le ventoline sono intagliate e dorate in stile barocchetto, detto Luigi XV, anche se meno raffinate, ma in armonia con la tappezzeria in seta e la minuta decorazione a stucco delle pareti, ripresa da quella dipinta di porte e serramenti.
Le consoles, il tavolino finto barocco, i tappeti persiani, l’abat-jour con motivi rinascimentali e i vasi istoriati, richiamano invece un’atmosfera borghese di fine ottocento.
Per quanto i toni del rosa non sono tra i miei preferiti, devo ammettere che l’armonia che crea ogni dettaglio di questo salotto lo rende accogliente e fresco. Da questa stanza, una porta affaccia sul salotto degli uomini, di cui ti parlerò tra poco.





La sala da pranzo
La visita alla Casa Museo Quadreria Cesarini prosegue verso la sala da pranzo. Al centro cattura l’attenzione il grande tavolo scolpito e l’imponente mobile in stile barocco che richiamano i gusti di fine ottocento e l’agiatezza del notaio. A fare da abbellimento quadri antichi, ritratti di famiglia e alcune fotografie.
Tra le foto spiccano anche quelle di due dive di Hollywood, che facevano sempre parlare di loro quando visitavano Fossombrone e la casa del notaio Cesarini. Sembra di toccare la vita e le storie che hanno animato questo palazzo, percorrendo i suoi corridoi e le sue stanze.
L’arredamento è scelto con gusto, ogni dettaglio e tutti i particolari si adattano perfettamente allo stile di ogni singola stanza e ricordano epoche e stili passati. Da notare in questa sala il bellissimo quadro “il violoncellista” di Anselmo Bucci.


La camera da letto
Tra tutte è la stanza che mi ha affiscinata di meno, anche se ha delle particolarità interessanti, come la presenza di un bagno privato molto ampio, realizzato in marmi pregiati: davvero raro per quell’epoca.
Il notaio rifece completamente questa stanza dopo la morte della moglie: l’atmosfera è suntuosa. Ci sono tappeti orientali e damascati, un grande cassettone del seicento e marmi rosa nella parete in fondo, dove spicca il rilievo Rinascimentale dell’Annunciazione, che fa da capoletto.
Nell’armadio sono ancora conservati alcuni vestiti, tra cui un abito da sera e un paio di scarpe della moglie. In alcuni ripiani nascosti del muro ci sono oggetti da toletta, spazzole e boccette di profumo. Non so dirti il perchè, ma questa stanza mi ha lasciato un pò di amaro in bocca e una strana sensazione di tristezza.
La sala dell’arte antica
Il notaio Cesarini amava l’arte contemporanea, ma saltuariamente acquistva anche opere antiche. Questa è l’unica stanza della Casa Museo dove potrai ammirare alcune bellissime opere d’arte come: la Sacra Famiglia e Salomè con la testa del battista di Guerrieri.
Guerrieri era un caravaggesco, tanto che un suo quadro venne ritenuto un Caravaggio per anni. A Fossombrone si è tenuta una splendida mostra su di lui, pubblicizzata anche da Vittorio Sgarbi, grande amante del Caravaggio, che ha invitato tutti a conoscere il Caravaggio delle Marche, ovvero Gian Francesco Guerrieri.




Il salotto rosso
detto anche il salotto degli uomini, si contrappone alla stanza rosa ed è indubbiamente una delle stanze più bella della Casa Museo Cesarini. In questa stanza, delineata da grandi finestre che affacciano sul giardino di Narciso, spiccano pesanti tendaggi e splendidi divani in pelle.
E’ qui che il notaio riceveva gli amici facendo musica, seduto al suo pianoforte Hupfer o si dilettava in lunghe disquisizioni sull’arte.
Questa stanza dall’atmosfera accogliente e dai toni caldi è un pò il cuore di casa Cesarini: alle pareti splendidi quadri di donne in abiti succinti e degli affreschi sul soffitto, forse dipinti dallo stesso notaio.
La stanza è ricca, piena, viva, ma allo stesso tempo funzionale ed elegante. Ogni particolare, ogni dettaglio e oggetto raccontano la vita che ha animato per lungo tempo questa casa.
Tappeti, vasi, soprammobili, lampade, specchi e piante esotiche completano la magia di questa stanza. Mi sono innamorata dell’armonia di questa stanza, dei colori, delle grandi finestre: tutto ti accoglie, come in un caldo abbraccio.


Giardino di Narciso
Dalle grandi finestre del salotto rosso si intravede il giardino di Narciso, che Cesarini ricavò dal cortile serrato tra il vecchio edificio rustico e la montagna stratificata di rocce rossastre, che si aprono in una grotta, che Bucci definì “Latomia di Fossombrone”.
Il notaio arricchì il giardino di piante esotiche e sculture, tra cui spicca la fontana di Narciso. L’atmosfera qui è stranamente romantica e la luce del pomeriggio, lo fa quasi vibrare verso i toni del rosso, come se la pietra prendesse vita.
L’ultima stanza tutti sui toni dell’azzurro racconta di Fossombrone, della costruzione del ponte della Concordia, adagiato lungo le rive del fiume Metauro. Durante la guerra, lo fecero saltare in aria e venne subito ricostruito, perchè considerato un simbolo del luogo.
Poco prima di innaugurarlo, sopra il ponte venne fatta una messa, celebrata come buon auspicio.



Quadreria Cesarini
usciti dalla Casa Museo Cesarini, si ritorna sul loggiato che da accesso al secondo piano, che conduce alla Quadreria Cesarini.
La Quadreria è suddivisa in diverse sale:
- del Novecento
- Morandi
- Barbara Hutton, con la sua stretta alcova e le decorazioni astucco e il Bambino derelitto
- Francesco Messina e i suoi ritratti di Fanciulli
- Natura morta
- Paesaggio
- Dei marchigiani
- Degli Urbinati
- Dei contemporanei
Tra le opere della Quadreria Cesarini spicca un Paesaggio di Giorgio Morandi, un fiore all’occhiello della collezione. Il notaio era molto amico anche dello scultore Angelo Biancini, a cui commissionò diverse opere e ebbe occhio lungo, quando acquistò due sculture di Francesco Messina e due di Marino Marini.
Con la collezione che si arricchiva sempre di più, il notaio fu quasi costretto a ristrutturare la sua grande casa, composta da due palazzi vicini. Per acquistare queste opere, vendette tutto il suo patrimonio terriero e innaugurò la prima parte della Quadreria Cesarini già nel 1951.
La Quadreria Cesarini purtroppo è chiusa per lavori di ristrutturazione del tetto, quindi non abbiamo potuto vedere tutto il piano supriore della Casa Museo Cesarini. Un gran peccato perchè queste stanze ospitano una raccolta di quadri e sculture di incredibile valore storico-artistico.
I lavori di messa in sicurezza del tetto dovrebbero iniziare questa estate, quindi forse per l’estate del 2023 anche la Quadreria sarà nuovamente aperta al pubblico.



Informazioni per visitare la Casa Museo e Quadreria Cesarini
Il costo del biglietto è 16 euro. Noi abbiamo pagato 8 euro, perchè abbiamo visitato solo la Casa Museo Cesarini, ovvero lo stanze dove viveva il notaio, ma non la Quadreria.
Il museo è aperto su richiesta, quindi per concordare una visita occorre telefonare ai numeri 0721.723263 oppure 340.8245162. In alternativa puoi inviare una mail a: museidifossombrone@gmail.com
La Casa Museo e Quadreria Cesarini è aperta tutti i giorni negli orari di apertura del Punto IAT:
- lunedì 10-13
- martedì – sabato 10-13 / 15-18
- domenica 15.30-18.30
Con la Fossombrone card puoi visitare al costo di 12 euro tutti i musei di Fossombrone, compresa la splendida Chiesa di San Filippo.
Per raggiungere Fossombrone da Nord o Sud Italia, prendi l’autostrada A14 ed esci al casello di Fano. Da qui immettiti nella superstrada e segui le indicazioni fino all’uscita Fossombrone.
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