Oggi ti presento Consuelo, expat in Scozia che ho conosciuto attraverso il nostro gruppo “Scozia on the road”. Consuelo è una delle nostre più affezionate lettrici e passo dopo passo ci siamo sostenute a vicenda in questi anni. Conny ha una sua pagina facebook, il vento di prua in cui parla della sua vita ad Inverness.
Da grande amante di questa Nazione non posso fare a meno di chiedermi com’è vivere in Scozia e così me lo sono fatta raccontare da lei, che ha stravolto la sua vita, partendo verso nuove avvenuture.
Tanti Italiani nel mondo, molti dei quali in Scozia; scopriamo le storie degli italiani all’estero con questa rubrica dedicata alle “storie di vita on the road”.
Quale che sia la ragione che ci spinge a lasciare la nostra terra di origine, per cercare una nuova casa in un’altra nazione, poco importa. Prepariamo la valigia e decidiamo di mettere tutta la nostra vita, i sogni e il nostro futuro, in un baule di 30Kg . Sbarchiamo in una terra straniera, dove una lingua e dei paesaggi da prima sconosciuti, presto diventeranno quello che chiameremo, casa.

La storia di Consuelo expat in Scozia
Questa intervista ci mostra la storia di un immigrato che non si sente più “un italiano in Scozia”, ma un “nuovo scozzese” (o che vorrebbe sentirsi in questo modo). Un racconto per chi cerca di capire come far diventare la sua nuova nazione, casa, per non sentirsi più un ospite (appunto uno straniero) ma, un cittadino a tutti gli affetti, in cerca di una vita migliore, di migliori opportunità e occasioni per sé e per la sua famiglia.
Come sei approdata in Scozia?
Era tutto poco meno di un’idea, concepita nella mente da quella inquietudine di non sentirsi mai a casa propria, non c’era una meta, c’era solo questa idea come un embrione in un grembo pressoché ignaro. Nel frattempo il tempo scorreva inalterabile e qualcosa cambiava. Con una mia amica sognavamo l’Australia, guardando la nostra Italia non offrirci nulla. Suo fratello era là, lavorava, aveva uno sponsor e una fidanzata Australiana.
Continuando a sognare poi arriva lei, Barbara, parte fondamentale della mia storia. Barbara vive ad Aberdeen e si sta per trasferire ad Inverness. Siamo connesse costantemente e le nostre vite si legano in un’amicizia.

Come andavano le cose in Italia?
In Italia il mio compagno lavorava ma, lo stipendio si sa qual’è ed io, diventata madre e superati i 30 anni, per il mondo del lavoro sono diventata uno straccio talmente vecchio, che neanche per pulire i gabinetti era buono! Si 30 anni ma, loro vogliono massimo 29enni, in alcuni casi 25enni! Una vita fatta di insoddisfazioni e di strette di cinghia, ogni giorno.
Non la faccio lunga, ma Barbara mi apre una finestra su qualcosa, anzi sul quel “dove” mai considerato prima d’ora e quell’embrione, inizia a ritrovarsi in un grembo sempre più consapevole e determinato a farlo crescere.
Quindi ad un certo punto cosa accade?
Senza farci mille problemi, quando Barbara ci offre di andare una settimana da lei, accettiamo, o meglio, accetto. Decidiamo che sarò io quella che farà il giro di perlustrazione, sarò io quella che s’arrabbatterà in tutte le situazioni (quasi).
Compriamo i biglietti e tempo 4 mesi, approdo ad Inverness. Atterrare ad Inverness, per chi non lo sapesse, vuol dire atterrare in mezzo alle pecore, sappilo! Se le osservi bene ti accorgi che ti salutano pure!!
Prima tappa Caffè Nero, seconda tappa il bagno dopo il caffè scozzese LOL.
Barbara lavora tutto il giorno e io mi faccio la “perlustra-vacanza” in solitaria per una settimana, in terra scozzese (devo avvisare l’accademia della crusca di questa mia nuova invenzione).
L’ho girata in lungo ed il largo, arrivando fino a Loch Ness e lì ho lasciato il cuore. Nel mio immaginario me l’aspettavo diverso e invece fu anche migliore, qualcosa nell’atmosfera che proviene da lontano che non tutti possono capire o avere la fortuna di provare.

quando sei tornata in Italia cos’hai capito?
Quando sono rientrata in Italia il mio cuore sapeva già cosa voleva, ma quella non era una scelta che potevo prendere da sola. C’era il braccio destro, anzi il braccio mancino, vabbè il “Boss” Simone, che aveva un sacco di dubbi e di domande.
Risposi alle sue domande, per i dubbi c’era poco da fare. Per le profezie bisognava e bisogna ancora attrezzarsi. Ne parlammo una volta sola. Poi per due mesi e mezzo, non si proferisce più parola su questo argomento.
Finché, un bel giorno, la sentenza arriva secca e diretta come una tortorata tra capo e collo e tutte le mie convinzioni evaporarono per far spazio a dubbi e paure ma, anche ad eccitazione. L’embrione era diventato un feto che presto avrebbe visto luce e forse pure Nessie 😛 –

E poi il trasferimento
Il 2 Luglio 2016 con tre orette di volo, sbarcammo ad Edimburgo, senza un H d’Inglese, si l’H, che in inglese non è muta, non va a dormire e rompe le pelotas a sfinire!
Con 5 valigie grandi come dei monolocali, un bimbo di sei anni, le scarpe piene di passi (e i piedi pieni di vesciche) e le tasche piene di sassi.
Viaggiammo in treno verso la meta per 3 ore e mezza e finalmente arriviamo ad Inverness.
Come avete fatto senza inglese e aiuti?
Il lunedì ci siamo subito messi in moto per ottenere il Nin, un numero identificativo che occorre per lavorare. Per applicare come prima cosa ci si deve recare al job centre, dove ti daranno un numero di telefono apposito, per prendere un appuntamento. Se non sai l’inglese fatti aiutare da qualcuno. Qualche anima pia la trovi sempre, non disperare e faccia da “culo” perenne! Non ti far prendere pene inutili, non vergognarti a chiedere, mai! A me, per esempio, chiedete tutto ma, i soldi no. E se ne avete bisogno, ci sono gli interpreti, basta chiederli e sono gratuiti! Quindi stai tranquillo.
Nel frattempo stiliamo il CV. Barbara in questo ci aiutato molto. Ovviamente vanno fatti in inglese e in un determinato modo ma, nulla di complicato.
Intanto tra applicare per il Nin, stilare i CV, cercare di aprire il conto in banca, passa una settimana. Sfruttiamo la seconda masticando km per portare CV in ogni dove e per cercare casa.

Insomma non vi siete fermati un momento e avete spremuto queste settimane fino in fondo
Si, e intanto Simone ha fatto la prima prova come lavapiatti (ma in realtà ha svolto la prova, impastando le pizze ;-P). Ha passato la prova ma, lo ha chiamato la carrozzeria dove lavora attualmente e si aprì un portone, che neanche immaginate! Ottimo lavoro e salario ad un passo da casa, dove abbiamo messo piede la terza settimana di permanenza in Scozia. Siamo entrati in casa che era un venerdì e la domenica anch’io avrei cominciato il mio lavoro. Era fatta!
Quanta paura e incertezze avevate mentre siete partiti, immagino ci sia voluto tanto coraggio!
Siamo partiti buttandoci nel vuoto. Tutti e tre insieme (o non si sarebbe mosso nessuno). Con solo la liquidazione di Simone. Abbiamo rischiato tanto. Ma chi non risica non rosica, gente!
In tre settimane, di cui una passata a fare il porta a porta di CV, avevamo NIN, conto in banca, casa in affitto e lavoro tutti e due, Lorenzo 20 giorni dopo era a scuola e noi ridemmo di fronte l’incredulità di chi era già pronto a fare la colletta per riportarci in Italia.
Un tuo suggerimento a chi vuole partire: cosa serve assolutamente?
Dal mio punto di (S)vista:
- Mettete da parte un pò di soldi e se siete single, non vi serviranno cifre esorbitanti.
- Non ci vuole fortuna, se fosse questione di “culo” per quel che riguarda me, non sarebbe neanche decollato l’aereo.
- Determinazione
- Non piangersi mai addosso
- Ottimismo che ripaga sempre, se parti prevenuto addio.
- L’inglese è fondamentale, se lo sapete state a cavallo e galopperete come la principessa Zaffiro, ma credete che la lingua sia una muro insormontabile? Errore. Non lo è stato nel passato e non lo è adesso! Voglia di fare e voglia di riuscire, portatevi quella prima di tutto. E noi non siamo l’eccezione che conferma la regola.
- Un sacco di persone da ogni parte del mondo viene senza sapere una cippa (ma con tanta voglia di lavorare, perché se vi manca quella rimanete a casa, che qui non vi regala nulla nessuno). Mi ritrovo a parlare con due colleghe mimando, perché diciamolo, stanno proprio a piedi e pure scalze in inglese.
- I CV portateli porta a porta qui funziona alla grande! Quando avrete finito comincerete con i vari siti online. Dal Gumtree a Universal Jobmatch (ce ne sono molti altri) e per chi invece si porta dietro un buon inglese, può tentare anche con il council, insomma lavori comunali o perché no anche statali.
- nei CV amano anche la Cover Letter, graditissima. Anche se lo mandi online.

Insomma ci stai dicendo che se si ha il giusto atteggiamento e si ha il coraggio di superare le paure e provare, ci si può riuscire?
Non c’è la certezza di riuscire, o meglio quella non può darvela nessuno. La mia storia è un esempio tra tanti. Semplicemente la cronaca di come l’ho vissuta. Tanto dipende dal carattere e dallo spirito di adattamento che ognuno di noi dovrebbe prima assicurarsi di avere, o monterà un fallimento già prima di partire e, questo vale qualsiasi destinazione, non solo la Scozia.
Molti mi dicono: “beh ma voi siete stati aiutati”. Si, verissimo e non ringrazierò mai abbastanza chi lo ha fatto. Mi sono resa conto e pentita, solo di non aver fatto prima, questo passo, perché in realtà non c’è nulla di difficile a livello pratico (tralasciando l’aspetto emotivo).
Avere un aggancio non è strettamente necessario, basta avere più informazioni possibili, fare un bilancio, trovare riscontri, facendo ricerche incrociate tra le informazioni ottenute e poi decidere sul da farsi.
Vivere in Scozia – le conclusioni di Consuelo
Aggiungo da parte mia, di non partire sprovveduti e senza fare ricerche. Poi le delusioni sono amare ed il prezzo che si paga è caro, sia a casa propria che all’estero! Per un cambio di vita, per ricominciare da zero, bisogna partire da un punto fisso e fare la propria strada, senza voltarsi indietro, sapendo dove andare.
Consuelo, nel nostro gruppo (Scozia on the road) è Reporter in Loco e ci aiuta a gestire, come volontaria, la rubrica Lavorare in Scozia. Molte delle sue foto sono anche nei nostri articoli, se vuoi partecipare, leggi tutte le novità.
Trovi il documento lavorare in Scozia, nella sezione File e nasce grazie una sua idea. Sa bene quanto può essere d’aiuto, quando si arriva e si ha solo una valigia in mano, ricevere una parola di conforto e qualche indicazione.
Nessuno può fare la strada al posto tuo, ma sapere dove sono i cartelli con le indicazioni per non perdersi, è un ottimo modo di iniziare! Quindi se hai curiosità e domande, trovi tante info nel nostro file e diversi volontari a disposizione, per rispondere alle tue domande. L’unica cosa che ti si chiede è quella di essere educato e rispettare il regolamento (trovate anche questo nei file!)
ps. l’idea è ripresa dalle interviste di “viviallestero” e dalle storie di “italianinelmondo”, oltre che dai tanti programmi tv, d’interviste di storie di successo (e non) di italiani immagirati all’estero ,che a volte, quando le vedi o le leggi, ti toccano proprio dentro!
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4 comments
bellissima intervista, la condivido perché oramai sono anni che abbiamo bisogno di sentire notizie positive. In Italia si trovava lavoro allo stesso modo una ventina di anni fa. Ora non è più così, e sapere che altrove si riesce a fare gasa molto. Ciascuno poi deve studiarsela bene e fare le proprie considerazioni. Grande Consuelo e grazie a voi di 50sfumaturediviaggio 🙂
si è vero, ha proprio ragione! E’ necessario avere anche notizie positive, anzi direi particolarmente importante in questo momento storico! grazie a te per la condivisione e per essere passata! 🙂
Bellissima questa storia della tua ospite, mi sono ritrovata in tante cose che ha scritto! Mi ha fatta sorridere il dettaglio degli amici già pronti a fare la colletta per riportare a casa lei e il marito… Mi viene da pensare che forse per uno che parte c’è sempre qualcuno che gli gufa contro, sotto sotto? Comunque molto bene così! Go go go! 🙂
Ciao, si credo che sia vero e ogni volta mi lascia perplessa. Credo che ogni persona abbia molto di cui occuparsi riguardo alla propria vita e se spendesse meno tempo a guardare quello che fanno gli altri, avrebbe più tempo da investire nella propria! Come diceva Dante “non ti curar di loro, ma guarda e passa” 🙂 trovo che in certi casi, questa citazione si azzeccatissima !!!