Cosa vedere a Rasiglia, il famoso borgo delle sorgenti e dei mulini, immerso tra verde e silenzio. Per il mio compleanno ci siamo concessi un pò di relax tra le campagne umbre, visitando Rasiglia, una frazione montana del comune di Foligno in provincia di Perugia, che fa parte della “Valle del Menotre”.
Rasiglia è conosciuta per i suoi ruscelli, le cascate del Menotre e i corsi d’acqua, gestiti da una serie di piccole dighe che attraversano il centro della frazione. Arrivare in questo borgo è come perdersi nel tempo.
In questo luogo vivono stabilmente circa 50 persone ed è una meta perfetta per gli amanti dei borghi e del tursimo lento.
Scarpe comode, macchina fotografica, cappello, un pò di crema solare e siamo pronti a scoprire la bellezza di questo borgo incantato, immersi nel silenzio tra il rumore dell’acqua e il fruscio degli alberi.



Cosa troverai in questo articolo
Cosa vedere a Rasiglia
Rasiglia è un tipico borgo medievale umbro, connesso in modo indissolubile all’acqua. Dalla fragorosa sorgente di Capovena scaturisce tutto l’abitato, che si dispiega ad anfiteatro e sorge come borgo.
La roccia, le piccole case strette tra loro e i vicoli, trasportano indietro nel tempo e ti guideranno alla scoperta della sua bellezza solitaria.
Nonostante sia davvero piccolina, Rasiglia è divenuta un’apprezzata meta turistica, specie in estate e attira ogni anno sempre più visitatori. Era maggio quando l’abbimo visitata e fortunatamente non c’erano ancora troppe persone e abbiamo potuto gustarla con calma e senza fretta.
In questo articolo ti racconto cosa vedere a Rasiglia, dandoti anche qualche informazione sugli eventi che si tengono in questo borgo e la sua storia. Vedremo dove dormire e dove mangiare vicino Rasiglia, perchè ci sono alcuni posticini veramente splendidi.
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I resti del castello di Rasiglia
Tra le cose da vedere a Rasiglia c’è sicuramente il suo castello. La signoria dei Trinci di Foligno fece costruire ad uso militare il “Castrum roccha Rasilie”, insieme a vari castelli e rocche nei paesi limitrofi, circa undici.
Secondo l’originaria planimetria, il castello sarebbe stato più ampio rispetto all’estensione attuale; infatti non era solo un luogo di difesa ma anche di residenza del castellano, assieme ad uomini armati.
Il castello posto a 636 metri sul livello del mare, si adatta allo spazio del colle soprastante il paese. Oggi sono visibili solo un tratto delle mura, due torri difensive minori, ristrutturate negli anni novanta e il rudere del mastio che nel 2006 è stato parzialmente restaurato.
Lo abbiamo ammirato dal basso, perché pur essendo maggio faceva veramente caldo e fare la scarpinata a piedi fino in cima, sarebbe stato improponibile sotto il sole battente di mezzogiorno!


Il fiume Menotre e la sorgente di Capovena
Un’altra cosa da vedere a Rasiglia sono le sue sorgenti. Le acque del Menotre scorrono attraverso opere di canalizzazione, determinando un intreccio d’invasi e cascatelle all’interno nel paese.
La portata media del fiume in questo tratto è notevolmente diminuita e con essa la ricchezza ittica. Il Menotre nei secoli è stato sfruttato per irrigare i mulini del paese e le centrali elettriche di tutta la zona.
Chi passeggia per le stradine del borgo non può che rimanere attratto dai corsi d’acqua che caratterizzano l’abitato rendendolo unico ed affascinante. Riflessi, colori e specchi d’acqua in ogni angolo della città. Le sorgenti di Rasiglia sono sei: Capovena, Alzabove, Venarella, le Vene, la Vena Pidocchiosa e le Vene di Campolungo.
La sorgente che alimenta e percorre Rasiglia è quella di Capovena che si trova nella parte alta del paese, ai piedi del palazzo che i Trinci occupavano all’epoca del loro governo sul territorio di Foligno e che attraversa l’abitato formando rivoli e cascatelle che si riuniscono in una grande vasca denominata Peschiera per poi riversarsi nel fiume Menotre.


Leggende locali su Rasiglia
La leggenda narra che anticamente la sorgente sgorgava in località Acqua Pagana nell’alta valle del Chienti; gli abitanti consideravano queste acque una maledizione perché fuoriuscendo, allagavano i campi impedendo ogni tipo di coltivazione.
Così decisero di ostruire la sorgente con dei sacchi riempiti di lana, bloccandone il flusso. Le acque cominciarono così a defluire a Rasiglia.
L’abbondanza di acqua ha favorito da sempre lo sviluppo del paese. Gli abitanti hanno saputo sfruttare la forza motrice dell’acqua per migliorare l’economia locale con la creazione di numerosi opifici: gualchiere, mulini a grano, lanifici e poi dopo il ´900 di due centraline idroelettriche.
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I Mulini di Rasiglia
La straordinaria presenza d’acqua aveva fatto di Rasiglia un paese di molini e di mugnai. Se ne ricordano quattro: Accorimboni, Angeli, Silvestri e Ottaviani.
Rasiglia era così in grado di servire tutto il vasto territorio circostante. La fantasia popolare aveva coniato delle particolari espressioni in base al rumore delle macine: al molino Angeli “lu saccu pe’ coscienza”, al molino Silvestri “chi sci, chi no”, al molino Ottaviani “tutti uguali, tutti uguali”.
L’acqua investiva le pale che permettevano di azionare la macina in pietra. In genere i molini erano provvisti di due macine, una per il grano e l’altra per il mais e i cereali. Una volta frantumato, il grano veniva raffinato attraverso il “buratto”, un cilindro rivestito di finissima seta che separava la farina dalla crusca. Ogni macina poteva lavorare in un’ora fino a tre quintali di cereali.
Al museo molino di Rasiglia, aperto al pubblico, puoi vedere il meccanismo di funzionamento del mulino. Pensa che fino al dopoguerra c’erano ben 4 mulini attivi!


I lanifici e il telaio meccanico Jacquard
“Che Rasiglia fosse paese di pastori non poteva dirsi, però ogni famiglia aveva il suo gregge i cui prodotti erano sufficienti alla sua economia… quand’era maggio si procedeva alla tosatura della lana con le forbici di lamiera, larghe, nere, enormi, sotto l’arco di Appollonia in genere, durante la meriggia, o dietro ai pagliai…”.
Così si esprime Vanda Tonti nel suo “Vita col padre Umberto Tonti” in cui riferisce le vicende, la realtà, le tradizioni della comunità di Rasiglia e del territorio circostante.
La lana tosata veniva poi filata, tinta e tessuta attraverso passaggi laboriosi e complessi, finchè si confezionavano le pezze pronte da vendere o si realizzavano bellissime coperte da letto con disegni più o meno complicati.
Il telaio meccanico Jacquard si trova lungo via Marco da Rasiglia, la più lunga del borgo delle sorgenti. Si tratta di un telaio all’avaguardia per l’epoca, capace di creare disegni complessi e capi molto articolati. Risale al 1800 ed è incredibilmente bello da ammirare, non credi?
Due sono i lanifici presenti a Rasiglia: Tonti e Accorimboni. Oggi sono individuabili i siti ed è possibile ricostruire in parte i cicli di lavorazione.

Le vie del centro storico tra opifici e lavatoi
Il centro storico di Rasiglia è una piccola cartolina vivente: verde ovunque, stradine acciottolate e acqua un pò da tutte le parti. Fuori stagione il silenzio che si respira da queste parti, rotto solo dal rumore dell’acqua, ti regalarà un profondo senso di pace.
Camminando per le piccole viuzze di Rasiglia ti imbatterai in alcune opere di famosi poeti della letteratura italiana, tra cui Giacomo Leopardi con il suo indimenticabile “A Silvia”.
Proseguendo troverai “La Tessitrice” di Giovanni Pascoli, un verso tratto dal Cantico delle Creature di San Francesco e dei riferimenti a Penelope dell’Odissea, a cui è dedicato l’evento “Penelope a Rasiglia” di cui ti parlerò tra poco. Per l’occasione vengono allestiti stand degli antichi mestieri e si può assistere alle tecniche di tessitura.
Proseguendo troverai antichi opifici, edifici dedicati agli antichi mestieri e anche un antico lavatoio che non è più in funzione ma è aperto al pubblico. Un tempo le donne lo utilizzavano insieme al sale che serviva per tingere i tessuti, infatti Rasiglia è legata all’attività tessile e di conceria.
Ogni angolino del borgo umbro di Rasiglia a qualcosa da raccontare e riesce a trasportare indietro nel tempo per qualche ora.




La Peschiera di Rasiglia
La Peschiera è una grande vasca per la raccolta dell’acqua che si trova nel cuore del paese. Se ti fermi un attimo a guardarla con attenzione vedrai quanto è chiara e trasparente l’acqua che scorre dentro questa vasca: viene quasi voglia di berne un sorso o di rinfrescarsi il viso.
Questo insieme a tanti altri è uno dei luoghi più fotografati del borgo di Rasiglia: è proprio qui che confluiscono le acque dei canali e delle sorgenti del borgo.
In origine era utilizzata per lavare le pecore prima di tosarle, oggi è la meta preferita di ogni visitatore che viene a visitare questo luogo. E’ davvero suggestivo e molto bella da ammirare.



Il Santuario della Madonna delle Grazie
Tra le cose da vedere a Rasiglia, c’è il Santuario della Madonna delle Grazie. Pare che nel 1450 sia stato un pescatore a scoprire questo luogo, percorrendo il fiume lungo un fosso chiamato Terminara. Camminando il pescatore vide un gruppo scultoreo in terracotta abbandonato tra i rovi, quasi apparso dal nulla: ali azzurre di angeli, un bambino nudo e la Madonna in preghiera.
Verità o leggenda fu in seguito a questo ritrovamento che gli abitanti di Rasiglia decisero di erigere una chiesa intitolata a Santa Maria, proprio sopra il fosso che ancora oggi attraversa le viscere del santuario. Da un documento del 1286 pare che su questo sito ci fosse un monastero, abbandonato e poi distrutto.
Il fosso di Terminara costituiva il confine tra la Diocesi di Foligno (a cui appartiene Rasiglia) e quella di Spoleto (a cui appartiene Verchiano). I Verchianesi reclamarono la Madonna e più volte cercarono di trafugarla ma sempre senza successo.
La prima volta la statua rubata, scomparve durante la notte per ricomparire misteriosamente nel luogo del suo ritrovamento. La seconda volta i buoi che trainavano il carro si bloccarono, inginocchiandosi in un luogo dove fu eretta una piccola edicola, che esiste ancora oggi.
Questi furono ritenuti segni divini per la costruzione dell’edificio, che divenne un luogo di convergenza tra le popolazioni di tutta la Valle del Menotre e non solo.

I meravigliosi interni
Gli affreschi, la miriade voti che tappezzano le pareti, l’oro donato in pegno, sono solo alcuni dei segni della riconoscenza dei fedeli protetti dalla Madonna delle Grazie
Il portico esterno ha un colonnato con leoni e serpenti e una grande quercia secolare che sorveglia una piccola fonte nella roccia. Varcato il portone d’ingresso sarai attirato dagli affreschi che ricoprono le pareti dai colori oro, verde e rosso. Quaranta composizioni sacre quasi tutte dedicate alla Madonna, che risalgono alla seconda metà del XV secolo.
Oltre l’altare, si accede alla piccola cripta inferiore, in cui è conservata la statua quattrocentesca della Madonna e degli angeli in adorazione del Bambino Gesù. Fin dall’antichità, trasportavano questo simulacro in processione dal Santuario alla chiesa parrocchiale di Rasiglia, dove veniva esposto ai fedeli per otto giorni, per poi essere riportato al Santuario. Un rituale che avviene ogni tre anni in occasione della Festa Grossa.
La chiesa a pianta quadrangolare ha un’unica navata, il portico è sorretto da sei pilastri e tre colonnine, con steli che simboleggiano i popoli di Roviglieto, Scopoli e Volperino. Vicino all’ingresso la finestra “del viandante”.


Cosa fare e cosa vedere a Rasiglia: i principali eventi
Troverai sempre qualcosa da fare nella “piccola Venezia umbra” come la Festa della Venuta nella notte tra il 9/10 dicembre, quando si accendono grandi falò.
Il presepe Vivente
Il 26 dicembre e il 6 gennaio si recita per le vie del paese il Presepe Vivente. La rappresentazione è storicamente ambientata agli inizi del ‘900. I partecipanti ripropongono i vari mestieri, sui quali la piccola frazione basava la sua economia nel periodo più fiorente.
Abbiamo potuto vedere già adesso la struttura per il presepe e altri addobbi, lasciati lungo le vie del paese.
Penelope a Rasiglia
tutti gli anni nel mese di giugno, si svolge una manifestazione incentrata sulle tradizioni del piccolo borgo: le tradizioni storico-culturali legate alla manifattura tessile e all’archeologia industriale Rasigliana. Racconti, poesia, workshop e musica.


Il focaraccio
La festa di San Macario, patrono di Rasiglia, si celebra il 2 maggio di ogni anno. Per l’occasione la sera della vigilia (il 1° maggio) e la sera della festività, viene acceso un enorme “focaraccio”.
Il focaraccio è una tradizione tipica delle nostre zone: consiste nel realizzare enormi covoni di fascine, sterpi, rami, foglie, oppure legna donata dai paesani, da accendere in segno di devozione e di rinnovamento spirituale e materiale.
Un modo per esorcizzare l’inverno appena passato e festeggiare la natura che piano piano rinasce a nuova vita.
Tutta la comunità s’intrattiene attorno al focaraccio fino al suo spegnimento. Precedentemente vengono preparate delle “sonette” con la corteccia arrotolata in forma conica dell’ornello: queste, soffiandoci dentro, emettono un suono allegro e stridente, che rende l’atmosfera ancora più “scoppiettante”.
Purtroppo dopo il terremoto del ’97 l’evento è stato sospeso per evidenti motivi; poi, con la ricostruzione che è stata quasi del tutto ultimata, la tradizione é stata nuovamente ripresa, anche se il focaraccio viene acceso soltanto la sera del 1° maggio. Noi quest’anno ce lo siamo persi, ma il prossimo anno, saremo lì per vederlo con i nostri occhi.
Rasiglia in fiore
È un evento che si svolge a Rasiglia nella prima metà del mese di giugno per celebrare il Corpus Domini e l’avvento della primavera. Solitamente dura 3 giorni e coinvolge tutti gli abitanti del borgo, che per l’occasione trasformano le vie del paese in tappeti di petali di fiori.
Come vedi ci sono tanti motivi per visitare Rasiglia in ogni stagione dell’anno.

Rasiglia accenni storici
Le prime notizie sull’esistenza del paese risalgono agli inizi del XIII secolo, nelle “carte di Sassovivo”, cioè l’archivio dell’Abbazia di Sassovio, dov’è menzionata per la prima volta la “curtis de Rasilia”, che aveva come edificio di culto la chiesa di S. Pietro. Rasiglia era fiancheggiata dall’antica via della Spina, importante per i traffici commerciali del tempo.
Nel XIV secolo furono costruite alcune fortificazioni. Tra queste il castello dei Trinci, signori di Foligno, che con la sua posizione strategica permetteva il controllo della valle del Menotre. Nella prima metà del seicento, diminuita l’importanza militare, Rasiglia si affermò per le attività artigianali (come mulini e opifici) grazie alla forza idrica proveniente dal fiume Menotre .
Durante la seconda guerra mondiale i rastrellamenti nazifascisti non risparmiarono la comunità. Nel giugno del 1944 l’attentato a due tedeschi scatenò una rappresaglia, durante la quale tre paesani vennero deportati a Mathausen. Dal 1945 al 1980 circa, Rasiglia ebbe il massimo sviluppo economico. Negli ultimi decenni, invece, con la chiusura delle attività industriali, gran parte degli abitanti si è spostata a Foligno.
A seguito del terremoto del 1997, la popolazione ha vissuto prima all’interno dei container, poi presso il “villaggio delle sorgenti” costituito da fabbricati in legno e ubicato esternamente al nucleo urbano.

Il borgo delle sorgenti al giorno d’oggi
Oggi il paese di Rasiglia si basa sull’importante risorsa idrica e il turismo estivo. La grande abbondanza d’acqua del canale interno fu sfruttata per sviluppare l’economia e determinò il formarsi di numerosi opifici: gualchiere, mulini a grano, lanifici e tintorie che eseguivano la lavorazione di stoffe pregiate.
Tali opifici rimasero attivi per tutto l’800 e la prima metà del 900; dopo la II guerra mondiale, nonostante la petizione degli abitanti, i lanifici si trasferirono in città.
Attualmente, alcuni edifici che un tempo sostenevano l’economia del paese, sono stati ristrutturati ad uso abitativo, mentre altri risultano abbandonati. Recentemente è stata ristrutturata e rimessa in funzione una piccola centrale idroelettrica che fu ideata e costruita prima della guerra dall’Ing. Barnocchi di Verchiano

Dove Dormire vicino Rasiglia
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Dove mangiare
Siamo andati a cena per festeggiare il mio compleanno vicino Rasiglia, in un incantevole locale a Valtopina, La Gabella che ci ha suggerito il nostro host Gianni. La galbella ci ha accolto con un ambiente delizioso, cibo ottimo ed estrema gentilezza da parte del proprietario e del personale.
Abbiamo mangiato nell’unico tavolo disponibile nella loro cantina, in un ambiente molto intimo e raccolto, circondati da luci soffuse e candele.
Un locale davvero bello, peccato aver scoperto che ormai ha chiuso i battenti! Il rapporto qualità prezzo è ottimo, così come le nostre ore trascorse lì.
Finita la cena il titola del ristorante-enoteca è uscito a stringerci la mano e ringraziarci.


Come raggiungere Rasiglia
Come si arriva a Rasiglia? Raggiungere Rasiglia in auto è davvero molto semplice una volta arrivato a Foligno.
Il borgo di Rasiglia, infatti, si trova a circa 20km da Foligno e una volta arrivato lì, ti basterà proseguire lungo la SS77 che conduce verso Colfiorito e poi deviare lungo la SS 219 Sellanese, che si distacca dalla prima a Casenove, per scendere verso la Valnerina.
La stazione dei treni più vicina è Spoleto, da qui poi dovrai prendere un bus ma, i collegamenti non sono molto frequenti. Il modo migliore per raggiungere questo borgo, per noi è l’auto.
Se ti è piaciuto condividi l’articolo e dicci cosa ne pensi. Hai mai visitato uno di questi luoghi? Ti è piaciuta la dolce Rasiglia? Scrivici nei commenti e se vuoi raccontaci la tua esperienza.

Dove parcheggiare a Rasiglia
Il centro storico dl borgo delle sorgenti è pedonale, ma puoi parcheggiare l’auto in alcuni parcheggi gratuiti:
- In piazzale ex-casette del terremoto: sulla sinistra prima di raggiungere il centro abitato
- Nel campo vicino all’incrocio per entrare in paese
- Nell’ex campo sportivo
Ti consiglio di scrivere sul navigatore (waze o google maps) parcheggiolibero Rasiglia. In alcuni mesi dell’anno Rasiglia è strapinea di turisti, ma se puoi evita di parcheggiare lungo la strada perchè non solo rischi di prendere una multa, ma bloccherai anche la viabilità.
Capodacqua – cosa vedere vicino Rasiglia
Poco distante da Rasiglia, non perdere il piccolo borgo di Bevagna oppure Capodacqua, il paese di San Domenico Abate, patrono di Foligno. In questo luogo sorsero mulini da olio e da grano, una fabbrica di pelli e cuoiami e persiono una cartiera che apparteneva ai nobili Gigli di Foligno.
C’è ancora la chiesa parrocchiale di Santa Maria e Sant’Anna risalgono al ‘600.
Noterai un incantevole ristorante con una ruota di mulino in pietra su un lato della strada, davvero pittoresco, così come tutto il paese! Abbiamo mangiato al Mulino di Capodacqua per il mio compleanno e non potevamo scegliere posto migliore: un grande caminetto scoppiettante, cibo squisito e mille candele a riscaldare l’atmosfera; a breve un articolo dedicato.
Lungo la strada che da Capodacqua sale agli altipiani plestini si trovano diverse fortificazioni costruite a difesa del territorio. In poco più di 5 chilometri dopo il centro abitato si trovano ben 4 castelli: la rocca di Capodacqua, la rocca di Canestro, la rocca di Salvino e il castello di Collelungo.
Queste fortificazioni sorsero perchè in questo tratto si snodava un’importante via di comunicazione che staccandosi dalla Flaminia a Pontecentesimo proseguiva per Capodacqua e saliva verso i piani Plestini e quindi verso le Marche e il mare.


Una strada piena di castelli
Vicino Rasiglia si trovano tanti borghi interessanti e una manciata di castelli come il castello di Treggio, con le sue origini antichissime che pare risalgano al tempo dei Longobardi; il castello dei Trinci di Sant Eraclio che sorge in una zona abitata già molti secoli prima di Cristo.
Tutti più o meno vicino Rasiglia, posso essere una sosta interessante per chiunque sia appassionato di storia, leggende e manieri.
La rocca dei Trinci, un castello a ferro di cavallo dalle alte mura da cui svetta una torre solitaria con merlature guelfe. All’interno c’è un piccola chiesa dedicata alla Madonna del castello che un tempo era luogo di pellegrinaggio. Oggi la rocca dei Trinci è resort di lusso, dove puoi soggioranre per avere un castello tutto per te per una notte.
Sempre nei dintori di Rasiglia si erge a 530 metri d’altezza il castello di Scopoli, abbandonato verso la fine del XVII secolo e oggi in stato di semi abbandono con la vicina chiesa di Santa Maria Assunta; castello e la chiesa di Verchiano di cui oggi non resta che qualche rudere abbandonato tra la vegetazione e poi ancora il castello di Roccafranca e di Montesanto e tanti altri.
Ruderi o manieri trovo sempre affascinante visitare un castello e scoprire quale segreto o storia misteriosa nasconda ancora.


Spello – cosa vedere vicino Rasiglia
Cosa vedere vicino Rasiglia? Ovviamente Spello, il paese delle infiorate e uno dei borghi più belli d’Italia in Umbria che vale sempre la pena visitare. Ho visto per la prima volta l’infiorata di Spello da adolescente, ospite a casa di alcuni amici di famiglia con cui siamo ancora in contatto.
Il centro storico si dipinge di mille colori e profumi, con tantissimi quadri fatti di petali di fiori; è un evento che richiama molti visitatori ogni anno.
A Spello ci sono molte cose da fare e vedere ma una di quelle che preferisco e perdermi per i vicoli della città, che sono sempre fioriti e pittoreschi in ogni periodo dell’anno.
Se hai tempo puoi prendere parte al tour “Spello di Vicolo in Vicolo” organizzato da Sistema Museo al costo di 7 euro. Si tratta di uno speciale trekking urbano che ti porterà alla scoperta di affacci panoramici, monumenti, vicoli silenziosi e romantici che trasudano secoli di storia.
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Abbiamo visto tanto verde e natura, trovato pace e relax, avvistato un cerbiatto e ci siamo riempiti gli occhi con prati pieni di papaveri. Parlando con gli abitanti del posto però, abbiamo scoperto l’altra faccia dell’Umbria, quella che soffre, che si è spopolata dopo i sismi che l’hanno duramente colpita. Tante persone vivono e resistono nei villaggi di legno costruiti dopo quanto successo.
C’è tanto da preservare e ricostruire in questa regione che vive a cavallo dell’Italia. Trovi altri articoli alla scoperta dei borghi italiani, nel link in evidenza.
N.B. Tutte le foto sono di proprietà di Ale Carini e di Ivan Balducci ©2017-2023. Vietato ogni uso.
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Alcune informazioni storiche sono state tratte dal sito ufficiale del comune di Rasiglia
42 comments
Ma che meraviglia! davvero sembra di fare un salto nel tempo, e poi tutto così ben tenuto, pulito e ordinato…. un gioiello! approfitto per rinnovarti gli auguri di buon compleanno!
Grazie Pina !!! Di ❤??. A quando l’uscita ? Sono davvero curiosa . Un milione di in bocca a lupo e complimenti ????
penso settimana prossima ….
Siiii ???????
L’ha ribloggato su l'eta' della innocenza.
🙂
un posto meraviglioso da subito correre ed andarci e stare un pò di tempo fai bene a segnalare piccoli posti sconosciuti anche vicini a noi
Ciao!! Grazie sei sempre gentile! Amo le Inner gems e uscire un po’ fuori dalle rotte più battute ? ci sono luoghi stupendi che attendono solo di essere scoperti ?
Dev’essere un posto meraviglioso
Ci è piaciuto davvero molto!!! Sembra di camminare in un dipinto
Dalla Scozia all’Umbria, un salto geografico e temporale! Non conoscevo affatto Rasiglia e attraverso il tuo articolo me ne sono innamorata anche io. Mi piacciono tanto i piccoli borghi, quelli con i fiumi e i mulini, quelli con le case di sasso e verde e ancora verde. Bel racconto e belllissime foto, complimenti
Grazie Anna … ci piace scoprire ogni angolo di mondo e tutte le 50 sfumature di viaggio che ha fa offrire !! Scozia e ogni angolo si mondo !! ?
Questi sono i borghi che amiamo tanto visitare e l’Umbria ne è davvero piena! La leggenda legata all’acqua è davvero affascinante, specchio delle credenze dell’epoca. Mi piacerebbe molto visitare i lanifici e i mulini, li trovo luoghi pieni di storia! Grazie dei consigli, se dovessimo capitare in Umbria nel mese di dicembre faremo in modo di non perderci la Festa delle venuta!
Ciao Erica grazie a te per le tue bellissime parole! Scrivo anche per questo motivo, scovare nuovi posti e condividere queste emozioni con chi ama viaggiare come noi!
Mamma mia che bel borgo che avete scovato!
Mi piacerebbe tornare in Umbria e di sicuro mi segnerò Rasiglia ?
Si !!! È stata una sorpresa del mio compagno per il mio compleanno ??? davvero bellissimo ??
Il borgo di Rasiglia mi manca, vorrei tanto visitarlo dopo aver letto il vostro post! Che meraviglia di terra che è l’Umbria! Non finisce mai di stupirmi <3
Ciao Valekappa, si hai ragione se si ha la pazienza di uscire fuori dalle solito rotte più turistiche si scovano posticini davvero interessanti ?
Devo dire che hai passato un compleanno bellissimo! Mi dispiace leggere che ancora ci siano situazioni disagiate a causa del terremoto di anni fa! Mi dispiace perché non é giusto e soprattutto perché l’Umbria é una regione davvero straordinaria! Le tue foto e il tuo racconto dimostrano che davvero é una regione ricca di storia, cultura e natura!
Grazie per aver raccontato di questo borgo a me sconosciuto fino a dora!
Si, è stato davvero triste toccare con mano questa realtà ancora fin troppo viva! È una regione stupenda che merita davvero di essere riportata agli antichi splendori ??
Ho deciso di entrare a leggere questo tuo articolo incuriosita dal nome di questo borgo di cui non avevo mai sentito parlare. Sono una fan dell’Umbria e dei suoi tesori. Non sono rimasta delusa, anzi ho allungato la mia lista di luoghi da visitare! Le tue foto (davvero belle) mi hanno fatto sentire come se fossi davvero a Rasiglia.
ciao Raf, grazie di cuore! Lo ha scoperto il mio compagno che sa quanto ami i piccoli borghi persi nel tempo … e devo dire che è stata una magnifica sorpresa 🙂
Sono stata in Umbria ad inizio anno e ho scoperto davvero tanti borghi meravigliosi. È incredibile quanti ce ne siano e quanto spettacolare sia ognuno di loro. Rasiglia non lo conoscevo e mi è piaciuto moltissimo scoprirlo attraverso i tuoi occhi. Per un ritorno in Umbria non mancherò di visitarlo! 😉
Ciao!! Si hai ragione ce ne sono tantissimi e di stupendi. .. non si finirebbe mai di esplorare e viaggiare ??. Grazie mille per i complimenti che sono davvero apprezzati ?
L’Umbria è veramente affascinante con i suoi Borghi e conla sua natura
Hai ragione è davvero bellissima !!!
Ma che bel paesino! Sembra di stare in una fiaba. Non avevo mai sentito parlare di Rasiglia, ma dalle vostre foto e dal vostro racconto sembra un posto davvero interessante e caratteristico. Peccato sia così lontano! Che bel compleanno hai passato! ?
Ciao Jessica è stata una sorpresa c’è mi ha fatto il mio compagno, davvero bella!! Sono stati dei giorni molti belli, grazie ?
Bellissime foto! Mi è venuta una gran voglia di andare a Rasiglia adesso! Soprattutto d’estate, per immergere i piedi in quell’acqua fresca e per rimanere all’ombra di tutto quel verde… <3
Grazie Roby!!! E’ stata davvero una magica scoperta !!! 🙂
Ma quanto è curato questo borgo?! A dir poco delizioso! Io li visiterei tutti, ma questo mi ha davvero colpito!
Si devo dire che lo stato di conservazione è davvero eccellente! Anche io li visiterei tutti ??
L’Umbria è una regione davvero stupenda e offre degli scorci meravigliosi. Come nel caso di questo borgo (che non conoscevo) ma che ora ho proprio voglia di visitare di persona per fare mille mila foto.
Sono sempre affascinata dalle tradizioni e mi rendo conto che molte si ripetono sul tutto il nostro Stivale, anche se in tempi diversi. Pensa che a Bergamo, dove vivo, anche noi facciamo bruciare covoni di paglia per salutare l’inverno (in genere a Carnevale)…
🙂
ciao! concordo è davvero affascinante conoscere le tradizioni e quello che ha reso e rende ancora unica, la nostra italia! 🙂
Un regalo di compleanno coi fiocchi, ti sei fatta! Sono stata tante volte in Umbria, ma questo paesino mi è proprio sfuggito, lo devo ammettere. Hai scritto un post completo e interessante, ma non posso perdonarti una cosa: mi hai lasciato con la curiosità sulla Vena Pidocchiosa! Perché si chiama così???! XD
Ciao Francesca, grazie!! In realtà è stata una sorpresa del mio compagno ?. Credo si chiami in questo modo per il suo inutilizzo. la Vena Pidocchiosa si trova, venendo da Foligno, all’ingresso del paese; l’acqua alimenta il fiume Menotre e non è imbrigliata in alcun modo; non si usa né per irrigazione né per uso domestico. ?
Credo che in Umbria ogni borgo abbia un fascino incredibile! È una terra piena di risorse, manifattura, artigianalità. Peccato che a causa delle crisi e dei terremoti queste realtà vengano spazzate via, costringendo chi le ha messe in piedi a spostarsi. Voglio credere che Rasiglia possa tornare ai suoi antichi splendori, anche se ha mantenuto il suo innato fascino.
Hai ragione, purtroppo il terremoto e tutto quello che è accaduto negli ultimi decenni ha spazzato via tante piccole realtà, che erano dei veri e propri gioielli. Spero che alcune di esse possano sopravviere.
Wow, che posto incantevole! Dove si nascondeva? Sono stata diverse volte a Perugia ma non ho mai visitato i dintorni…bellissime le tue foto raccontano questi luoghi in un modo davvero particolare! Complimenti!
Grazie!! E’ stata una sorpresa per il mio compleanno e devo dire che sono rimasta davvero piacevolmente sorpresa!
Rasiglia mi era stata consigliata da un’amica, visto che sui siti principali non ce ne è traccia.
Come al solito si pubblicizza di più le cose commerciali, spesso dall’aspetto mediocre per non dire di peggio.
Purtroppo per ragioni di tempo non siamo riusciti a vederla. Sarà per il prossimo giro in Umbria.
Ciao, in quanto a particolarità non possiamo che consigliartela, è veramente fuori dal comune. L’Umbria è veramente tutta da scoprire!