Genga borgo medievale delle Marche è circondato da fitti boschi e racchiuso all’interno delle mura di un antico castello.
Ha un’origine che si perde nel tempo, tanto che se ne parla per la prima volta già nel 1090. Il castello si adagia su una ristretta piattaforma del monte Giunguno che si alza dai percorsi del fiume Sentino. Tutto intorno a racchiudere il borgo i monti Ginguno, Ercole e Gallo.
Dal 1215 la sua storia coincide con le vicende dei Conti della Genga, che furono feudatari di questo luogo fino al XVIII secolo. Solo nel 1860 Genga vide riconosciuta la sua piena indipendenza. Le vicende di Genga da questo momento si intrecciano nella lotta secolare tra i suoi Signori e la comunità di Fabriano per il possesso del castello.
Il castello di Genga arroccato su un colle e racchiuso tra i monti, diede i natali a Papa Leone XII (Annibale dei Conti della Genga). La località è inoltre un rinomato centro termale, riserva naturalistica e zona di interesse speleo-carsico grazie alla presenza delle strabilianti grotte di Frasassi.
Lo stemma del Comune è quello antichissimo dei suoi Conti: l’aquila nera incoronata d’oro in campo azzurro. Genga oggi è un borgo bandiera arancione annoverato tra i più belli d’Italia dal Turing Club Italiano.


Il borgo medievale di Genga
Il Castello conserva gran parte delle mura difensive di un tempo e il centro storico è un piccolo gioiellino di case costruite sulla roccia, con viste incredibili sulle montagne circostanti e mille giochi di luce tra cielo azzurro, verde e rocce.
Genga appartenne sempre alla Marca e comprende 24 frazioni; confina con i comuni di Sassoferrato, Fabriano, Serra San Quirico e Arcevia.
Si accede al borgo attraverso l’unica porta ad arco fortificata dove sono visibili ancora oggi, gli alloggiamenti delle guardie.
La porta ad arco immette nel centro vivo del borgo mostrando immediatamente i monumenti principali: la chiesa nuova dell’Assunta e la maestosa facciata dell’antico palazzo signorile dei Conti della Genga.
L’architettura castellana si mescola sapientemente con il paesaggio circostante: le case disposte a schiera, si raggruppano sugli speroni della roccia e si intrecciano con le mura maestre. Girando attorno alla secentesca chiesa dell’Assunta si giunge alla piazza del borgo, da cui partono strette viuzze trasversali.
Qui si trova anche la vetusta chiesa di San Clemente, la prima sede parrocchiale del castello medievale, sorta nel XI secolo. Si accede dal prospetto laterale che ne costituisce l’affaccio verso la piazza antistante e accanto spicca un monumento ai caduti durante la guerra.
L’edificio è molto semplice, esternamente presenta intonaco grezzo ed ha solo due aperture. Oggi non è più adibita al culto ma contiene alcune opere d’arte e vecchi pezzi di arredo.
Origini e leggende
Le origini del castello di Genga sono molto antiche e molto è ancora avvolto nel mistero. Alcune leggende riportano le origini ai tempi di Pirro, re degli Epiri. Un certo Lucio Sentinate, dopo aver militato con quel re e di poi con i romani, acquistò il monte Giunguno e vi edificò il Castello di Genga.
Un’altra leggenda racconta che una ragazza di nome Genga s’innamorò di un tedesco di nome Gallo, con cui si sposò dando origine alla famiglia dei Conti della Genga.
Più attendibili le ipotesi che fanno riferimento all’arrivo di popolazioni provenienti dalla valle del Sentino che si stabilirono nel territorio. In seguito arrivarono gli Umbri che uniti ai Piceni, occuparono tutto il Piceno Annonario.
Nel 386 a.C. gran parte di questo territorio fu invaso dai Galli Senoni, cacciati nel 283 a.C. dai romani. Questi allora stabilirono varie città-colonie nei territori circostanti tra cui la più consistente è quella di Senigallia. Probabilmente in epoca romana, il territorio di Genga ha fatto parte del municipio di Sentinum.
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Il Museo Arte Storia e Territorio di Genga
Istituito presso Palazzo Fiumi Sermattei, questo museo racconta la storia del borgo medievale di Genga e del suo territorio. Raccoglie opere d’arte, suppellettili e oggetti di culto di proprietà della parrocchia di San Clemente e di altre chiese del comprensorio di Genga.
La raccolta è costituita da: quadri, sculture, pezzi di paramenti liturgici, mobili di sacrestia, reliquiari, calici e libri liturgici antichi.
Espone gli oggetti della fede e due tra le opere più significative di Antonio da Fabriano: lo stendardo a due facce che accompagnava le processioni e il trittico dipinto per l’altare maggiore. Pezzo forte della collezione la Venere paleolitica e la Madonna con il Bambino di Canova (che prima si trovava dentro il tempio del Valadier).
Papa Leone XII
Annibale dei conti della Genga è nato il 22 agosto 1760 in questo piccolo borgo fortificato, che dal XI secolo è feudo della sua famiglia. Il suo pontificato era improntato al desiderio di risveglio spirituale ma dopo poco più di cinque anni, Leone XII muore il 10 febbraio 1829.
Il legame di Leone XII con la sua terra d’origine è forte nonostante le distanze. Annibale della Genga si ritira dagli impegni mondani a Monticelli, una piccola abbazia presso Genga, quando l’instabilità politica e le incomprensioni con la Curia lo allontanano.
Annibale pensa di restare a vivere qui, progetta la sua tomba e scrive la sua l’epigrafe ma, la tomba resterà vuota perché la sua storia prenderà un’altra piega. Richiamato a Roma e nominato cardinale, sarà eletto pontefice dopo poco tempo.
Nel territorio rimangono le tracce di questo legame in molti luoghi: la strada di collegamento con Fabriano; il meraviglioso Tempio del Valadier; nel restauro della chiesa dell’Assunta e nella costruzione del Palazzo Pubblico, incompiuto a causa della sua morte.
Cosa mangiare a Genga
Tra le specialità culinarie tipiche della zona ricordiamo il ciauscolo, le pappardelle al cinghiale, la polenta con il ragù di cinghiale, la favolosa crescia cotta sotto la brace, le lumache, i vincisgrassi e il mistrà, un liquore dal gusto pungente.

Cosa vedere vicino Genga
Un volta visitato il centro storico di Genga che non richiede più di un paio d’ore, ci sono moltissime cose da fare nei dintorni, una più particolare dell’altra.
Le Grotte di Frasassi
La grotte di Frasassi sono grotte carsiche sotterranee che si trovano all’interno del Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi, nella frazione di San Vittore Terme. La Grotta del Vento, una delle più grandi all’interno delle grotte, è così ampia che al suo interno potrebbe contenere il Duomo di Milano.
È un luogo di incredibile bellezza, scoperto nel 1971 da Rolando Silvestri del Gruppo Speleologico Marchigiano CAI di Ancona, che ne individuò l’entrata durante una spedizione guidata da Giancarlo Cappanera. Un abisso, buio e nascosto all’occhio umano, fu visto per la prima volta da occhi increduli: una delle più impotanti scoperte geologiche del nostro territorio.

Il tempo del Valadier e il Santuario della Madonna di Frassassi
L’Eremo di Santa Maria infra saxa (il Satuario) risale all’anno mille e nel corso della sua storia fu utlizzato anche come convento. All’interno della chiesa si venera l’immagine della Santa Vergine.
Per arrivare al Santuario bisogna percorrere un sentiero in salita tra le montagne che prevede un dislivello di 700 metri circa. Nella stessa cavità sorge il tempio del Valadier, fatto costruire da papa Leone XII nel 1828.
Questo luogo ospita anche un enorme Presepe vivente, popolato da più di 300 figuranti. Ti racconto tutto in questo articolo: Tempio del Valadier e Eremo di Santa Maria infra saxa.

Abbazia di San Vittore alle Chiuse
Nna delle chiese romaniche più importanti delle Marche che si trova nella frazione di San Vittore Terme, dove è possibile passeggiare ancora sull’antico ponte romano e ammirare il torrione romanico – gotico. Qui c’è anche il museo speleo paleontologico e archeologico, dove è esposto il celebre fossile di Ittiosauro.
Te ne parlo in Abbazia di San Vittore alle Chiuse: un luogo mistico delle Marche.

Castello di Pierosara
A Castel Petroso viveva una ragazza, Sara. La leggenda narra che un conte si innamorò di lei, nonostante Sara fosse già promessa sposa del giovane Piero. Una notte il conte riuscì a entrare nel castello e la rapì. Gli abitanti del castello se ne accorsero e si scontrarono con i cavalieri del conte che, di fronte alla sconfitta, uccise Sara.
Pietro si lanciò contro il conte e fu colpito a morte, ma prima di esalare l’ultimo respiro, riuscì a riabbracciare il corpo della sua amata.
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Come raggiungere Genga il borgo medievale
Prendere l’autostrada A14 (da nord in direzione Ancona, da sud in direzione Napoli) e uscire ad Ancona Nord. Seguire la superstrada in direzione Roma, continuare sulla SS 76, attraversare Camponocecchio e seguire le indicazioni per Genga.
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